Con questo elaborato si è voluto porre attenzione su alcuni fenomeni propri del mondo dell'informazione attuale e discutere dell'uso improprio delle tecnologie, per “monitorare” i comportamenti umani oltre che per diffondere fake news. L'utente si trova a vivere continue ambiguità nell'era dell'Internet of Things: da una parte è un potenziale produttore di informazione, la quale sembra apparentemente avere carattere aperto e globale, dall'altra egli è rinchiuso in una bolla a causa dei contenuti preconfezionati a cui è esposto, frutto degli algoritmi dei motori di ricerca e dei social media. Da una parte, ha accesso ad una pluralità di fonti per informarsi, dall'altra è spesso indeciso e confuso dal contesto di sovraccarico informativo e di anarchia. Finisce così per prendere per vere le notizie che sono coerenti con i suoi pregiudizi, poi amplificate e rafforzate all'interno di camere dell'eco. E le fake news, che rappresentano oggi un fenomeno così invasivo da minacciare il diritto alla corretta informazione, seminare paura e odio e inquinare il dibattito politico, si diffondono velocemente proprio per la capacità dei social network di farsi “cassa di risonanza” di qualsiasi notizia. Internet ha potenziato le possibilità di interagire con gli altri, di esprimere le proprie opinioni e oggi offre user experience sempre migliori agli internauti, ma non è più un luogo “idilliaco” svincolato da interessi economici e senza censure. I social media non sono più solo piattaforme che mettono in contatto le persone e creano reti sociali: oltre ad avere il controllo e veicolare informazioni, essi sono diventati database da cui attingere per profilare gli individui. Noi siamo il mercato, i nostri dati e la nostra attenzione sono il valore commerciale di scambio su queste piattaforme. Per tale motivo, nell'elaborato si parla anche di Big data, social media mining e si discute di uno dei casi più sconvolgenti di data breach, ossia quello di Cambridge Analytica.
Il mercato dell'informazione ai tempi dei social media: dalle fake news al caso Cambridge Analytica
SANTINI, RUDIA
2019/2020
Abstract
Con questo elaborato si è voluto porre attenzione su alcuni fenomeni propri del mondo dell'informazione attuale e discutere dell'uso improprio delle tecnologie, per “monitorare” i comportamenti umani oltre che per diffondere fake news. L'utente si trova a vivere continue ambiguità nell'era dell'Internet of Things: da una parte è un potenziale produttore di informazione, la quale sembra apparentemente avere carattere aperto e globale, dall'altra egli è rinchiuso in una bolla a causa dei contenuti preconfezionati a cui è esposto, frutto degli algoritmi dei motori di ricerca e dei social media. Da una parte, ha accesso ad una pluralità di fonti per informarsi, dall'altra è spesso indeciso e confuso dal contesto di sovraccarico informativo e di anarchia. Finisce così per prendere per vere le notizie che sono coerenti con i suoi pregiudizi, poi amplificate e rafforzate all'interno di camere dell'eco. E le fake news, che rappresentano oggi un fenomeno così invasivo da minacciare il diritto alla corretta informazione, seminare paura e odio e inquinare il dibattito politico, si diffondono velocemente proprio per la capacità dei social network di farsi “cassa di risonanza” di qualsiasi notizia. Internet ha potenziato le possibilità di interagire con gli altri, di esprimere le proprie opinioni e oggi offre user experience sempre migliori agli internauti, ma non è più un luogo “idilliaco” svincolato da interessi economici e senza censure. I social media non sono più solo piattaforme che mettono in contatto le persone e creano reti sociali: oltre ad avere il controllo e veicolare informazioni, essi sono diventati database da cui attingere per profilare gli individui. Noi siamo il mercato, i nostri dati e la nostra attenzione sono il valore commerciale di scambio su queste piattaforme. Per tale motivo, nell'elaborato si parla anche di Big data, social media mining e si discute di uno dei casi più sconvolgenti di data breach, ossia quello di Cambridge Analytica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/27236