Il ruolo degli infermieri nella pronazione nei vari livelli d'intensità

INTRODUCTION: The disease caused by SARS-CoV-2 infection has spread rapidly throughout the world and in many cases, it was manifested by Acute Respiratory Distress Syndrome (ARDS). This, linked to the large number of infected people, to the measures of isolation and personal, social and professional containment, has caused an increase in mental health problems, including stress, depression, anxiety, post-traumatic stress disorder and burnout. In the medium and high-intensity care settings of the Cardinal Massaia hospital, the practice of pronation has been a widely used technique in cases of respiratory insufficiency related to CoVID. In this paper we wanted to investigate the perceived of nurses concerning the pronation of patients admitted to the Cardinal Massaia hospital with different intensity of care. MATERIALS AND METHODS: phenomenological investigation conducted through a semi-structured interview. The units of meaning, extracted after an accurate reading aimed at understanding the point, allowed the identification of sub- categories and themes. DATA ANALYSIS: through Giorgi’s method, 10 themes were identified: safety of care, proactivity, inadequate resources, ineffective coping, risk-benefit, uncertainty of outcomes, positive outcomes, therapeutic obstinacy, difficulty in negotiating with the assisted person, anxiety. DISCUSSION AND CONCLUSION: the investigation into the phenomenon opens not new, but always current, reflections on the concepts of "care", on the ontological nature of the nurse and on the deep founding meaning of the profession inherent in the metaparadigm of nursing. Furthermore, in the pandemic context, where a condition of uncertainty and need to perceive positive outcomes in the implementation of treatments and therapies is objective, professionally and socially recognized, real " cognitive biases & quot; can occur. Keywords: pronation, acute respiratory distress syndrome, nursing, proactivity, cognitive bias

INTRODUZIONE: La malattia causata dall’infezione da SARS-CoV-2 si è diffusa rapidamente in tutto il mondo e in molti casi si è manifestata con la Acute Respiratory Distress Syndrome (ARDS). Ciò legato al gran numero di contagiati, alle misure di isolamento e contenimento di tipo personale, sociale e professionale ha causato l’aumento di problemi di salute mentale, tra cui stress, depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico e burnout. Nei contesti a media e alta intensità di cura dell’ospedale Cardinal Massaia la pratica della pronazione è stata una tecnica largamente utilizzata nei casi di insufficienza respiratoria CoVID correlata. In questo lavoro si è voluto indagare il percepito degli infermieri rispetto alla pronazione dei pazienti ricoverati nell’ospedale Cardinal Massaia con diversa intensità di cura. MATERIALI E METODI: indagine fenomenologica condotta attraverso un’intervista semistrutturata. Le unità di significato, estratte dopo una lettura accurata per la comprensione del senso, hanno permesso l’identificazione di sub categorie e temi. ANALISI DEI DATI: attraverso il metodo Giorgi si sono identificati 10 temi: sicurezza delle cure, proattività, inadeguatezza di risorse, coping inefficace, rischio/beneficio, incertezza degli outcomes, outcomes positivi, accanimento terapeutico, difficoltà nella negoziazione con la persona assistita, ansia. DISCUSSIONE E CONCLUSIONE: l’indagine sul fenomeno apre non nuove, ma sempre attuali, riflessioni sui concetti di “care”, “cure”, sull’ontologica natura dell’infermiere e sul profondo significato fondante della professione insito nel metaparadigma dell’infermieristica. Inoltre, nel contesto pandemico, dove è oggettiva, professionalmente e socialmente riconosciuta una condizione di incertezza e necessità di percepire esiti positivi nella messa in atto di cure e terapie, si possono verificare dei veri e propri “bias cognitivi”, Parole chiave: pronazione, sindrome di distress respiratorio acuta, assistenza infermieristica, proattività, bias cognitivi