The Uru-Chipaya are an indigenous population of the Bolivian Andes belonging to the "Uru" ethnic group, an ancient semi-nomadic people, of a pastoral type with an itinerant agricultural system, living in the southern region of the Bolivian highland, a desert plateau at 3700 meters high, known as the area of the "salar". The main species cultivated by the Uru-Chipaya people is quinoa (Chenopodium quioae), while the pastoral activity mainly involves lamas, sheep and in a few cases pigs. The entire production system is exclusively aimed at the livelihood of the Chipaya population, since the environmental and technological limitations are so high that they don't allow optimal yield to generate incomes. This work has as its main objective the resolution to the question "What are the critical aspects of productivity in the system and what strategies can be implemented to stabilize yields, while respecting the environmental and socio-cultural balance of the territory?". To answer this question, the various aspects that make up the agricultural system were examined, addressing the study from an agroecological point of view. Although quinoa is a crop that easily tolerates saline soils and drought climates, the extreme conditions of the environment do not ensure stable and satisfactory yields. The climate of the territory allows the cultivation of varieties with a medium-early cycle, with a rainy period long three months, with badly distributed and great intensity, which leads to a high risk of flooding with negative consequences for the crop. The moment of beginning of flowering corresponds to a season that is still very lacking in rainfall, which induces the plant in strong water stress. Quinoa resists frosts very well, during the second to fifth leaf stage it resists up to -8 C°, but during flowering the plant is much more sensitive. Considering the extreme monthly temperatures, the flowering period can also coincide with very low temperatures which compromise the final yields. To conclude, quinoa has excellent resistance to saline soils, making it more efficient if the soil has a conductivity of 15 dS / m, however Chipaya soil often has much higher values, which are toxic even for a tolerant plant such as quinoa. The result of the investigation led to the definition of all the operations adopted in the field, to mitigate the effects of an extreme environment for the agriculture. One of the worthy techniques used is the lameo technique, the practice of flooding the surfaces that will be used for the sowing of quinoa in the following years, creating lagoons and an environment favorable to the proliferation of aquatic flora. The purposes of this technique are many, from the elimination of weeds to the increase of organic matter due to the proliferation of algae and the subsequent grazing of llamas, but above all it is an operation of washing out the salt and preparing the soil for sowing. Soil analyzes were carried out before and after the lameo, which showed a clear improvement after flooding, showing an increase in the percentage of silt, and a reduction in the concentration of salts in the first 30 cm, thus also recording a decrease in pH, falling within the tolerable values of the crop.

Gli Uru-Chipaya, sono una popolazione indigena delle Ande boliviane appartenente al gruppo etnico “Uru”, un popolo anticamente seminomade, di tipo pastorale con un sistema agricolo itinerante, che vive nella regione sud dell'altipiano boliviano, una piana desertica a 3700 metri di altezza, conosciuta come la zona dei “salar”. La principale specie coltivata dal popolo Uru-Chipaya è la quinoa (Chenopodium quioae), mentre l'attività pastorale riguarda principalmente lama, ovini e in pochi casi suini. L'intero sistema produttivo è esclusivamente mirato al sostentamento della popolazione Chipaya, dato che le limitazioni ambientali e tecnologiche sono talmente elevate da non consentire delle rese tali da ottenere un reddito. Il presente lavoro ha come obbiettivo principale la risoluzione alla domanda “Quali sono gli aspetti critici della produttività nel sistema e quali strategie possono essere attuate per stabilizzare le rese, nel rispetto degli equilibri ambientali e socioculturali del territorio?”. Per rispondere a tale domanda sono stati esaminati i diversi aspetti che compongono il sistema agricolo, affrontando lo studio in chiave agroecologica. Nonostante la quinoa sia una coltura che tollera agevolmente suoli salini e climi siccitosi, le condizioni estreme dell'ambiente non assicurano delle rese stabili e soddisfacenti. Il clima del territorio permette la coltivazione di varietà a ciclo medio-precoce, con un periodo piovoso lungo circa tre mesi, con piogge mal distribuite di grande intensità, che porta ad un alto rischio di inondazioni con conseguenze negative per la coltura. Il momento di inizio fioritura corrisponde ad una stagione ancora molto carente di precipitazioni, il che induce la pianta in forte stress idrico. La quinoa resiste molto bene alle gelate, durante lo stadio dalla seconda alla quinta foglia resiste fino a -8 gradi, ma durante la fioritura la pianta è molto più sensibile. Considerando le temperature estreme mensili, il periodo della fioritura può anche coincidere con temperature molto basse che compromettono le rese finali. Per concludere, la quinoa ha una ottima resistenza a terreni salini, risultando più efficiente se il suolo presenta una conducibilità di 15 dS/m, tuttavia il suolo di Chipaya spesso presenta valori ben più elevati, che risultano tossici anche per una pianta tollerante come la quinoa. Il risultato dell'attività di investigazione ha portato a definire tutte le operazioni adottate in campo, per mitigare gli effetti di un ambiente agli estremi della agricoltura. Una delle tecniche più virtuose adoperate è la tecnica del lameo, la pratica di inondazione delle superfici che verranno destinate alla semina della quinoa negli anni successivi, creando delle lagune ed un ambiente favorevole alla proliferazione della flora acquatica. Gli scopi di questa tecnica sono molteplici, dall'eliminazione delle infestanti all'aumento di sostanza organica dovuta alla proliferazione di alghe e al successivo pascolo di lama, ma soprattutto è un'operazione di dilavamento dal sale e di preparazione del suolo per la semina. Sono state condotte delle analisi del suolo prima e dopo il lameo, che hanno dimostrato un netto miglioramento dopo l'inondazione, mostrando un aumento della percentuale in limo, ed una riduzione della concentrazione di sali nei primi 30 cm, registrando cosi anche una diminuzione del pH, rientrando nei valori tollerabili dalla coltura.

Studio Agorecologico del Sistema Agropastorale della Comunità Indigena Uru-Chipaya dell'Altopiano Boliviano

MATRANGA, GIOVANNI BATTISTA
2019/2020

Abstract

Gli Uru-Chipaya, sono una popolazione indigena delle Ande boliviane appartenente al gruppo etnico “Uru”, un popolo anticamente seminomade, di tipo pastorale con un sistema agricolo itinerante, che vive nella regione sud dell'altipiano boliviano, una piana desertica a 3700 metri di altezza, conosciuta come la zona dei “salar”. La principale specie coltivata dal popolo Uru-Chipaya è la quinoa (Chenopodium quioae), mentre l'attività pastorale riguarda principalmente lama, ovini e in pochi casi suini. L'intero sistema produttivo è esclusivamente mirato al sostentamento della popolazione Chipaya, dato che le limitazioni ambientali e tecnologiche sono talmente elevate da non consentire delle rese tali da ottenere un reddito. Il presente lavoro ha come obbiettivo principale la risoluzione alla domanda “Quali sono gli aspetti critici della produttività nel sistema e quali strategie possono essere attuate per stabilizzare le rese, nel rispetto degli equilibri ambientali e socioculturali del territorio?”. Per rispondere a tale domanda sono stati esaminati i diversi aspetti che compongono il sistema agricolo, affrontando lo studio in chiave agroecologica. Nonostante la quinoa sia una coltura che tollera agevolmente suoli salini e climi siccitosi, le condizioni estreme dell'ambiente non assicurano delle rese stabili e soddisfacenti. Il clima del territorio permette la coltivazione di varietà a ciclo medio-precoce, con un periodo piovoso lungo circa tre mesi, con piogge mal distribuite di grande intensità, che porta ad un alto rischio di inondazioni con conseguenze negative per la coltura. Il momento di inizio fioritura corrisponde ad una stagione ancora molto carente di precipitazioni, il che induce la pianta in forte stress idrico. La quinoa resiste molto bene alle gelate, durante lo stadio dalla seconda alla quinta foglia resiste fino a -8 gradi, ma durante la fioritura la pianta è molto più sensibile. Considerando le temperature estreme mensili, il periodo della fioritura può anche coincidere con temperature molto basse che compromettono le rese finali. Per concludere, la quinoa ha una ottima resistenza a terreni salini, risultando più efficiente se il suolo presenta una conducibilità di 15 dS/m, tuttavia il suolo di Chipaya spesso presenta valori ben più elevati, che risultano tossici anche per una pianta tollerante come la quinoa. Il risultato dell'attività di investigazione ha portato a definire tutte le operazioni adottate in campo, per mitigare gli effetti di un ambiente agli estremi della agricoltura. Una delle tecniche più virtuose adoperate è la tecnica del lameo, la pratica di inondazione delle superfici che verranno destinate alla semina della quinoa negli anni successivi, creando delle lagune ed un ambiente favorevole alla proliferazione della flora acquatica. Gli scopi di questa tecnica sono molteplici, dall'eliminazione delle infestanti all'aumento di sostanza organica dovuta alla proliferazione di alghe e al successivo pascolo di lama, ma soprattutto è un'operazione di dilavamento dal sale e di preparazione del suolo per la semina. Sono state condotte delle analisi del suolo prima e dopo il lameo, che hanno dimostrato un netto miglioramento dopo l'inondazione, mostrando un aumento della percentuale in limo, ed una riduzione della concentrazione di sali nei primi 30 cm, registrando cosi anche una diminuzione del pH, rientrando nei valori tollerabili dalla coltura.
ITA
The Uru-Chipaya are an indigenous population of the Bolivian Andes belonging to the "Uru" ethnic group, an ancient semi-nomadic people, of a pastoral type with an itinerant agricultural system, living in the southern region of the Bolivian highland, a desert plateau at 3700 meters high, known as the area of the "salar". The main species cultivated by the Uru-Chipaya people is quinoa (Chenopodium quioae), while the pastoral activity mainly involves lamas, sheep and in a few cases pigs. The entire production system is exclusively aimed at the livelihood of the Chipaya population, since the environmental and technological limitations are so high that they don't allow optimal yield to generate incomes. This work has as its main objective the resolution to the question "What are the critical aspects of productivity in the system and what strategies can be implemented to stabilize yields, while respecting the environmental and socio-cultural balance of the territory?". To answer this question, the various aspects that make up the agricultural system were examined, addressing the study from an agroecological point of view. Although quinoa is a crop that easily tolerates saline soils and drought climates, the extreme conditions of the environment do not ensure stable and satisfactory yields. The climate of the territory allows the cultivation of varieties with a medium-early cycle, with a rainy period long three months, with badly distributed and great intensity, which leads to a high risk of flooding with negative consequences for the crop. The moment of beginning of flowering corresponds to a season that is still very lacking in rainfall, which induces the plant in strong water stress. Quinoa resists frosts very well, during the second to fifth leaf stage it resists up to -8 C°, but during flowering the plant is much more sensitive. Considering the extreme monthly temperatures, the flowering period can also coincide with very low temperatures which compromise the final yields. To conclude, quinoa has excellent resistance to saline soils, making it more efficient if the soil has a conductivity of 15 dS / m, however Chipaya soil often has much higher values, which are toxic even for a tolerant plant such as quinoa. The result of the investigation led to the definition of all the operations adopted in the field, to mitigate the effects of an extreme environment for the agriculture. One of the worthy techniques used is the lameo technique, the practice of flooding the surfaces that will be used for the sowing of quinoa in the following years, creating lagoons and an environment favorable to the proliferation of aquatic flora. The purposes of this technique are many, from the elimination of weeds to the increase of organic matter due to the proliferation of algae and the subsequent grazing of llamas, but above all it is an operation of washing out the salt and preparing the soil for sowing. Soil analyzes were carried out before and after the lameo, which showed a clear improvement after flooding, showing an increase in the percentage of silt, and a reduction in the concentration of salts in the first 30 cm, thus also recording a decrease in pH, falling within the tolerable values of the crop.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/27202