L'idea alla base di questo progetto di tesi nasce principalmente da due passioni personali che ho potuto coltivare in questi anni : la prima per la filosofia politica e la seconda per l'arte contemporanea. Queste due passioni hanno in comune la capacita di riuscire a farmi porre delle domande, ad interrogarmi su ciò che accade attorno a me e a chiedermi da dove ciò che osservo possa avere origine o dove mi possa condurre. Ho deciso di avviare questo progetto dopo essermi chiesta banalmente se l'opera d'arte nella sua più vasta accezione fosse sempre un atto politico e se fosse possibile dividere l'arte dalla politica; ho iniziato ad interrogarmi sul ruolo dell'artista nella società attuale e a chiedermi se ci fossero degli artisti politicamente più attivi di altri e in che modo essi riuscissero ad esprimere un ideale attraverso le proprie opere. In seguito ad un'attenta analisi ho compreso che l'obiettivo di questo progetto sarà analizzare il concetto filosofico di potere politico (definito da alcuni esponenti come una situazione asimmetrica fra due individui in cui uno condiziona il comportamento dell'altro) applicandolo alle modalità espressive dell'arte contemporanea e alle sue regole. Analizzerò come un artista in particolare riesce ad affrontare tematiche politiche, senza dibatterle in modo esplicito ma scavando nell'animo umano e nelle sue più profonde insicurezze per dimostrare le sue tesi. L'artista che ho scelto come protagonista della mia ricerca è Marina Abramović (Belgrado 1946) un'artista serba naturalizzata statunitense, attiva in campo artistico dagli anni 60 . È celebre per le sue performance che esplorano i tratti più istintivi e spesso oscuri dell'animo umano. Si è autodefinita ''Grandmother of performance art'' per sottolineare la portata rivoluzionaria del suo modo di intendere la performance artistica che, nel suo caso, prevede spesso la partecipazione del pubblico, sia a livello mentale che fisico. Tra le opere più celebri dell'artista vi è la serie di performance dal titolo Rhythm messa in atto negli ani 70. Emblematica fu la performance Rhythm 0 tenutasi a Napoli nel 1974. In quel caso l'artista is alzò in piedi al centro di una stanza in cui erano presenti vari oggetti e spiegò agli spettatori che per sei ore sarebbe rimasta immobile come un oggetto e ognuno avrebbe potuto fare di quel corpo ciò che desiderava. In particolare la performance sopraccitata ritengo possa presentare un collegamento con il filosofo inglese Thomas Hobbes, sostenitore del giusnaturalismo, la cui filosofia politica è contenuta principalmente nell'opera Il Leviatano . L'uomo per Hobbes non è un animale politico o sociale ma è mosso meccanicisticamente da pulsioni egoistiche. Pur necessitando l'aiuto degli altri non possiede un amore naturale per il suo simile, l'associazione in gruppi nasce cosi dal timore reciproco, che a sua volta scaturisce dai contrasti tra gli uomini presenti nello stato di natura dell'umanità in cui ciascun individuo è titolare di un diritto assoluto su tutte le cose : lo ius in omnia; si tratta di un potere naturale accrescitivo simbolico, ovvero più se ne ha più tende ad aumentare. Analogamente come è accaduto durante la performance Rhythm 0 in cui con il passare delle ore gli spettatori iniziarono ad accanirsi sull'artista ,inerme, in modo violento ed incontrollato: raggiunsero l'obiettivo della performance che era quello di mettere alla prova i limiti sociali e il ibero arbitrio, mostrando il peggio degli esseri

Marina Abramovic e i modelli antropologici in Thomas Hobbes e John Locke

SOLINAS, MARTA
2019/2020

Abstract

L'idea alla base di questo progetto di tesi nasce principalmente da due passioni personali che ho potuto coltivare in questi anni : la prima per la filosofia politica e la seconda per l'arte contemporanea. Queste due passioni hanno in comune la capacita di riuscire a farmi porre delle domande, ad interrogarmi su ciò che accade attorno a me e a chiedermi da dove ciò che osservo possa avere origine o dove mi possa condurre. Ho deciso di avviare questo progetto dopo essermi chiesta banalmente se l'opera d'arte nella sua più vasta accezione fosse sempre un atto politico e se fosse possibile dividere l'arte dalla politica; ho iniziato ad interrogarmi sul ruolo dell'artista nella società attuale e a chiedermi se ci fossero degli artisti politicamente più attivi di altri e in che modo essi riuscissero ad esprimere un ideale attraverso le proprie opere. In seguito ad un'attenta analisi ho compreso che l'obiettivo di questo progetto sarà analizzare il concetto filosofico di potere politico (definito da alcuni esponenti come una situazione asimmetrica fra due individui in cui uno condiziona il comportamento dell'altro) applicandolo alle modalità espressive dell'arte contemporanea e alle sue regole. Analizzerò come un artista in particolare riesce ad affrontare tematiche politiche, senza dibatterle in modo esplicito ma scavando nell'animo umano e nelle sue più profonde insicurezze per dimostrare le sue tesi. L'artista che ho scelto come protagonista della mia ricerca è Marina Abramović (Belgrado 1946) un'artista serba naturalizzata statunitense, attiva in campo artistico dagli anni 60 . È celebre per le sue performance che esplorano i tratti più istintivi e spesso oscuri dell'animo umano. Si è autodefinita ''Grandmother of performance art'' per sottolineare la portata rivoluzionaria del suo modo di intendere la performance artistica che, nel suo caso, prevede spesso la partecipazione del pubblico, sia a livello mentale che fisico. Tra le opere più celebri dell'artista vi è la serie di performance dal titolo Rhythm messa in atto negli ani 70. Emblematica fu la performance Rhythm 0 tenutasi a Napoli nel 1974. In quel caso l'artista is alzò in piedi al centro di una stanza in cui erano presenti vari oggetti e spiegò agli spettatori che per sei ore sarebbe rimasta immobile come un oggetto e ognuno avrebbe potuto fare di quel corpo ciò che desiderava. In particolare la performance sopraccitata ritengo possa presentare un collegamento con il filosofo inglese Thomas Hobbes, sostenitore del giusnaturalismo, la cui filosofia politica è contenuta principalmente nell'opera Il Leviatano . L'uomo per Hobbes non è un animale politico o sociale ma è mosso meccanicisticamente da pulsioni egoistiche. Pur necessitando l'aiuto degli altri non possiede un amore naturale per il suo simile, l'associazione in gruppi nasce cosi dal timore reciproco, che a sua volta scaturisce dai contrasti tra gli uomini presenti nello stato di natura dell'umanità in cui ciascun individuo è titolare di un diritto assoluto su tutte le cose : lo ius in omnia; si tratta di un potere naturale accrescitivo simbolico, ovvero più se ne ha più tende ad aumentare. Analogamente come è accaduto durante la performance Rhythm 0 in cui con il passare delle ore gli spettatori iniziarono ad accanirsi sull'artista ,inerme, in modo violento ed incontrollato: raggiunsero l'obiettivo della performance che era quello di mettere alla prova i limiti sociali e il ibero arbitrio, mostrando il peggio degli esseri
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/27052