Il fenomeno del terrorismo internazionale rappresenta attualmente una delle più grandi sfide all’interno della comunità internazionale. Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, gli Stati e le organizzazioni internazionali hanno dovuto adottare diverse misure per prevenire e contrastare il fenomeno. L’elaborato si divide in tre capitoli: nel primo viene analizzato come il fenomeno, nonostante risulti essere una delle minacce più pericolose alla pace e alla sicurezza internazionale, non abbia una definizione generalmente accettata. Il motivo principale, come è stato osservato, sono le divergenze tra gli Stati: infatti gli Stati Occidentali e gli Stati afro-asiatici hanno diversi punti di vista, soprattutto per quanto riguarda il terrorismo di Stato e l’esclusione dei movimenti di liberazione nazionale dai reati terroristici. Il fenomeno del terrorismo internazionale viene analizzato anche nel quadro dei crimini internazionali giudicati dalla Corte penale internazionale: la versatilità del fenomeno e la mancanza di una definizione generale fanno sì che il terrorismo internazionale in sé non sia ancora considerato un crimine di diritto internazionale e pertanto, salvo in circostanze speciali (cioè quando, per la sua particolare gravità, l’atto terroristico diventa crimine di guerra oppure a crimine contro l’umanità), non gode di una giurisdizione penale universale. Esistono diverse convenzioni e trattati internazionali e regionali in merito al fenomeno e nel secondo capitolo vengono esaminati i più importanti. A livello internazionale, particolare attenzione è data alla Convenzione internazionale contro la presa di ostaggi del 1979 e alla Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo del 1999. Per quanto riguarda le convenzioni regionali, invece, è possibile notare delle sostanziali differenze tra le legislazioni dei diversi Stati, soprattutto per quanto riguarda l’approccio di tali trattati, che può essere globale, settoriale o misto. Nell’analisi viene data particolare attenzione alle convenzioni in ambito dell’Organizzazione degli Stati Uniti d’America e del Consiglio d’Europa. Il terzo capitolo è interamente dedicato al rapimento di ostaggi a scopo estorsivo, che rientra fra i reati associati al terrorismo internazionale. Scopo di questo capitolo è tentare di capire se esiste, a livello internazionale, un divieto in merito al pagamento dei riscatti da parte degli Stati e in generale, una condotta da seguire. Tra gli strumenti offerti dal diritto internazionale per contrastare il fenomeno, vengono analizzate diverse Risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU in merito l’antiterrorismo (in particolare in merito al finanziamento del terrorismo e il sequestro di persona) e gli strumenti di soft law, in particolare le Raccomandazioni del Financial Action Task Force.

IL FENOMENO DEL TERRORISMO INTERNAZIONALE, CON PARTICOLARE ATTENZIONE AL RAPIMENTO DI OSTAGGI

ORLANDO, ELISA
2019/2020

Abstract

Il fenomeno del terrorismo internazionale rappresenta attualmente una delle più grandi sfide all’interno della comunità internazionale. Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, gli Stati e le organizzazioni internazionali hanno dovuto adottare diverse misure per prevenire e contrastare il fenomeno. L’elaborato si divide in tre capitoli: nel primo viene analizzato come il fenomeno, nonostante risulti essere una delle minacce più pericolose alla pace e alla sicurezza internazionale, non abbia una definizione generalmente accettata. Il motivo principale, come è stato osservato, sono le divergenze tra gli Stati: infatti gli Stati Occidentali e gli Stati afro-asiatici hanno diversi punti di vista, soprattutto per quanto riguarda il terrorismo di Stato e l’esclusione dei movimenti di liberazione nazionale dai reati terroristici. Il fenomeno del terrorismo internazionale viene analizzato anche nel quadro dei crimini internazionali giudicati dalla Corte penale internazionale: la versatilità del fenomeno e la mancanza di una definizione generale fanno sì che il terrorismo internazionale in sé non sia ancora considerato un crimine di diritto internazionale e pertanto, salvo in circostanze speciali (cioè quando, per la sua particolare gravità, l’atto terroristico diventa crimine di guerra oppure a crimine contro l’umanità), non gode di una giurisdizione penale universale. Esistono diverse convenzioni e trattati internazionali e regionali in merito al fenomeno e nel secondo capitolo vengono esaminati i più importanti. A livello internazionale, particolare attenzione è data alla Convenzione internazionale contro la presa di ostaggi del 1979 e alla Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo del 1999. Per quanto riguarda le convenzioni regionali, invece, è possibile notare delle sostanziali differenze tra le legislazioni dei diversi Stati, soprattutto per quanto riguarda l’approccio di tali trattati, che può essere globale, settoriale o misto. Nell’analisi viene data particolare attenzione alle convenzioni in ambito dell’Organizzazione degli Stati Uniti d’America e del Consiglio d’Europa. Il terzo capitolo è interamente dedicato al rapimento di ostaggi a scopo estorsivo, che rientra fra i reati associati al terrorismo internazionale. Scopo di questo capitolo è tentare di capire se esiste, a livello internazionale, un divieto in merito al pagamento dei riscatti da parte degli Stati e in generale, una condotta da seguire. Tra gli strumenti offerti dal diritto internazionale per contrastare il fenomeno, vengono analizzate diverse Risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU in merito l’antiterrorismo (in particolare in merito al finanziamento del terrorismo e il sequestro di persona) e gli strumenti di soft law, in particolare le Raccomandazioni del Financial Action Task Force.
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