In questa tesi si è cercato di analizzare alcuni piani economici attuati dal governo fascista utilizzando come fonte principale alcuni estratti di una rivista economica fiancheggiatrice del regime e quasi sconosciuta chiamata «L’Ordine Fascista». Gli argomenti toccati dagli articoli presi in esame, che si concentrano soprattutto nei primi anni del Ventennio, riguardano alcuni propositi storicamente molto cari al fascismo come il corporativismo, che in ottica fascista era visto come un sistema perfetto che avrebbe risolto i problemi di tutti gli attori in gioco sulla scena economica, o come la rivalorizzazione dell’economia territoriale, dall’agricoltura alla piccola industria passando per l’artigianato. Negli estratti analizzati troviamo anche argomentazioni su tematiche sociali del tempo che erano molto care alla propaganda fascista come un principio di antisemitismo. Gli articoli citati in questo elaborato sono stati scritti sia da alcuni autori dell’epoca già molto noti come Gangemi e Michels e sia dal alcuni politici fascisti molto importanti come Bottai e de’ Stefani. Leggendo le loro righe si è riscontrato come il fascismo si autodeterminava come regime totalitario e interventista, come un movimento rivoluzionario da accettare in blocco per dare una sterzata al paese o da non accettare affatto.

Analisi della teoria e dei piani economici fascisti attraverso la rivista "L'Ordine Fascista"

PELISSERO, PAOLO
2019/2020

Abstract

In questa tesi si è cercato di analizzare alcuni piani economici attuati dal governo fascista utilizzando come fonte principale alcuni estratti di una rivista economica fiancheggiatrice del regime e quasi sconosciuta chiamata «L’Ordine Fascista». Gli argomenti toccati dagli articoli presi in esame, che si concentrano soprattutto nei primi anni del Ventennio, riguardano alcuni propositi storicamente molto cari al fascismo come il corporativismo, che in ottica fascista era visto come un sistema perfetto che avrebbe risolto i problemi di tutti gli attori in gioco sulla scena economica, o come la rivalorizzazione dell’economia territoriale, dall’agricoltura alla piccola industria passando per l’artigianato. Negli estratti analizzati troviamo anche argomentazioni su tematiche sociali del tempo che erano molto care alla propaganda fascista come un principio di antisemitismo. Gli articoli citati in questo elaborato sono stati scritti sia da alcuni autori dell’epoca già molto noti come Gangemi e Michels e sia dal alcuni politici fascisti molto importanti come Bottai e de’ Stefani. Leggendo le loro righe si è riscontrato come il fascismo si autodeterminava come regime totalitario e interventista, come un movimento rivoluzionario da accettare in blocco per dare una sterzata al paese o da non accettare affatto.
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