Il relativismo linguistico, ovvero la teoria secondo cui la cultura, attraverso la lingua, influenza il pensiero e la percezione della realtà, è storicamente un tema molto dibattuto. Al di là delle lontane e confuse origini, la teoria ricevette una formulazione precisa tra gli anni '30 e '40 del Novecento, in ambito statunitense, rimanendo legata indissolubilmente ai nomi di E. Sapir e B. L. Whorf (da cui Ipotesi Sapir-Whorf). Dopo un iniziale consenso, la teoria cadde in discredito tra gli anni '60 e '70, in corrispondenza dell'avvento delle scienze cognitive. La presente analisi si concentra sugli sviluppi degli ultimi decenni, in particolare la parziale riabilitazione del relativismo negli anni '90 e le consistenti verifiche empiriche degli ultimi 20 anni. Nella seconda parte del lavoro, l'attuale crisi sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19, per il suo carattere di fenomeno globalizzato, ma con evidenti differenze nelle reazioni dei diversi stati coinvolti, appare un terreno interessante per un confronto linguistico basato sul lessico. Vengono presi in esame quattro paesi (Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Brasile), per i quali si analizzano le comunicazioni delle fonti governative e dei canali nazionali di libera informazione. Ne emerge una versione debole del relativismo linguistico, in cui si evidenzia la bidirezionalità delle influenze tra linguaggio e pensiero, lingua e cultura, lingua e percezione.
Crisi globale, risposte locali. Il relativismo linguistico nel lessico della pandemia
GIORDANO, SAMUELE
2019/2020
Abstract
Il relativismo linguistico, ovvero la teoria secondo cui la cultura, attraverso la lingua, influenza il pensiero e la percezione della realtà, è storicamente un tema molto dibattuto. Al di là delle lontane e confuse origini, la teoria ricevette una formulazione precisa tra gli anni '30 e '40 del Novecento, in ambito statunitense, rimanendo legata indissolubilmente ai nomi di E. Sapir e B. L. Whorf (da cui Ipotesi Sapir-Whorf). Dopo un iniziale consenso, la teoria cadde in discredito tra gli anni '60 e '70, in corrispondenza dell'avvento delle scienze cognitive. La presente analisi si concentra sugli sviluppi degli ultimi decenni, in particolare la parziale riabilitazione del relativismo negli anni '90 e le consistenti verifiche empiriche degli ultimi 20 anni. Nella seconda parte del lavoro, l'attuale crisi sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19, per il suo carattere di fenomeno globalizzato, ma con evidenti differenze nelle reazioni dei diversi stati coinvolti, appare un terreno interessante per un confronto linguistico basato sul lessico. Vengono presi in esame quattro paesi (Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Brasile), per i quali si analizzano le comunicazioni delle fonti governative e dei canali nazionali di libera informazione. Ne emerge una versione debole del relativismo linguistico, in cui si evidenzia la bidirezionalità delle influenze tra linguaggio e pensiero, lingua e cultura, lingua e percezione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/26933