La seguente dissertazione ha come scopo quello di analizzare il tema delle invenzioni dei dipendenti. Il tema riguarda sia l'invenzione in sé sia il diritto del lavoro in quanto concerne la tipologia del contratto di lavoro (lavoro subordinato) che intercorre tra datore di lavoro e dipendente. Ho iniziato la dissertazione analizzando il tema dal punto di vista Internazionale e, in seguito dal punto di vista italiano. Dal punto di vista internazionale vengono trattati principalmente i marchi, i brevetti e le procedure per ottenere il brevetto, ma per quanto concerne le invenzioni dei dipendenti non vi è una risposta al quesito riguardante a chi spetti il diritto di depositare domande di brevetto per invenzioni realizzate in costanza di contratti di lavoro subordinato. L'analisi della disciplina italiana, in materia di invenzioni dei dipendenti, è il fulcro di questa dissertazione. In particolare, si vedrà in seguito, l'evoluzione della disciplina dal r.d. 1127/1939 c.d. legge invenzioni all'art.64 del codice della proprietà industriale poi modificato dal c.d. decreto correttivo del 2010. Proseguendo al II capitolo è analizzato, inizialmente, l'ambito di applicazione della disciplina in questione e, come già detto, riguarda il lavoro subordinato, mi soffermerò, inoltre, sul quesito riguardante la possibilità di applicare l'art.64 del codice della proprietà industriale ad altre forme contrattuali di lavoro, diverse dal lavoro subordinato. Il secondo capitolo prosegue con l'analisi delle tre fattispecie previste dall'art.64 c.p.i. ovvero invenzione di servizio, invenzione d'azienda e invenzione occasionale, come si vedrà, le prime due fattispecie sono quelle che hanno creato più diatribe sia a livello giurisprudenziale che a livello dottrinale. Nello stesso capitolo ho analizzato, inoltre, l'attribuzione della titolarità, i diritti morali e patrimoniali. Il terzo capitolo tratta, nello specifico, le differenze tra le due fattispecie previste dall'art.64 che è di fondamentale importanza in quanto comporta, in base alla fattispecie nella quale ci troviamo, l'attribuzione o meno dell'equo premio al dipendente inventore. A tal proposito, si vedrà le varie divergenze tra autori e varie critiche degli stessi al legislatore in quanto non è riuscito a spiegare, in modo chiaro, la differenza tra le prime due fattispecie. Il capitolo prosegue con l'analisi dell'equo premio e il calcolo dello stesso. L'equo premio è previsto dalla seconda fattispecie (invenzione d'azienda) e viene calcolato utilizzando la c.d. formula tedesca (I=V x P). Proseguendo, vi è l'analisi del quarto e quinto comma dell'art.64 c.p.i. che prevede il giudice ordinario e arbitratori, e le relative critiche di diversi autori in merito. Infine, viene menzionata una bozza del codice, mai entrata in vigore, che riguarda la possibilità di accorpare le prime due fattispecie (invenzione di servizio e d'azienda) in una sola e di conseguenza al dipendente inventore spetterebbe sempre l'equo premio.
Le invenzioni dei dipendenti
MANCUSO, FRANCESCO MARCO
2019/2020
Abstract
La seguente dissertazione ha come scopo quello di analizzare il tema delle invenzioni dei dipendenti. Il tema riguarda sia l'invenzione in sé sia il diritto del lavoro in quanto concerne la tipologia del contratto di lavoro (lavoro subordinato) che intercorre tra datore di lavoro e dipendente. Ho iniziato la dissertazione analizzando il tema dal punto di vista Internazionale e, in seguito dal punto di vista italiano. Dal punto di vista internazionale vengono trattati principalmente i marchi, i brevetti e le procedure per ottenere il brevetto, ma per quanto concerne le invenzioni dei dipendenti non vi è una risposta al quesito riguardante a chi spetti il diritto di depositare domande di brevetto per invenzioni realizzate in costanza di contratti di lavoro subordinato. L'analisi della disciplina italiana, in materia di invenzioni dei dipendenti, è il fulcro di questa dissertazione. In particolare, si vedrà in seguito, l'evoluzione della disciplina dal r.d. 1127/1939 c.d. legge invenzioni all'art.64 del codice della proprietà industriale poi modificato dal c.d. decreto correttivo del 2010. Proseguendo al II capitolo è analizzato, inizialmente, l'ambito di applicazione della disciplina in questione e, come già detto, riguarda il lavoro subordinato, mi soffermerò, inoltre, sul quesito riguardante la possibilità di applicare l'art.64 del codice della proprietà industriale ad altre forme contrattuali di lavoro, diverse dal lavoro subordinato. Il secondo capitolo prosegue con l'analisi delle tre fattispecie previste dall'art.64 c.p.i. ovvero invenzione di servizio, invenzione d'azienda e invenzione occasionale, come si vedrà, le prime due fattispecie sono quelle che hanno creato più diatribe sia a livello giurisprudenziale che a livello dottrinale. Nello stesso capitolo ho analizzato, inoltre, l'attribuzione della titolarità, i diritti morali e patrimoniali. Il terzo capitolo tratta, nello specifico, le differenze tra le due fattispecie previste dall'art.64 che è di fondamentale importanza in quanto comporta, in base alla fattispecie nella quale ci troviamo, l'attribuzione o meno dell'equo premio al dipendente inventore. A tal proposito, si vedrà le varie divergenze tra autori e varie critiche degli stessi al legislatore in quanto non è riuscito a spiegare, in modo chiaro, la differenza tra le prime due fattispecie. Il capitolo prosegue con l'analisi dell'equo premio e il calcolo dello stesso. L'equo premio è previsto dalla seconda fattispecie (invenzione d'azienda) e viene calcolato utilizzando la c.d. formula tedesca (I=V x P). Proseguendo, vi è l'analisi del quarto e quinto comma dell'art.64 c.p.i. che prevede il giudice ordinario e arbitratori, e le relative critiche di diversi autori in merito. Infine, viene menzionata una bozza del codice, mai entrata in vigore, che riguarda la possibilità di accorpare le prime due fattispecie (invenzione di servizio e d'azienda) in una sola e di conseguenza al dipendente inventore spetterebbe sempre l'equo premio.File | Dimensione | Formato | |
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