Internet and Social Networks have radically changed our daily life: we are constantly connected with everyone. Some selected aspects of one's life are captured and uploaded to the Internet, transforming everything that is part of life into digital material, including the event of death. This thesis aims to esaminate the presence of death in the digital age. Starting from investigating how the relationship with death has changed over the centuries, it will be affirmed that death, from a topic avoided and kept hidden in the past decades, has remerged in the digital age: the Internet and social networks have changed the relationship we have with death, with mourning and with immortality. During a daily scroll of Facebook or Instagram wall, it is normal to come across videos that report deaths, accidental or catastrophic, or post greeting a love one deceased or a celebrity extinct. While, on one hand, social networks might cause an emotional detachment from death, viewed from behind a screen, on the other hand, they can help overcome grief, creating new funeral micro-rituals. Indeed, the digital material surviving the deceased becomes a place to celebrate her/his life, that can be visited at any time. The deceased who leaves traces online of his existence has pushed on the development of technologies capable of offering family members an active interaction with the deceased, via text or voice message created by an algorithm. Furthermore, other technologies are being tested, such as the creation of holograms of the deceased, making immortality, which has always been craved by humans and experienced by Transhumanism, finally possible in the digital age.
Internet e i Social Network hanno radicalmente cambiato la nostra quotidianità: si è costantemente connessi con tutti. Alcuni, selezionati, aspetti della propria vita, sono immortalati e caricati in Rete trasformando tutto ciò che fa parte della vita in materiale digitale, compreso l’evento della morte. Questa tesi mira a raccontare la presenza della morte nell’epoca digitale. Partendo dall’indagine su come il rapporto con la morte sia cambiato nei secoli, si giungerà ad affermare che la morte, da tema evitato e tenuto nascosto negli ultimi decenni, sia riaffiorata nell’era digitale: Internet e i social hanno mutato il rapporto che abbiamo con la morte, con il lutto e con l’immortalità. Durante un quotidiano scroll della propria bacheca Facebook o Instagram, è normale imbattersi in video che riprendono la morte, accidentale o catastrofica, o post di chi saluta il caro defunto o una celebrità scomparsa. Se da un lato, i social possono causare un distacco emotivo dalla morte, visualizzata da dietro uno schermo, dall’altro possono aiutare a superare un lutto, formando de nuovi micro-rituali funebri. Infatti, il materiale digitale che sopravvive al defunto diviene un luogo celebrativo della sua vita, da visitare in qualsiasi momento. Il morto che lascia tracce online della sua esistenza, ha fomentato lo sviluppo di tecnologie in grado di offrire ai familiari un’interazione attiva con il defunto, tramite messaggio testuale o vocale creato ad hoc con un algoritmo. Ma anche altre tecnologie in fase di sperimentazione, come la creazione di ologrammi dei cari defunti, sembrerebbero puntare all’immortalità, da sempre bramata dall’umano e sperimentata dal Transumanesimo, rendendola, finalmente, possibile nell’era digitale.
LA MORTE NELL’ERA DIGITALE: La PRESENZA DELL’ALDILà NELLA DIMENSIONE ONLINE
BOBIG, BEATRICE
2019/2020
Abstract
Internet e i Social Network hanno radicalmente cambiato la nostra quotidianità: si è costantemente connessi con tutti. Alcuni, selezionati, aspetti della propria vita, sono immortalati e caricati in Rete trasformando tutto ciò che fa parte della vita in materiale digitale, compreso l’evento della morte. Questa tesi mira a raccontare la presenza della morte nell’epoca digitale. Partendo dall’indagine su come il rapporto con la morte sia cambiato nei secoli, si giungerà ad affermare che la morte, da tema evitato e tenuto nascosto negli ultimi decenni, sia riaffiorata nell’era digitale: Internet e i social hanno mutato il rapporto che abbiamo con la morte, con il lutto e con l’immortalità. Durante un quotidiano scroll della propria bacheca Facebook o Instagram, è normale imbattersi in video che riprendono la morte, accidentale o catastrofica, o post di chi saluta il caro defunto o una celebrità scomparsa. Se da un lato, i social possono causare un distacco emotivo dalla morte, visualizzata da dietro uno schermo, dall’altro possono aiutare a superare un lutto, formando de nuovi micro-rituali funebri. Infatti, il materiale digitale che sopravvive al defunto diviene un luogo celebrativo della sua vita, da visitare in qualsiasi momento. Il morto che lascia tracce online della sua esistenza, ha fomentato lo sviluppo di tecnologie in grado di offrire ai familiari un’interazione attiva con il defunto, tramite messaggio testuale o vocale creato ad hoc con un algoritmo. Ma anche altre tecnologie in fase di sperimentazione, come la creazione di ologrammi dei cari defunti, sembrerebbero puntare all’immortalità, da sempre bramata dall’umano e sperimentata dal Transumanesimo, rendendola, finalmente, possibile nell’era digitale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/26766