La presente ricerca costituisce un tentativo di applicazione delle principali teorie gramsciane su lingua e linguaggio, contenute nei Quaderni dal carcere e in altri suoi scritti; in particolare, il nesso stabilito tra lingua e ideologia fornisce interessanti spunti analitici per l’indagine del panorama sociolinguistico dell’Algeria contemporanea. Le misure in campo linguistico e educativo adottate nel contesto algerino postcoloniale, nonché gli effetti prodotti da tali strategie sulle rappresentazioni e sulle pratiche dei parlanti vengono valutate in un’ottica di analisi delle politiche pubbliche e del ruolo della lingua come strumento di policy making. Il quadro teorico è costituito dalla letteratura linguistica di stampo marxista, con particolare riferimento ai fenomeni post e neocoloniali. Il confronto con la condizione dell’Italia post-unitaria e con le considerazioni di Gramsci rispetto alla condizione dell’unità linguistica suggeriscono la vacuità del diffuso “eccezionalismo” adottato nello studio della storia e della cultura del mondo arabo e del Nord Africa in particolare. Nonostante le profonde differenze tra i due contesti, tipologie simili di approcci portano a risultati comparabili per quanto riguarda gli standard linguistici e educativi. Scopo del lavoro è dimostrare come la nascente egemonia arabizzante post indipendenza abbia subito gli influssi dei residui dell’ideologia coloniale e come questo abbia determinato la negazione del pluralismo linguistico e culturale che da sempre caratterizza il paese. Tuttavia, non sono le lingue in sé a essere campo di conflitto, ma la loro dimensione sovrastrutturale, costituita dalle rappresentazioni legate alle varie tipologie di linguaggio.

Gramsci e linguaggio in Algeria: Analisi delle politiche linguistiche algerine in un'ottica gramsciana.

SANTELLI, MARTA
2019/2020

Abstract

La presente ricerca costituisce un tentativo di applicazione delle principali teorie gramsciane su lingua e linguaggio, contenute nei Quaderni dal carcere e in altri suoi scritti; in particolare, il nesso stabilito tra lingua e ideologia fornisce interessanti spunti analitici per l’indagine del panorama sociolinguistico dell’Algeria contemporanea. Le misure in campo linguistico e educativo adottate nel contesto algerino postcoloniale, nonché gli effetti prodotti da tali strategie sulle rappresentazioni e sulle pratiche dei parlanti vengono valutate in un’ottica di analisi delle politiche pubbliche e del ruolo della lingua come strumento di policy making. Il quadro teorico è costituito dalla letteratura linguistica di stampo marxista, con particolare riferimento ai fenomeni post e neocoloniali. Il confronto con la condizione dell’Italia post-unitaria e con le considerazioni di Gramsci rispetto alla condizione dell’unità linguistica suggeriscono la vacuità del diffuso “eccezionalismo” adottato nello studio della storia e della cultura del mondo arabo e del Nord Africa in particolare. Nonostante le profonde differenze tra i due contesti, tipologie simili di approcci portano a risultati comparabili per quanto riguarda gli standard linguistici e educativi. Scopo del lavoro è dimostrare come la nascente egemonia arabizzante post indipendenza abbia subito gli influssi dei residui dell’ideologia coloniale e come questo abbia determinato la negazione del pluralismo linguistico e culturale che da sempre caratterizza il paese. Tuttavia, non sono le lingue in sé a essere campo di conflitto, ma la loro dimensione sovrastrutturale, costituita dalle rappresentazioni legate alle varie tipologie di linguaggio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/26730