COVID-19 pandemic severely hit Emergency Departments (ED), affecting their activities and patient flows. Concerns have been raised about potential worsening in the outcome of cardiovascular emergencies, including Acute Aortic Syndromes (AAS). The objective of this work is the evaluation of the characteristics of patients with AAS accessing ED during COVID-19 pandemic, as well as their handling, rate of subtypes and outcomes, and comparing them with pre-pandemic data. Data from EDs from three different hospitals in Northern Italy were analyzed, comparing AAS cases during the first year of pandemic (March 2020 to February 2021) with cases occurred in the year beforehand (March 2019 to February 2020). 97 AAS cases occurred during the COVID period against 87 pre-COVID cases (p=0.46). The total number of AAS and subtypes diagnosed in 2020 were comparable in the two periods, confirming the pandemic didn’t affect presentation of AAS patients to the ED. Neither an increased time span from symptoms onset to triage arrival was noticed. Frequency of signs and symptoms at arrival in the two periods of time showed no significant difference, apart from an increase of posterior chest pain occurrence. Surgical and endovascular treatment rates were performed in 65% and 15.5% of cases (vs 72% and 5.7% with p=0.3 and p=0.35, respectively) suggesting that COVID-19 driven reorganization of EDs, Radiology, Cardiac Surgery and Vascular Surgery didn’t significantly affect invasive AAS treatment. Transfer of patients to hub centers was somewhat longer during COVID-19 period compared to pre-COVID period (time triage at spoke ED to triage at hub ED: 296 vs 248 minutes, p=0.18; time triage at spoke ED to Surgery Department: 263 vs 198 minutes, p=0.055), probably reflecting the saturation of ambulance services and the additional time required for sanitization. Total mortality rate didn’t change either. In conclusion, COVID-19 pandemic minimally affected the presentation and the management of AASs. However, efforts are needed to preserve efficient patient transfer to specialized centers especially during pandemic peaks.
La pandemia da Covid-19 ha profondamente colpito l’attività e i flussi dei pazienti nei Dipartimenti di Emergenza. Questo ha fatto insorgere preoccupazione per il possibile peggioramento degli esiti delle emergenze cardiovascolari, tra cui le sindromi aortiche acute. L’obiettivo di questo studio era di valutare le caratteristiche di presentazione, le caratteristiche di gestione, l’incidenza dei sottotipi e gli outcome delle sindromi aortiche acute durante la pandemia da Covid-19, comparandole al periodo pre-Covid. Sono stati analizzati retrospettivamente casi di sindrome aortica acuta gestiti nei Dipartimenti di Emergenza in 3 ospedali del Nord Italia, comparando quelli presentatisi durante il primo anno di pandemia (da marzo 2020 a febbraio 2021) con l’anno pre-Covid (da marzo 2019 a febbraio 2020). Durante il periodo Covid si sono verificati 97 casi con AAS vs 87 casi durante il periodo pre-Covid (p=0,46). Dai dati emersi, il numero totale di AAS e i sottotipi diagnosticati nel 2020, rispetto al 2019, non hanno subito modifiche, conferma che la pandemia non ha inciso sulle diagnosi in PS. Così come non vi è stato un aumento dei tempi tra l’insorgenza dei sintomi e l’arrivo in triage. Non c’è stata alcuna differenza tra la frequenza dei segni e sintomi di presentazione tra i due periodi a confronto, ad esclusione di un aumento di presentazioni con dolore toracico posteriore. I tassi di chirurgia e trattamento endovascolare sono stati del 65% e 15,5% (vs 72%/5,7%, p=0,3/p=0,35), indicando che la riorganizzazione dei PS, delle unità di radiologia, di cardiochirurgia e di chirurgia vascolare non ha influito in modo significativo sul potenziale dei centri aortici. I tempi di trasferimento dei pazienti in centri hub sono stati leggermente più lunghi durante il periodo Covid (tempo all’ hub 296 vs 248 minuti, p=0.18, e tempo alla chirurgia, 263 vs 198 minuti, p=0.055), probabilmente dovuto al maggiore utilizzo dei mezzi di trasporto per pazienti Covid-19 e al maggior tempo necessario per la disinfezione dei mezzi. Complessivamente anche la mortalità non è cambiata. In conclusione, la presentazione in DEA e la cura della SAA sono state marginalmente influenzate dal Covid-19. Tuttavia, sono stati necessari sforzi per mantenere efficiente il trasferimento dei pazienti in centri specializzati durante i picchi di pandemia.
Presentazione clinica e gestione in Pronto Soccorso delle sindromi aortiche acute durante il primo anno di pandemia da COVID-19
ALLEGRETTI, ELENA
2022/2023
Abstract
La pandemia da Covid-19 ha profondamente colpito l’attività e i flussi dei pazienti nei Dipartimenti di Emergenza. Questo ha fatto insorgere preoccupazione per il possibile peggioramento degli esiti delle emergenze cardiovascolari, tra cui le sindromi aortiche acute. L’obiettivo di questo studio era di valutare le caratteristiche di presentazione, le caratteristiche di gestione, l’incidenza dei sottotipi e gli outcome delle sindromi aortiche acute durante la pandemia da Covid-19, comparandole al periodo pre-Covid. Sono stati analizzati retrospettivamente casi di sindrome aortica acuta gestiti nei Dipartimenti di Emergenza in 3 ospedali del Nord Italia, comparando quelli presentatisi durante il primo anno di pandemia (da marzo 2020 a febbraio 2021) con l’anno pre-Covid (da marzo 2019 a febbraio 2020). Durante il periodo Covid si sono verificati 97 casi con AAS vs 87 casi durante il periodo pre-Covid (p=0,46). Dai dati emersi, il numero totale di AAS e i sottotipi diagnosticati nel 2020, rispetto al 2019, non hanno subito modifiche, conferma che la pandemia non ha inciso sulle diagnosi in PS. Così come non vi è stato un aumento dei tempi tra l’insorgenza dei sintomi e l’arrivo in triage. Non c’è stata alcuna differenza tra la frequenza dei segni e sintomi di presentazione tra i due periodi a confronto, ad esclusione di un aumento di presentazioni con dolore toracico posteriore. I tassi di chirurgia e trattamento endovascolare sono stati del 65% e 15,5% (vs 72%/5,7%, p=0,3/p=0,35), indicando che la riorganizzazione dei PS, delle unità di radiologia, di cardiochirurgia e di chirurgia vascolare non ha influito in modo significativo sul potenziale dei centri aortici. I tempi di trasferimento dei pazienti in centri hub sono stati leggermente più lunghi durante il periodo Covid (tempo all’ hub 296 vs 248 minuti, p=0.18, e tempo alla chirurgia, 263 vs 198 minuti, p=0.055), probabilmente dovuto al maggiore utilizzo dei mezzi di trasporto per pazienti Covid-19 e al maggior tempo necessario per la disinfezione dei mezzi. Complessivamente anche la mortalità non è cambiata. In conclusione, la presentazione in DEA e la cura della SAA sono state marginalmente influenzate dal Covid-19. Tuttavia, sono stati necessari sforzi per mantenere efficiente il trasferimento dei pazienti in centri specializzati durante i picchi di pandemia.File | Dimensione | Formato | |
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