Cluster headache is a rare but extremely debilitating condition characterized by intense pain typically located around the peri-orbital and temporal regions, lasting from 15 to 180 minutes and associated with autonomic-trigeminal symptoms. In the quest to identify useful biomarkers for characterizing patients, especially during the active phase of the disease, increasing interest is focused on the analysis of neuropeptides likely involved in the pathology, such as Orexin and CGRP. This study correlates the results of the analysis of these peptides with various clinical and demographic factors, including cluster characteristics, gender, age, as well as the results of various questionnaires, which assist in evaluating various aspects otherwise difficult to assess, such as sleep quality and mood disorders. METHODS: Fourteen patients were evaluated, including 2 females and 12 males, all attending the Headache Clinical Research Center at the A.O.U Città della Salute e della Scienza in Turin, and recruited according to specific inclusion and exclusion criteria. A venous blood sample was taken from each patient to study the plasma concentrations of the peptides, and clinical data were collected at the same time, along with self-administered questionnaires. We then compared this group with a cohort of 41 migraine patients who participated in a parallel study conducted by the same center. RESULTS :This study did not reveal significant correlations between the disease status and some of the evaluated factors, such as alcohol and smoking. CGRP and Orexin-A were not found to be markers of the active phase of the disease, and when comparing these values with the group of migraine subjects, the latter had significantly higher levels of CGRP. Furthermore, it is interesting to note a direct correlation between CGRP levels and the scores of the STAI Y1 2 and BDI questionnaires. Finally, the state anxiety score (STAI Y1) emerged as the only significant predictor of CGRP concentration. CONCLUSIONS: Peptides were not found to be predictors of the active phase of the disease. Therefore, the need to expand neurobiological research in the field of CGRP and Orexin becomes evident, through studies based on larger case series and comparing the obtained data with those of migraine patients.
BACKGROUD: La cefalea a grappolo è una patologia rara ma estremamente debilitante, caratterizzata da un intenso dolore tipicamente in sede peri-orbitale e temporale, della durata dai 15 ai 180 minuti, associato a sintomi autonomico-trigeminali. Nell’ottica di individuare biomarcatori utili a caratterizzare i pazienti, soprattutto nella fase attiva di malattia, sempre maggiore interesse è rivolto all ’analisi di neuropeptidi verosimilmente coinvolti nella patologia, quali Orexine e CGRP. Lo studio correla i risultati dell’analisi di questi peptidi con diversi fattori clinici e demografici, come le caratteristiche dei grappoli, il sesso e l’età, oltre che i risultati di diversi questionari, i quali coadiuvano nella valutazione di diversi aspetti altrimenti difficili da valutare, come la qualità del sonno e i disturbi dell’umore. METODI: Sono stati valutati 14 pazienti, tra questi 2 femmine e 12 maschi, tutti afferenti all’ambulatorio del Centro di Ricerca Clinica Cefalee dell’A.O.U Citta della Salute e della Scienza di Torino, e arruolati secondo specifici criteri di inclusione ed esclusione. Per ognuno di essi è stato effettuato un prelievo venoso, così da studiare le concentrazioni plasmatiche dei peptidi, e nello stesso tempo raccolti dati clinici oltre che forniti dei questionari da autosomministrarsi. Abbiamo poi confrontato questo gruppo con una coorte di 41 pazienti emicranici, i quali hanno partecipato ad uno studio parallelo, svolto dallo stesso centro. RISULTATI: Dallo studio non sono emerse correlazioni significative tra lo stato di malattia e alcune dei fattori valutati, quali alcol e fumo. Il CGRP e l’Orexina-A non sono risultati marker della fase attiva di malattia, e confrontando questi valori con il gruppo di soggetti emicranici, questi ultimi presentavano valori di CGRP significativamente più elevati. Inoltre appare di interesse notare una correlazione diretta tra i livelli di CGRP e i punteggi dei questionari STAI Y1 2 e BDI. Infine il punteggio di ansia di stato (STAI Y1), risulta l’unico predittore significativo della concentrazione di CGRP. CONCLUSIONI: I peptidi non sono risultati dei predittori di fase attiva della malattia. Appare chiara pertanto la necessità di espandere la ricerca neurobiologica nell’ambito del CGRP e dell’Orexina, attraverso studi che si basino su casistiche più ampie, e confrontando i dati ottenuti con quelli dei pazienti emicranici.
Ruolo dei neuropeptidi nella cefalea a grappolo: correlazioni clinico-biochimiche
GRASSIA, ROCCO
2022/2023
Abstract
BACKGROUD: La cefalea a grappolo è una patologia rara ma estremamente debilitante, caratterizzata da un intenso dolore tipicamente in sede peri-orbitale e temporale, della durata dai 15 ai 180 minuti, associato a sintomi autonomico-trigeminali. Nell’ottica di individuare biomarcatori utili a caratterizzare i pazienti, soprattutto nella fase attiva di malattia, sempre maggiore interesse è rivolto all ’analisi di neuropeptidi verosimilmente coinvolti nella patologia, quali Orexine e CGRP. Lo studio correla i risultati dell’analisi di questi peptidi con diversi fattori clinici e demografici, come le caratteristiche dei grappoli, il sesso e l’età, oltre che i risultati di diversi questionari, i quali coadiuvano nella valutazione di diversi aspetti altrimenti difficili da valutare, come la qualità del sonno e i disturbi dell’umore. METODI: Sono stati valutati 14 pazienti, tra questi 2 femmine e 12 maschi, tutti afferenti all’ambulatorio del Centro di Ricerca Clinica Cefalee dell’A.O.U Citta della Salute e della Scienza di Torino, e arruolati secondo specifici criteri di inclusione ed esclusione. Per ognuno di essi è stato effettuato un prelievo venoso, così da studiare le concentrazioni plasmatiche dei peptidi, e nello stesso tempo raccolti dati clinici oltre che forniti dei questionari da autosomministrarsi. Abbiamo poi confrontato questo gruppo con una coorte di 41 pazienti emicranici, i quali hanno partecipato ad uno studio parallelo, svolto dallo stesso centro. RISULTATI: Dallo studio non sono emerse correlazioni significative tra lo stato di malattia e alcune dei fattori valutati, quali alcol e fumo. Il CGRP e l’Orexina-A non sono risultati marker della fase attiva di malattia, e confrontando questi valori con il gruppo di soggetti emicranici, questi ultimi presentavano valori di CGRP significativamente più elevati. Inoltre appare di interesse notare una correlazione diretta tra i livelli di CGRP e i punteggi dei questionari STAI Y1 2 e BDI. Infine il punteggio di ansia di stato (STAI Y1), risulta l’unico predittore significativo della concentrazione di CGRP. CONCLUSIONI: I peptidi non sono risultati dei predittori di fase attiva della malattia. Appare chiara pertanto la necessità di espandere la ricerca neurobiologica nell’ambito del CGRP e dell’Orexina, attraverso studi che si basino su casistiche più ampie, e confrontando i dati ottenuti con quelli dei pazienti emicranici.File | Dimensione | Formato | |
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