All’interno di questa dissertazione sarà affrontato il tema dell’antisemtismo nel giornale la “Stampa” di Torino. Verranno analizzati gli articoli a proposito dell’ebraismo e della “razza” nel 1938. Fu infatti in questo anno che il regime varò la maggioranza dei provvedimenti contro la minoranza israelita. Sempre al ’38 è databile quella violenta campagna denigratoria contro gli ebrei, la quale coinvolse tutti i giornali italiani. Questi erano ormai controllati quasi completamente dal regime, attraverso il Minculpop di Dino Alfieri. Servendosi dello strumento delle “veline”, questo organo aveva infatti il potere di intervenire direttamente sulle singole notizie, censurandole o incoraggiandone la pubblicazione. Durante la campagna razzista tutti i giornali agirono all’unisono, producendo una grande quantità di articoli e inchieste, con l’obiettivo di attaccare la minoranza e sottolinearne la pericolosità. All’interno della prima parte della tesi sarà affrontata la disposizione dei diversi articoli, sia rispetto alle pagine del quotidiano torinese che rispetto ai vari mesi del 1938. Attraverso questa analisi si cercherà di capire in che modo il quotidiano torinese si rapportò alle differenti fasi della campagna e quale rilievo le venne assegnato. Nella seconda parte l’attenzione sarà invece focalizzata sui differenti temi trattati negli articoli della “Stampa”. I giornalisti si servirono infatti di un vasto repertorio di accuse, che andavano dal presunto desiderio degli ebrei di dominare il mondo alla loro propensione per l’antifascismo. Molti di questi attacchi provenivano poi da periodi differenti, come il medioevo o la prima età moderna. L’antigiudaismo cristiano, in particolare, fu utilizzato per rafforzare numerose accuse nei confronti degli ebrei. Gli stessi erano poi tacciati di propensione per il comunismo e di ostilità contro l’Italia. Anche gli stereotipi tradizionalmente attribuiti agli israeliti, come l’avidità, il materialismo e l’infedeltà andarono ad aggiungersi al vasto repertorio di attacchi nei loro confronti. L’attenzione sarà poi rivolta alla più ampia “questione razziale”. L’antisemitismo era infatti indissolubilmente connesso al concetto di “razza”. La svolta razzista aveva delle precise motivazioni, come la volontà di presentare l’Italia come una grande potenza o il bisogno di rivaleggiare con l’alleato tedesco. All’interno dei diversi numeri della “Stampa” è possibile ritrovare molti articoli sull’argomento e numerosi intellettuali e studiosi furono interpellati dal quotidiano. Questo si rapportò in maniera ambigua alla diatriba, allora in corso, tra biologismo e spiritualismo, alternando posizioni differenti e servendosi di contributi provenienti da entrambi gli schieramenti. L’ultima parte della dissertazione sarà invece dedicata alle vignette e all’utilizzo delle immagini. Il giornale di Signoretti si servì infatti dei contributi visivi per trasmettere contenuti antisemiti di facile comprensione e privi di drammaticità. Attraverso il medium delle vignette era possibile coinvolgere anche un pubblico meno interessato alle notizie sul “problema ebraico”. Questi fumetti avevano l’obiettivo di inserire gli attacchi antisemiti in una prospettiva di quotidianità e il loro aspetto innocuo doveva servire per veicolare messaggi, anche molto duri, sotto l’insegna di una comunicazione vivace e ironica. Nell’ultima parte, infine si cercherà di dare un giudizio complessivo sull’operato del giornale, in rapporto all’antisemitismo.

1938: "La Stampa" e l'antisemitismo

PRIOTTO, MATTEO
2020/2021

Abstract

All’interno di questa dissertazione sarà affrontato il tema dell’antisemtismo nel giornale la “Stampa” di Torino. Verranno analizzati gli articoli a proposito dell’ebraismo e della “razza” nel 1938. Fu infatti in questo anno che il regime varò la maggioranza dei provvedimenti contro la minoranza israelita. Sempre al ’38 è databile quella violenta campagna denigratoria contro gli ebrei, la quale coinvolse tutti i giornali italiani. Questi erano ormai controllati quasi completamente dal regime, attraverso il Minculpop di Dino Alfieri. Servendosi dello strumento delle “veline”, questo organo aveva infatti il potere di intervenire direttamente sulle singole notizie, censurandole o incoraggiandone la pubblicazione. Durante la campagna razzista tutti i giornali agirono all’unisono, producendo una grande quantità di articoli e inchieste, con l’obiettivo di attaccare la minoranza e sottolinearne la pericolosità. All’interno della prima parte della tesi sarà affrontata la disposizione dei diversi articoli, sia rispetto alle pagine del quotidiano torinese che rispetto ai vari mesi del 1938. Attraverso questa analisi si cercherà di capire in che modo il quotidiano torinese si rapportò alle differenti fasi della campagna e quale rilievo le venne assegnato. Nella seconda parte l’attenzione sarà invece focalizzata sui differenti temi trattati negli articoli della “Stampa”. I giornalisti si servirono infatti di un vasto repertorio di accuse, che andavano dal presunto desiderio degli ebrei di dominare il mondo alla loro propensione per l’antifascismo. Molti di questi attacchi provenivano poi da periodi differenti, come il medioevo o la prima età moderna. L’antigiudaismo cristiano, in particolare, fu utilizzato per rafforzare numerose accuse nei confronti degli ebrei. Gli stessi erano poi tacciati di propensione per il comunismo e di ostilità contro l’Italia. Anche gli stereotipi tradizionalmente attribuiti agli israeliti, come l’avidità, il materialismo e l’infedeltà andarono ad aggiungersi al vasto repertorio di attacchi nei loro confronti. L’attenzione sarà poi rivolta alla più ampia “questione razziale”. L’antisemitismo era infatti indissolubilmente connesso al concetto di “razza”. La svolta razzista aveva delle precise motivazioni, come la volontà di presentare l’Italia come una grande potenza o il bisogno di rivaleggiare con l’alleato tedesco. All’interno dei diversi numeri della “Stampa” è possibile ritrovare molti articoli sull’argomento e numerosi intellettuali e studiosi furono interpellati dal quotidiano. Questo si rapportò in maniera ambigua alla diatriba, allora in corso, tra biologismo e spiritualismo, alternando posizioni differenti e servendosi di contributi provenienti da entrambi gli schieramenti. L’ultima parte della dissertazione sarà invece dedicata alle vignette e all’utilizzo delle immagini. Il giornale di Signoretti si servì infatti dei contributi visivi per trasmettere contenuti antisemiti di facile comprensione e privi di drammaticità. Attraverso il medium delle vignette era possibile coinvolgere anche un pubblico meno interessato alle notizie sul “problema ebraico”. Questi fumetti avevano l’obiettivo di inserire gli attacchi antisemiti in una prospettiva di quotidianità e il loro aspetto innocuo doveva servire per veicolare messaggi, anche molto duri, sotto l’insegna di una comunicazione vivace e ironica. Nell’ultima parte, infine si cercherà di dare un giudizio complessivo sull’operato del giornale, in rapporto all’antisemitismo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/26418