Le sostanze esplosive hanno sempre fatto parte della vita dell’essere umano ed hanno contribuito allo sviluppo di nuove tecnologie. L’utilizzo di esplosivi è ampiamente diffuso in ambito civile, si pensi all’apertura di strade, gallerie, passi montani ecc. Il progresso scientifico e lo sviluppo della chimica ha portato alla scoperta di sostanze con proprietà detonanti e infiammabili che sono state nel tempo migliorate fino ad arrivare ai moderni esplosivi. Il più antico esplosivo utilizzato dall’uomo è la polvere nera, impiegata soprattutto (dal 1400) in ambito militare come propellente per il caricamento di munizioni. Oggi gli esplosivi più innovativi sono realizzati a base di T4, HMX, PETN o loro miscele, spesso combinate con sostanze plastificanti in modo da renderli malleabili ed applicabili ad ogni tipo di superficie, dunque, facilmente impiegabili. Tra i più comuni esplosivi al plastico vi sono C4 e Semtex, comunemente utilizzati per demolizioni sia civili che militari. Sostanze infiammabili e potenzialmente esplosive sono spesso presenti negli ambienti di lavoro e domestici, possono provocare danni di diversa entità, risulta dunque di fondamentale importanza effettuare un’azione di prevenzione specifica e mirata, grazie alla conoscenza delle loro proprietà, degli effetti provocati dalla loro esplosione e delle norme di sicurezza da rispettare per la loro manipolazione. Tra gli esplosivi inorganici principali si analizzano: nitrato di potassio, nitrato di sodio, polvere nera, nitrato e di ammonio. La noncuranza delle misure di prevenzione e delle norme di sicurezza ha portato a gravi incidenti causati dall’accidentale esplosione di alcune sostanze esplosive sopra citate, si pensi all’esplosione del nel porto di Beirut nell’agosto del 2020 di circa 2750t di nitrato di ammonio. Molte sostanze esplosive inorganiche esistono in commercio, sono facilmente reperibili e sono spesso protagoniste di atti terroristici in quanto utilizzate per creare degli ordigni “home made”. Il nitrato di ammonio è, ad esempio, il principale componente del 60% degli IED (Improvised Explosive Device) creati in Afghanistan e in Pakistan. Al fine di mitigare il rischio di circolazione di tali sostanze è necessario rafforzare i sistemi di sicurezza nazionale in ambito contro-terrorismo, in modo da migliorare il rilevamento in tracce di esplosivi e ostacolare la loro diffusione e il loro trasporto tramite porti, aeroporti e vari mezzi di trasporto pubblico. Gli esplosivi hanno dunque contribuito al progresso della civiltà ed è perciò scorretto trascurarne lo studio e basarsi su un pregiudizio negativo che li vede connessi solo all’ambito militare o terroristico. L’impiego dell’esplosivo è un atto sicuro se vengono applicate in maniera corretta le norme di sicurezza e con professionalità.

La chimica dei principali esplosivi inorganici

CARDINALE, MATTIA
2020/2021

Abstract

Le sostanze esplosive hanno sempre fatto parte della vita dell’essere umano ed hanno contribuito allo sviluppo di nuove tecnologie. L’utilizzo di esplosivi è ampiamente diffuso in ambito civile, si pensi all’apertura di strade, gallerie, passi montani ecc. Il progresso scientifico e lo sviluppo della chimica ha portato alla scoperta di sostanze con proprietà detonanti e infiammabili che sono state nel tempo migliorate fino ad arrivare ai moderni esplosivi. Il più antico esplosivo utilizzato dall’uomo è la polvere nera, impiegata soprattutto (dal 1400) in ambito militare come propellente per il caricamento di munizioni. Oggi gli esplosivi più innovativi sono realizzati a base di T4, HMX, PETN o loro miscele, spesso combinate con sostanze plastificanti in modo da renderli malleabili ed applicabili ad ogni tipo di superficie, dunque, facilmente impiegabili. Tra i più comuni esplosivi al plastico vi sono C4 e Semtex, comunemente utilizzati per demolizioni sia civili che militari. Sostanze infiammabili e potenzialmente esplosive sono spesso presenti negli ambienti di lavoro e domestici, possono provocare danni di diversa entità, risulta dunque di fondamentale importanza effettuare un’azione di prevenzione specifica e mirata, grazie alla conoscenza delle loro proprietà, degli effetti provocati dalla loro esplosione e delle norme di sicurezza da rispettare per la loro manipolazione. Tra gli esplosivi inorganici principali si analizzano: nitrato di potassio, nitrato di sodio, polvere nera, nitrato e di ammonio. La noncuranza delle misure di prevenzione e delle norme di sicurezza ha portato a gravi incidenti causati dall’accidentale esplosione di alcune sostanze esplosive sopra citate, si pensi all’esplosione del nel porto di Beirut nell’agosto del 2020 di circa 2750t di nitrato di ammonio. Molte sostanze esplosive inorganiche esistono in commercio, sono facilmente reperibili e sono spesso protagoniste di atti terroristici in quanto utilizzate per creare degli ordigni “home made”. Il nitrato di ammonio è, ad esempio, il principale componente del 60% degli IED (Improvised Explosive Device) creati in Afghanistan e in Pakistan. Al fine di mitigare il rischio di circolazione di tali sostanze è necessario rafforzare i sistemi di sicurezza nazionale in ambito contro-terrorismo, in modo da migliorare il rilevamento in tracce di esplosivi e ostacolare la loro diffusione e il loro trasporto tramite porti, aeroporti e vari mezzi di trasporto pubblico. Gli esplosivi hanno dunque contribuito al progresso della civiltà ed è perciò scorretto trascurarne lo studio e basarsi su un pregiudizio negativo che li vede connessi solo all’ambito militare o terroristico. L’impiego dell’esplosivo è un atto sicuro se vengono applicate in maniera corretta le norme di sicurezza e con professionalità.
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