Affamare intenzionalmente la popolazione civile durante un conflitto è un efferato crimine internazionale: eppure la fame è stata più volte impiegata nel corso della storia come metodo di annientamento del nemico. Eliminare e annichilire le basi di sopravvivenza nemiche per lasciare poi che la natura faccia il proprio corso, che le vittime muoiano di stenti e malattie, è una strategia politica e militare che è stata largamente impiegata nel corso del secolo scorso. L’impiego della fame come metodo di guerra, nonostante sia in palese violazione delle Convenzioni di Ginevra e del diritto umanitario internazionale valido erga omnes, è una pratica tutt’oggi utilizzata. L’impotenza della comunità internazionale di fronte ai disastri per fame politicamente indotti del nostro secolo – impotenza, inadeguatezza o indifferenza – colpisce particolarmente se si pensi al complesso quadro giuridico e teorico messo in piedi in seguito agli avvenimenti del XX secolo, il cosiddetto «secolo dei genocidi». È il caso del conflitto civile in Yemen, conflitto che ormai prosegue incessantemente dal 2015 e che vede i civili bersagli di una guerra logorante, portata avanti per procura in seguito alle rivolte durante la primavera araba del 2011 e all’ingerenza saudita per ripristinare il potere del governo yemenita spodestato dalla capitale. Il conflitto in Yemen è uno dei più letali tra i conflitti odierni, ma i cui crimini sono tra i più subdoli e sottili da perseguire: le cause di decesso sembrano essere per lo più indirette. I tassi di mortalità infantile del Paese, ad esempio, sono spaventosi, con oltre il 55% di bambini morti prima di compiere 5 anni, le con-cause sembrano essere quasi sempre epidemie e malnutrizione. Lo scopo di questo progetto è quello di dimostrare la natura criminale dell’impiego della fame all’interno del conflitto civile internazionale in Yemen, dimostrare cioè se, e in quale misura, l’annichilimento delle possibilità di sopravvivenza dei civili yemeniti sia deliberato dalle strategie militari di ambo le fazioni e quanto la giustizia e la comunità internazionale stiano fallendo nell’applicazione del diritto internazionale erga omnes.

Fame e guerra nei nuovi conflitti. L’annichilimento delle basi di sopravvivenza come arma di guerra dalla storia agli scenari attuali. Il caso dello Yemen.

FUSCO, ANNA LAURA
2019/2020

Abstract

Affamare intenzionalmente la popolazione civile durante un conflitto è un efferato crimine internazionale: eppure la fame è stata più volte impiegata nel corso della storia come metodo di annientamento del nemico. Eliminare e annichilire le basi di sopravvivenza nemiche per lasciare poi che la natura faccia il proprio corso, che le vittime muoiano di stenti e malattie, è una strategia politica e militare che è stata largamente impiegata nel corso del secolo scorso. L’impiego della fame come metodo di guerra, nonostante sia in palese violazione delle Convenzioni di Ginevra e del diritto umanitario internazionale valido erga omnes, è una pratica tutt’oggi utilizzata. L’impotenza della comunità internazionale di fronte ai disastri per fame politicamente indotti del nostro secolo – impotenza, inadeguatezza o indifferenza – colpisce particolarmente se si pensi al complesso quadro giuridico e teorico messo in piedi in seguito agli avvenimenti del XX secolo, il cosiddetto «secolo dei genocidi». È il caso del conflitto civile in Yemen, conflitto che ormai prosegue incessantemente dal 2015 e che vede i civili bersagli di una guerra logorante, portata avanti per procura in seguito alle rivolte durante la primavera araba del 2011 e all’ingerenza saudita per ripristinare il potere del governo yemenita spodestato dalla capitale. Il conflitto in Yemen è uno dei più letali tra i conflitti odierni, ma i cui crimini sono tra i più subdoli e sottili da perseguire: le cause di decesso sembrano essere per lo più indirette. I tassi di mortalità infantile del Paese, ad esempio, sono spaventosi, con oltre il 55% di bambini morti prima di compiere 5 anni, le con-cause sembrano essere quasi sempre epidemie e malnutrizione. Lo scopo di questo progetto è quello di dimostrare la natura criminale dell’impiego della fame all’interno del conflitto civile internazionale in Yemen, dimostrare cioè se, e in quale misura, l’annichilimento delle possibilità di sopravvivenza dei civili yemeniti sia deliberato dalle strategie militari di ambo le fazioni e quanto la giustizia e la comunità internazionale stiano fallendo nell’applicazione del diritto internazionale erga omnes.
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