INTRODUCTION. Over the last few years, a particular phenomenon has immediately grab the mass media attention: the emigration of newly graduate Italian nurses to foreign countries. At present, the most-favoured destination is the United Kingdom. There may be many factors behind this choice: economic, employment, personal, socio-cultural. Settling in a new life setting is certainly not easy – the distance from friends and family, and the language barriers can put a strain on one’s spirit of adaptation. At the same time, the requirements to carry out the profession are laid down by the English nursing board, they are specific and must be strictly complied with in order to be enrolled in the Register. Working in the UK means being able to develop cultural competence. OBJECTIVE. The objective of this thesis consists of measuring and describing the level of satisfaction perceived by a sample of nurses who have studied in Italy and have then moved to the United Kingdom through a questionnaire specifically tailored for this project. MATERIAL AND METHODS. The consultation of the Pubmed and Cinahl database has lead to the drafting of the questionnaire with 12 mixed questions. There are questions with dichotomous answers, multiple choice and items evaluated on the Likert scale to purposely measure the level of satisfaction of the nurses. RESULTS. The form was posted on social media groups and pages where nurses with Italian origin and currently residing in the UK were registered. A total of 178 people answered. The sample is relatively young, coming from different parts of Italy (including the Italian islands) and represented by a prevalence of women. Mainly professional and personal factors are behind the move. 90% of people would repeat their choice to emigrate. DISCUSSION. Italian nurses choose to move to the UK weary of the lack of appreciation from the Italian institutions and the presence of poor working conditions, especially in the private sector. The respondents claim to have started to work shortly after their arrival in the UK, signing a permanent contract. They have gone through job placement programmes with the aim of obtaining the correct language and technical skills. Only for few of them the English language has been an obstacle – the cultural differences have not jeopardized their relationship with the patient. They have felt a sense of hospitality and closeness from the staff as they were recognized as skilled professionals. The wage is appropriate for the English lifestyle. The greatest reward took place during the current Sars-Cov-2 pandemic. Literature agrees with the findings. CONCLUSION. On the whole, the experiences of the Italian nurses are positive unlike those of people coming from non-European countries such as South Africa, India, Pakistan and the Philippines.
INTRODUZIONE. Negli ultimi anni si sta verificando un particolare fenomeno che ha da subito catturato l’attenzione dei mass media: l’emigrazione degli infermieri italiani neolaureati verso stati esteri. Attualmente la destinazione maggiormente favorita risulta essere il Regno Unito. Alla base di questa scelta ci possono essere fattori: economici, lavorativi, personali, socioculturali. Adattarsi ad un nuovo contesto di vita non è di certo facile, la lontananza da amici e famigliari, le barriere linguistiche possono mettere a dura prova lo spirito di adattamento. Al contempo, i requisiti per poter svolgere la professione sono indicati dall’ente di rappresentanza infermieristica inglese, sono specifici e devono essere rigorosamente rispettati per poter essere iscritti all’albo. Lavorare in UK significa poter sviluppare la cultural competence. OBIETTIVO. L’obiettivo di questa tesi è la misurazione e descrizione del livello di soddisfazione percepito da un campione di infermieri formatisi in Italia e trasferitisi successivamente nel Regno Unito tramite la somministrazione di un questionario costruito “ad hoc” per questo progetto. MATERIALI E METODI. La consultazione delle banche dati Pubmed e Cinahl ha portato alla realizzazione del questionario contenente 12 domande miste fra di loro. Sono presenti al suo interno quesiti con risposte dicotomiche, a scelta multipla e con item valutati dalla scala Likert per misurare specificatamente il livello di soddisfazione percepito dagli infermieri. RISULTATI. Il modulo è stato pubblicato su gruppi e pagine social dove fossero iscritti infermieri con provenienza italiana ed attualmente residenti in UK. In totale hanno risposto 178 persone. Il campione è relativamente giovane, proveniente da tutta Italia (comprese le Isole italiane) ed è rappresentato da una prevalenza di donne. Alla base del trasferimento ci sono soprattutto fattori professionali e personali. Il 90% delle persone ripeterebbe la scelta di emigrare. DISCUSSIONE. Gli infermieri provenienti dall’Italia scelgono di dislocarsi in terra inglese stanchi della mancata valorizzazione da parte delle istituzioni italiane e della presenza di pessime condizioni di lavoro, soprattutto nel settore privato. I compilatori sostengono di aver lavorato dopo poco tempo dal loro arrivo in UK firmando un contratto a tempo indeterminato. Sono stati sottoposti a programmi di inserimento lavorativo con la finalità di acquisire le giuste competenze linguistiche e tecniche. Soltanto per poche persone la lingua inglese avrebbe rappresentato un ostacolo: le differenze culturali non avrebbero pregiudicato il rapporto col paziente. Hanno avvertito un senso di accoglienza e vicinanza dallo staff poiché riconosciuti come professionisti preparati. Lo stipendio è adeguato allo stile di vita inglese. La massima valorizzazione è avvenuta durante l’attuale pandemia da Sars-Cov-2. La letteratura concorda con i risultati ottenuti. CONCLUSIONI. In generale, le esperienze degli infermieri italiani sono positive a differenza di coloro che provengono da Paesi extra-europei come Sud Africa, India, Pakistan e Filippine.
Il fenomeno migratorio degli infermieri italiani: uno studio osservazionale
LLESHI, SILVIO
2019/2020
Abstract
INTRODUZIONE. Negli ultimi anni si sta verificando un particolare fenomeno che ha da subito catturato l’attenzione dei mass media: l’emigrazione degli infermieri italiani neolaureati verso stati esteri. Attualmente la destinazione maggiormente favorita risulta essere il Regno Unito. Alla base di questa scelta ci possono essere fattori: economici, lavorativi, personali, socioculturali. Adattarsi ad un nuovo contesto di vita non è di certo facile, la lontananza da amici e famigliari, le barriere linguistiche possono mettere a dura prova lo spirito di adattamento. Al contempo, i requisiti per poter svolgere la professione sono indicati dall’ente di rappresentanza infermieristica inglese, sono specifici e devono essere rigorosamente rispettati per poter essere iscritti all’albo. Lavorare in UK significa poter sviluppare la cultural competence. OBIETTIVO. L’obiettivo di questa tesi è la misurazione e descrizione del livello di soddisfazione percepito da un campione di infermieri formatisi in Italia e trasferitisi successivamente nel Regno Unito tramite la somministrazione di un questionario costruito “ad hoc” per questo progetto. MATERIALI E METODI. La consultazione delle banche dati Pubmed e Cinahl ha portato alla realizzazione del questionario contenente 12 domande miste fra di loro. Sono presenti al suo interno quesiti con risposte dicotomiche, a scelta multipla e con item valutati dalla scala Likert per misurare specificatamente il livello di soddisfazione percepito dagli infermieri. RISULTATI. Il modulo è stato pubblicato su gruppi e pagine social dove fossero iscritti infermieri con provenienza italiana ed attualmente residenti in UK. In totale hanno risposto 178 persone. Il campione è relativamente giovane, proveniente da tutta Italia (comprese le Isole italiane) ed è rappresentato da una prevalenza di donne. Alla base del trasferimento ci sono soprattutto fattori professionali e personali. Il 90% delle persone ripeterebbe la scelta di emigrare. DISCUSSIONE. Gli infermieri provenienti dall’Italia scelgono di dislocarsi in terra inglese stanchi della mancata valorizzazione da parte delle istituzioni italiane e della presenza di pessime condizioni di lavoro, soprattutto nel settore privato. I compilatori sostengono di aver lavorato dopo poco tempo dal loro arrivo in UK firmando un contratto a tempo indeterminato. Sono stati sottoposti a programmi di inserimento lavorativo con la finalità di acquisire le giuste competenze linguistiche e tecniche. Soltanto per poche persone la lingua inglese avrebbe rappresentato un ostacolo: le differenze culturali non avrebbero pregiudicato il rapporto col paziente. Hanno avvertito un senso di accoglienza e vicinanza dallo staff poiché riconosciuti come professionisti preparati. Lo stipendio è adeguato allo stile di vita inglese. La massima valorizzazione è avvenuta durante l’attuale pandemia da Sars-Cov-2. La letteratura concorda con i risultati ottenuti. CONCLUSIONI. In generale, le esperienze degli infermieri italiani sono positive a differenza di coloro che provengono da Paesi extra-europei come Sud Africa, India, Pakistan e Filippine.File | Dimensione | Formato | |
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