The hypothesis that moves the entire discussion is that the relationship between young people and digital media and social networks can be enriched only to the extent that the former acquire the skills to orient themselves safely on the web. The paper is divided into four chapters. The first deals with the theme of the Internet as a driver of change in society and the daily habits of millions of people, the role it has played as an accelerator of globalization and how it has influenced all spheres of society, bringing many benefits and at the same time exposing to various risks. Then we analyze the relationship between young people, the sample on which we focus, and media from multiple points of view: times and places of use, socio-economic status, level of education and digitization of parents, device from which you access. The second and third chapters deal with the phases of childhood and adolescence, inserting them along a temporal continuum that wants to highlight how the digitization process begins in early childhood. In fact, we enter the digital reality, through the practice by parents of sharenting: the sharing of content such as photos and videos of children on social networks. Although the regulation is very clear with respect to the uses of different platforms, sometimes this is circumvented. In doing so, the behaviors that will then manifest themselves during adolescence, the privileged age for the use of media, are increasingly assimilated. It is in the third chapter that the paper examines Internet addiction disorder. Such disorder emerges during adolescence. The paper aims to define the characteristics of this pathology and to trace the profile of the adolescent with IAD, to better understand the internal and external factors that expose to a greater propensity to addiction. Limit cases of this disorder are the hikikomori, the phenomenon of self-reclusion in the home by millions of children around the world. The analysis shows that, where there is not sufficient appropriation of the necessary digital skills, dangerous situations can occur for those who use the media. In light of this, the initial hypothesis is confirmed that it is only through media education that the web can become a valuable, stimulating and at the same time safe space for the person. This is possible through media literacy: the ability to access, analyze, evaluate and produce messages in the various forms of media communication. It is from this assumption that the fourth chapter outlines the behaviors that parental figures and secondary socializing agencies must assume to deal with and prevent risky situations. The discussion concludes by proposing what is called digital civic education.

Questa tesi nasce dalla volontà di riflettere sul rapporto che Internet ha con la società e più in particolare con i giovani. Obiettivo principe della ricerca è comprendere come la media education possa fornire, le competenze necessarie per vivere il web come occasione di conoscenza, socializzazione ed educazione. I metodi di analisi adottati sono la ricerca bibliografica, la disamina della letteratura di riferimento e l'approfondimento di diversi studi di caso. L'ipotesi che muove l'intera trattazione è che il rapporto fra giovani e media digitali e social network può essere arricchente solo nella misura in cui i primi acquisiscano le capacità per orientarsi in sicurezza nella rete. L'elaborato è suddiviso in quattro capitoli. Nel primo si affronta la tematica di Internet come motore di cambiamento della società e delle abitudini quotidiane di milioni di persone, il ruolo che ha avuto in quanto acceleratore della globalizzazione e come ha influenzato tutte le sfere della società, apportando numerosi vantaggi e allo stesso tempo esponendo a svariati rischi. In seguito si analizza il rapporto fra giovani, il campione su cui ci si focalizza, e media sotto molteplici punti di vista: tempi e luoghi di fruizione, status socio- economico, livello d'istruzione e digitalizzazione dei genitori, dispositivo da cui si accede. Il secondo e il terzo capitolo trattano le fasi dell'infanzia e dell'adolescenza, inserendole lungo un continuum temporale che vuole evidenziare come il processo di digitalizzazione inizi già nella primissima infanzia. Infatti si entra nella realtà digitale, attraverso la pratica da parte dei genitori dello sharenting: la condivisione di contenuti quali foto e video dei bambini sui social network. Nonostante la regolamentazione sia molto chiara rispetto agli usi delle diverse piattaforme, talvolta questa viene aggirata. Così facendo si assimilano sempre di più i comportamenti che poi si manifesteranno durante l'adolescenza, l'età privilegiata per l'utilizzo dei media. È nel terzo capitolo che l'elaborato prende in esame l'Internet addiction disorder. Tale disturbo emerge durante l'adolescenza. L'elaborato si propone di definire i caratteri di questa patologia e di tracciare il profilo dell'adolescente con IAD, per meglio comprendere i fattori interni ed esterni che espongono ad una maggiore propensione alla dipendenza. Casi limite di tale disturbo sono gli hikikomori, il fenomeno dell'autoreclusione in casa da parte di milioni di ragazzi in tutto il mondo. Dalla disamina risulta come, laddove non vi è una sufficiente appropriazione delle competenze digitali necessarie si possa incorrere in situazioni pericolose e per chi usa i media. Alla luce di ciò si conferma l'ipotesi iniziale secondo la quale è solo attraverso l'educazione ai media che la rete può diventare uno spazio valorizzante, stimolante e allo stesso tempo sicuro per la persona. Questo è possibile tramite la media literacy: la capacità di accedere,analizzare,valutare e produrre messaggi nelle varie forme della comunicazione mediale. Tale capacità si acquisisce mediante il processo di formazione delle competenze digitali.È a partire da questo presupposto che il quarto capitolo delinea i comportamenti che le figure parentali e le agenzie di socializzazione secondarie devono assumere per fronteggiare e prevenire le situazioni rischiose.La trattazione conclude proponendo quella che viene definita educazione civica digitale.

Internet Addiction e social network: la sfida della Media Education

CAPOZZA, FRANCESCA
2019/2020

Abstract

Questa tesi nasce dalla volontà di riflettere sul rapporto che Internet ha con la società e più in particolare con i giovani. Obiettivo principe della ricerca è comprendere come la media education possa fornire, le competenze necessarie per vivere il web come occasione di conoscenza, socializzazione ed educazione. I metodi di analisi adottati sono la ricerca bibliografica, la disamina della letteratura di riferimento e l'approfondimento di diversi studi di caso. L'ipotesi che muove l'intera trattazione è che il rapporto fra giovani e media digitali e social network può essere arricchente solo nella misura in cui i primi acquisiscano le capacità per orientarsi in sicurezza nella rete. L'elaborato è suddiviso in quattro capitoli. Nel primo si affronta la tematica di Internet come motore di cambiamento della società e delle abitudini quotidiane di milioni di persone, il ruolo che ha avuto in quanto acceleratore della globalizzazione e come ha influenzato tutte le sfere della società, apportando numerosi vantaggi e allo stesso tempo esponendo a svariati rischi. In seguito si analizza il rapporto fra giovani, il campione su cui ci si focalizza, e media sotto molteplici punti di vista: tempi e luoghi di fruizione, status socio- economico, livello d'istruzione e digitalizzazione dei genitori, dispositivo da cui si accede. Il secondo e il terzo capitolo trattano le fasi dell'infanzia e dell'adolescenza, inserendole lungo un continuum temporale che vuole evidenziare come il processo di digitalizzazione inizi già nella primissima infanzia. Infatti si entra nella realtà digitale, attraverso la pratica da parte dei genitori dello sharenting: la condivisione di contenuti quali foto e video dei bambini sui social network. Nonostante la regolamentazione sia molto chiara rispetto agli usi delle diverse piattaforme, talvolta questa viene aggirata. Così facendo si assimilano sempre di più i comportamenti che poi si manifesteranno durante l'adolescenza, l'età privilegiata per l'utilizzo dei media. È nel terzo capitolo che l'elaborato prende in esame l'Internet addiction disorder. Tale disturbo emerge durante l'adolescenza. L'elaborato si propone di definire i caratteri di questa patologia e di tracciare il profilo dell'adolescente con IAD, per meglio comprendere i fattori interni ed esterni che espongono ad una maggiore propensione alla dipendenza. Casi limite di tale disturbo sono gli hikikomori, il fenomeno dell'autoreclusione in casa da parte di milioni di ragazzi in tutto il mondo. Dalla disamina risulta come, laddove non vi è una sufficiente appropriazione delle competenze digitali necessarie si possa incorrere in situazioni pericolose e per chi usa i media. Alla luce di ciò si conferma l'ipotesi iniziale secondo la quale è solo attraverso l'educazione ai media che la rete può diventare uno spazio valorizzante, stimolante e allo stesso tempo sicuro per la persona. Questo è possibile tramite la media literacy: la capacità di accedere,analizzare,valutare e produrre messaggi nelle varie forme della comunicazione mediale. Tale capacità si acquisisce mediante il processo di formazione delle competenze digitali.È a partire da questo presupposto che il quarto capitolo delinea i comportamenti che le figure parentali e le agenzie di socializzazione secondarie devono assumere per fronteggiare e prevenire le situazioni rischiose.La trattazione conclude proponendo quella che viene definita educazione civica digitale.
ITA
The hypothesis that moves the entire discussion is that the relationship between young people and digital media and social networks can be enriched only to the extent that the former acquire the skills to orient themselves safely on the web. The paper is divided into four chapters. The first deals with the theme of the Internet as a driver of change in society and the daily habits of millions of people, the role it has played as an accelerator of globalization and how it has influenced all spheres of society, bringing many benefits and at the same time exposing to various risks. Then we analyze the relationship between young people, the sample on which we focus, and media from multiple points of view: times and places of use, socio-economic status, level of education and digitization of parents, device from which you access. The second and third chapters deal with the phases of childhood and adolescence, inserting them along a temporal continuum that wants to highlight how the digitization process begins in early childhood. In fact, we enter the digital reality, through the practice by parents of sharenting: the sharing of content such as photos and videos of children on social networks. Although the regulation is very clear with respect to the uses of different platforms, sometimes this is circumvented. In doing so, the behaviors that will then manifest themselves during adolescence, the privileged age for the use of media, are increasingly assimilated. It is in the third chapter that the paper examines Internet addiction disorder. Such disorder emerges during adolescence. The paper aims to define the characteristics of this pathology and to trace the profile of the adolescent with IAD, to better understand the internal and external factors that expose to a greater propensity to addiction. Limit cases of this disorder are the hikikomori, the phenomenon of self-reclusion in the home by millions of children around the world. The analysis shows that, where there is not sufficient appropriation of the necessary digital skills, dangerous situations can occur for those who use the media. In light of this, the initial hypothesis is confirmed that it is only through media education that the web can become a valuable, stimulating and at the same time safe space for the person. This is possible through media literacy: the ability to access, analyze, evaluate and produce messages in the various forms of media communication. It is from this assumption that the fourth chapter outlines the behaviors that parental figures and secondary socializing agencies must assume to deal with and prevent risky situations. The discussion concludes by proposing what is called digital civic education.
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