Il confronto interlinguistico proposto in Ricca e Ramat (1998) nasce dalla volontà di studiare, su scala europea, come le lingue, a livello di frase, facciano variamente fronte al problema dell'esprimere modificatori semantici, gli “avverbi”. Attraverso un punto di partenza di tipo semantico, i due studiosi hanno innanzitutto confrontato i sentence adverbs (SA 'avverbi di proposizione') con i predicate adverbs (PA 'avverbi di predicazione'). Nella loro caratterizzazione, Ricca e Ramat hanno applicato il modello della Grammatica Funzionale di Simon Dik e Kees Hengeveld, mostrando il diverso comportamento degli avverbi nelle lingue d'Europa. Secondo Cinque (1999), invece, il tipo e l'ordine relativo delle proiezioni funzionali della frase non è variabile da lingua a lingua, ma è dato da processi che rispondono delle regole della Grammatica Universale. Per determinare la gerarchia universale delle proiezioni funzionali si può osservare l'ordine di tre tipi di elementi funzionali: i morfemi “liberi” (particelle e ausiliari), gli affissi e gli avverbi (AdvP 'Adverb Phrase'). A sostegno dell'interpretazione secondo la quale la Grammatica Universale renderebbe l'ordine disponibile a tutte le lingue, Cinque (1999), confrontando i sistemi di molte lingue diverse, propone una vera e propria gerarchia di proiezioni funzionali dell'avverbio nel campo del modo, tempo e aspetto. In questa tesi le due proposte vengono messe a confronto per far emergere, oltre alle evidenti differenze di impostazione tra funzionalismo e formalismo, eventuali punti di convergenza nella descrizione dei fenomeni. ​

“Analisi interlinguistica degli avverbi: un confronto tra sintassi funzionale e formalismo generativo” ​

BARTOLUCCI, LAVINIA
2019/2020

Abstract

Il confronto interlinguistico proposto in Ricca e Ramat (1998) nasce dalla volontà di studiare, su scala europea, come le lingue, a livello di frase, facciano variamente fronte al problema dell'esprimere modificatori semantici, gli “avverbi”. Attraverso un punto di partenza di tipo semantico, i due studiosi hanno innanzitutto confrontato i sentence adverbs (SA 'avverbi di proposizione') con i predicate adverbs (PA 'avverbi di predicazione'). Nella loro caratterizzazione, Ricca e Ramat hanno applicato il modello della Grammatica Funzionale di Simon Dik e Kees Hengeveld, mostrando il diverso comportamento degli avverbi nelle lingue d'Europa. Secondo Cinque (1999), invece, il tipo e l'ordine relativo delle proiezioni funzionali della frase non è variabile da lingua a lingua, ma è dato da processi che rispondono delle regole della Grammatica Universale. Per determinare la gerarchia universale delle proiezioni funzionali si può osservare l'ordine di tre tipi di elementi funzionali: i morfemi “liberi” (particelle e ausiliari), gli affissi e gli avverbi (AdvP 'Adverb Phrase'). A sostegno dell'interpretazione secondo la quale la Grammatica Universale renderebbe l'ordine disponibile a tutte le lingue, Cinque (1999), confrontando i sistemi di molte lingue diverse, propone una vera e propria gerarchia di proiezioni funzionali dell'avverbio nel campo del modo, tempo e aspetto. In questa tesi le due proposte vengono messe a confronto per far emergere, oltre alle evidenti differenze di impostazione tra funzionalismo e formalismo, eventuali punti di convergenza nella descrizione dei fenomeni. ​
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