Cittadelle cristiane per nuove periferie. Chiesa, città e percorsi di presenza cattolica nell'Italia della Ricostruzione.

For the Catholic Church, the years following the Second World War were the years of Pio XII 'social crusade' for the Christian reconquest of the world, the years of activist mobilization against communism and the close links between religion and politics. These were also the years of the crisis of the traditional Catholic identity, the years of the search for new spiritual fundamentals and for a new way of acting by the Church within a society undergoing strong transformations, in which an increasingly widespread economic well-being was changing lifestyle, cultural references, people's ways of relating to the religious element, with its symbols and its ancient social power. The progressive abandonment of the countryside and the extraordinary growth of the cities have been one of the clear reflections of this change and, at the same time, one of the physical aspects of a modern industrial society, with all its contradictions. With particular attention to Italy, this thesis attempts to highlight the different options and policies implemented by the ecclesiastical hierarchy towards this physical, social and economic metamorphosis of the 'earthly city', in order to ensure the survival of the Church in a society rich in alternatives and in strong distances from religious practice. In addition to highlighting the pastoral and apostolic experiences in changing urban realities, the 'physical' manifestations of these policies are deepened, in particular with regard to the quantitative and significant aspects of religious construction in border urban areas, the suburbs, with regard to the experience of three industrial cities situated in the north of Italy (Bologna, Milan, Turin). The lecture is based on the significant postwar years, without ignoring a necessary outlook of the historical context, both political and religious.

Per la Chiesa cattolica, gli anni successivi alla Seconda guerra mondiale sono stati gli anni della 'crociata sociale' di Pio XII per la riconquista cristiana del mondo, gli anni della mobilitazione attivistica contro il comunismo e degli intrecci stretti tra religione e politica. Ma sono stati anche gli anni della crisi dell'identità cattolica tradizionale, della ricerca di nuovi fondamenti spirituali e di un nuovo modo di agire della Chiesa all'interno di una società in forte trasformazione, nella quale un sempre più diffuso benessere economico stava cambiando lo stile di vita, i riferimenti culturali, i modi di rapportarsi della gente all'elemento religioso, con i suoi simboli e il suo antico potere sociale. Il progressivo abbandono delle campagne e la straordinaria crescita delle città sono stati uno dei riflessi visibili di questo cambiamento e insieme uno dei volti fisici della moderna società industriale, con tutte le sue contraddizioni. Con attenzione soprattutto all'Italia, il presente lavoro di tesi tenta di evidenziare le diverse opzioni e le politiche messe in campo dalla gerarchia ecclesiastica di fronte a tale metamorfosi fisica, sociale ed economica della 'città terrena', al fine di garantire la sopravvivenza della Chiesa in una società ricca di alternative e in forte allontanamento dalla pratica religiosa. Oltre a mettere in luce le esperienze pastorali e di apostolato nelle realtà urbane in mutamento, sono approfondite le manifestazioni 'fisiche' di tali politiche, segnatamente riguardo agli aspetti quantitativi e significanti dell'edilizia religiosa negli ambiti urbani di frontiera, le periferie, con riguardo particolare all'esperienza di tre città industriali del nord (Bologna, Milano, Torino). La dissertazione è centrata sui significativi anni del dopoguerra, senza prescindere da una necessaria esposizione del contesto storico, sia politico sia religioso.