La società romana del II sec. a.C. aveva un carattere prettamente maschile ed era amministrata da soli uomini. Nessuno spazio veniva concesso alle donne dell'epoca in ambito politico, giuridico ed economico. A loro veniva vietata ogni possibilità di espressione e di azione oltre i confini dello spazio domestico: il mundus muliebris era l'unico luogo in cui la mentalità collettiva le relegava nel ruolo di moglie e madre, figlia o sorella. Tuttavia proprio in questo contesto culturale, quattro donne ebbero il coraggio di imporsi e di far sentire la loro voce in campi diversi da cui erano tradizionalmente escluse. Si tratta di Cornelia, figlia dell'eroe di Zama Scipione Africano e madre di Tiberio e Gaio Gracco, di Sempronia, figlia di Cornelia e sorella dei due tribuni, di Licinia, moglie di Gaio e di Claudia, presunta moglie di Tiberio. La prima viene ricordata per l'educazione ellenizzante e l'indirizzo politico innovativo che spinse i due tribuni a seguire; la seconda per essersi presentata in una pubblica assemblea dove rifiutò di riconoscere un uomo come suo nipote; la terza per aver tentato di riappropriarsi del patrimonio che le era stato tolto ingiustamente; l'ultima per aver difeso un suo parente durante la celebrazione di un trionfo militare. La valenza politica dei gesti di queste quattro donne non può essere trascurata: essa permette infatti di mostrare una apertura, seppur modesta, della società romana antica al mondo femminile. Questo è ciò che il seguente lavoro si propone di presentare.
Una rivoluzione al femminile: le donne dei Gracchi e il loro ruolo politico nella Roma del II sec. a.C.
SAIA, LORENZA
2019/2020
Abstract
La società romana del II sec. a.C. aveva un carattere prettamente maschile ed era amministrata da soli uomini. Nessuno spazio veniva concesso alle donne dell'epoca in ambito politico, giuridico ed economico. A loro veniva vietata ogni possibilità di espressione e di azione oltre i confini dello spazio domestico: il mundus muliebris era l'unico luogo in cui la mentalità collettiva le relegava nel ruolo di moglie e madre, figlia o sorella. Tuttavia proprio in questo contesto culturale, quattro donne ebbero il coraggio di imporsi e di far sentire la loro voce in campi diversi da cui erano tradizionalmente escluse. Si tratta di Cornelia, figlia dell'eroe di Zama Scipione Africano e madre di Tiberio e Gaio Gracco, di Sempronia, figlia di Cornelia e sorella dei due tribuni, di Licinia, moglie di Gaio e di Claudia, presunta moglie di Tiberio. La prima viene ricordata per l'educazione ellenizzante e l'indirizzo politico innovativo che spinse i due tribuni a seguire; la seconda per essersi presentata in una pubblica assemblea dove rifiutò di riconoscere un uomo come suo nipote; la terza per aver tentato di riappropriarsi del patrimonio che le era stato tolto ingiustamente; l'ultima per aver difeso un suo parente durante la celebrazione di un trionfo militare. La valenza politica dei gesti di queste quattro donne non può essere trascurata: essa permette infatti di mostrare una apertura, seppur modesta, della società romana antica al mondo femminile. Questo è ciò che il seguente lavoro si propone di presentare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/26185