Il diritto di ogni bambino ad essere educato nel proprio nucleo familiare e il dovere delle politiche sociali di promuovere le condizioni favorenti la promozione dei diritti di bambini e ragazzi, le opportunità di crescita e la socializzazione, sono principi che l'ordinamento legislativo europeo e nazionale difende e promuove. Il programma P.I.P.P.I. ha costruito un metodo d'intervento che permette a questi principi di farsi esigibili e di emanciparsi. Nella società attuale la vulnerabilità sociale è crescente, aumentano le segnalazioni ai servizi, molto spesso non a causa di veri e propri maltrattamenti, ma rappresentano situazioni in cui la vulnerabilità rende complicato rispondere alle sfide che la cura e l'educazione dei figli pone ai genitori. Il metodo di lavoro proposto dal programma P.I.P.P.I. intende promuovere l'idea che il cambiamento, anche con le famiglie più vulnerabili, è sempre perseguibile, ma per raggiungere tale cambiamento è necessario progettare mete raggiungibili e condivise con i genitori stessi, ripensando il posto dei genitori all'interno dei processi di protezione e tutela dei minori, in una logica inclusiva e partecipativa e non marginalizzante. Nella maggior parte dei casi, i bambini provenienti da famiglie negligenti vengono allontanati, non a causa di problemi dei bambini o dei genitori, ma a causa di difficoltà che si situano nello spazio relazionale tra genitori e figli. Il programma P.I.P.P.I. propone linee di azione innovative per l'intervento in favore di questo target specifico di famiglie con l'obiettivo di sostenere e rinforzare tale spazio relazionale, piuttosto che rischiare di indebolirlo ulteriormente tramite l'intervento di allontanamento. Tale Programma nasce a fine 2010 da una collaborazione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell'Università di Padova e le 10 Città italiane che hanno aderito alla prima implementazione. Nella prima parte dell'elaborato ho analizzato la cornice normativa, nazionale ed europea, entro cui il Programma P.I.P.PI. si è sviluppato. A partire dalle Raccomandazioni del Consiglio d'Europa, si è consolidato anche in Italia il principio per cui i bambini e i ragazzi sono titolari di diritti soggettivi, che la famiglia, la società e le diverse Articolazioni dello Stato devono rendere esigibili. Una volta definito il contesto normativo, sono passata ad approfondire la cornice teorica, partendo dalla definizione di negligenza, intesa come condizione che può riguardare ogni famiglia e che è caratterizzata dalla mancata o debole capacità nel costruire e/o mantenere l'insieme delle condizioni (interne e esterne) che consente un esercizio positivo e autonomo delle funzioni genitoriali. Nel terzo capitolo ho analizzato, evidenziando obiettivi, finalità e modelli teorici del Programma P.I.P.PI., come tale programma operi tramite la costruzione di alleanze fra operatori e genitori nella fase di analisi e progettazione di risposte ai bisogni dei bambini e la promozione dell'integrazione fra gli interventi delle diverse agenzie. Infine, nell'ultimo capitolo, ho voluto approfondire il caso di una famiglia inclusa nel Programma P.I.P.P.I. dall'équipe multidisciplinare dell'Ambito Territoriale di A.S.S.E.MI., per poterne analizzarne l'applicazione, le potenzialità e le criticità incontrate dalle Assistenti sociali dell'équipe P.I.P.P.I. nell'implementazione del Programma.
IL PROGRAMMA PIPPI: PROMUOVERE E SOSTENERE LA GENITORIALITA' POSITIVA COSTRUENDO PERCORSI DI AIUTO PARTECIPATI
DELLA BELLA, ANELITA
2019/2020
Abstract
Il diritto di ogni bambino ad essere educato nel proprio nucleo familiare e il dovere delle politiche sociali di promuovere le condizioni favorenti la promozione dei diritti di bambini e ragazzi, le opportunità di crescita e la socializzazione, sono principi che l'ordinamento legislativo europeo e nazionale difende e promuove. Il programma P.I.P.P.I. ha costruito un metodo d'intervento che permette a questi principi di farsi esigibili e di emanciparsi. Nella società attuale la vulnerabilità sociale è crescente, aumentano le segnalazioni ai servizi, molto spesso non a causa di veri e propri maltrattamenti, ma rappresentano situazioni in cui la vulnerabilità rende complicato rispondere alle sfide che la cura e l'educazione dei figli pone ai genitori. Il metodo di lavoro proposto dal programma P.I.P.P.I. intende promuovere l'idea che il cambiamento, anche con le famiglie più vulnerabili, è sempre perseguibile, ma per raggiungere tale cambiamento è necessario progettare mete raggiungibili e condivise con i genitori stessi, ripensando il posto dei genitori all'interno dei processi di protezione e tutela dei minori, in una logica inclusiva e partecipativa e non marginalizzante. Nella maggior parte dei casi, i bambini provenienti da famiglie negligenti vengono allontanati, non a causa di problemi dei bambini o dei genitori, ma a causa di difficoltà che si situano nello spazio relazionale tra genitori e figli. Il programma P.I.P.P.I. propone linee di azione innovative per l'intervento in favore di questo target specifico di famiglie con l'obiettivo di sostenere e rinforzare tale spazio relazionale, piuttosto che rischiare di indebolirlo ulteriormente tramite l'intervento di allontanamento. Tale Programma nasce a fine 2010 da una collaborazione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell'Università di Padova e le 10 Città italiane che hanno aderito alla prima implementazione. Nella prima parte dell'elaborato ho analizzato la cornice normativa, nazionale ed europea, entro cui il Programma P.I.P.PI. si è sviluppato. A partire dalle Raccomandazioni del Consiglio d'Europa, si è consolidato anche in Italia il principio per cui i bambini e i ragazzi sono titolari di diritti soggettivi, che la famiglia, la società e le diverse Articolazioni dello Stato devono rendere esigibili. Una volta definito il contesto normativo, sono passata ad approfondire la cornice teorica, partendo dalla definizione di negligenza, intesa come condizione che può riguardare ogni famiglia e che è caratterizzata dalla mancata o debole capacità nel costruire e/o mantenere l'insieme delle condizioni (interne e esterne) che consente un esercizio positivo e autonomo delle funzioni genitoriali. Nel terzo capitolo ho analizzato, evidenziando obiettivi, finalità e modelli teorici del Programma P.I.P.PI., come tale programma operi tramite la costruzione di alleanze fra operatori e genitori nella fase di analisi e progettazione di risposte ai bisogni dei bambini e la promozione dell'integrazione fra gli interventi delle diverse agenzie. Infine, nell'ultimo capitolo, ho voluto approfondire il caso di una famiglia inclusa nel Programma P.I.P.P.I. dall'équipe multidisciplinare dell'Ambito Territoriale di A.S.S.E.MI., per poterne analizzarne l'applicazione, le potenzialità e le criticità incontrate dalle Assistenti sociali dell'équipe P.I.P.P.I. nell'implementazione del Programma.File | Dimensione | Formato | |
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