La tesi verte sull'approfondimento degli avvenimenti storico-giuridici intercorsi in Piemonte e nella città di Asti dall'Armistizio di Cherasco (1796) all'annessione alla Repubblica Francese (1802). Viene analizzata l'organizzazione giudiziaria in Piemonte durante l'Ancien Régime e il rapporto centro-periferia, le disparità di diritti tra i ceti sociali e la mutazione del mondo agrario che portò alla povertà della società medio-bassa. Il movimento giacobino, con idee opposte all'assetto in vigore, trovò terreno fertile al suo sviluppo. Vengono analizzate le trame dei giacobini piemontesi e i moti del 1797, con particolare riferimento alla Repubblica Astese. La rivolta contro il caro-grano fu l'elemento iniziale del moto astigiano, che sfociò nella sostituzione dell'intera amministrazione comunale: fu creato un Governo Provvisorio con tre Dicasteri, a cui seguì la proclamazione della Repubblica voluta dalla frangia più radicale del giacobinismo. Questo fatto estremo condusse però ad una spaccatura tra i giacobini stessi, ossia tra coloro che volevano instaurare un nuovo assetto istituzionale e coloro che invece ritenevano che la rivolta dovesse rimanere all'interno dell'ordine monarchico. Immediata fu la controrivoluzione realista con l'arresto dei rivoluzionari e l'istituzione di appositi tribunali, le Regie Giunte, che con processi sommari li condannarono a morte. Per porre rimedio alle rivolte, i ministri piemontesi tentarono di apportare riforme radicali, abolendo diritti e privilegi feudali e disponendo cambiamenti economico-finanziari nel Regno. L'obiettivo era gettare le basi per una nuova società civile, priva di privilegi, basata sulla proprietà privata e sulla capacità produttiva, in contrapposizione alla rendita parassitaria dell'Ancien Régime. Nonostante i molti editti, le nuove disposizioni rimasero incompiute, travolte dalla guerra tra Francia e Austria. Nel dicembre 1798 il Piemonte fu definitivamente occupato dai Francesi. Il Direttorio istituì la Repubblica Piemontese, insediata a Torino con un Governo Provvisorio. Venne stravolto l'apparato statale nelle sue articolazioni amministrative, creando un sistema piramidale tra Direzioni, Tribunali d'Alta Polizia, Commissari Governativi e Municipalità. I diritti feudali e le forme di privilegio furono abolite. I cambiamenti interessarono il diritto civile e penale, senza abrogare l'antico ordinamento giuridico. Venne proclamata l'annessione del Piemonte alla Francia e ciò provocò una spaccatura nel movimento dei giacobini, in cui prese vigore l'idea di un'Italia unita o divisa in due repubbliche indipendenti. La popolazione delle campagne si ribellò ai Transalpini, finché nel maggio 1799 le armate austro-russe imposero il ritiro dei Francesi. Gli Austriaci restaurarono l'ordinamento pre-francese, mantenendo il Piemonte in una posizione di sottomissione. La restaurazione durò un anno finché Napoleone sconfisse definitivamente gli Austriaci nella battaglia di Marengo e il Piemonte ritornò sotto il dominio francese. Fu creata una Commissione Esecutiva e una Consulta, una nuova amministrazione generale che non stravolse tutto l'ordinamento giuridico. Si determinò così una situazione di ambiguità del diritto, finché nel 1802 avvenne l'annessione definitiva del Piemonte alla Francia. Questo evento causò grande disillusione nei giacobini che si erano battuti prima contro la monarchia e successivamente si erano schierati a favore dell'indipendenza del Piemonte dalla République.
Ricerche storico-giuridiche sul Comune di Asti (1796-1802)
BONA, MARCO
2019/2020
Abstract
La tesi verte sull'approfondimento degli avvenimenti storico-giuridici intercorsi in Piemonte e nella città di Asti dall'Armistizio di Cherasco (1796) all'annessione alla Repubblica Francese (1802). Viene analizzata l'organizzazione giudiziaria in Piemonte durante l'Ancien Régime e il rapporto centro-periferia, le disparità di diritti tra i ceti sociali e la mutazione del mondo agrario che portò alla povertà della società medio-bassa. Il movimento giacobino, con idee opposte all'assetto in vigore, trovò terreno fertile al suo sviluppo. Vengono analizzate le trame dei giacobini piemontesi e i moti del 1797, con particolare riferimento alla Repubblica Astese. La rivolta contro il caro-grano fu l'elemento iniziale del moto astigiano, che sfociò nella sostituzione dell'intera amministrazione comunale: fu creato un Governo Provvisorio con tre Dicasteri, a cui seguì la proclamazione della Repubblica voluta dalla frangia più radicale del giacobinismo. Questo fatto estremo condusse però ad una spaccatura tra i giacobini stessi, ossia tra coloro che volevano instaurare un nuovo assetto istituzionale e coloro che invece ritenevano che la rivolta dovesse rimanere all'interno dell'ordine monarchico. Immediata fu la controrivoluzione realista con l'arresto dei rivoluzionari e l'istituzione di appositi tribunali, le Regie Giunte, che con processi sommari li condannarono a morte. Per porre rimedio alle rivolte, i ministri piemontesi tentarono di apportare riforme radicali, abolendo diritti e privilegi feudali e disponendo cambiamenti economico-finanziari nel Regno. L'obiettivo era gettare le basi per una nuova società civile, priva di privilegi, basata sulla proprietà privata e sulla capacità produttiva, in contrapposizione alla rendita parassitaria dell'Ancien Régime. Nonostante i molti editti, le nuove disposizioni rimasero incompiute, travolte dalla guerra tra Francia e Austria. Nel dicembre 1798 il Piemonte fu definitivamente occupato dai Francesi. Il Direttorio istituì la Repubblica Piemontese, insediata a Torino con un Governo Provvisorio. Venne stravolto l'apparato statale nelle sue articolazioni amministrative, creando un sistema piramidale tra Direzioni, Tribunali d'Alta Polizia, Commissari Governativi e Municipalità. I diritti feudali e le forme di privilegio furono abolite. I cambiamenti interessarono il diritto civile e penale, senza abrogare l'antico ordinamento giuridico. Venne proclamata l'annessione del Piemonte alla Francia e ciò provocò una spaccatura nel movimento dei giacobini, in cui prese vigore l'idea di un'Italia unita o divisa in due repubbliche indipendenti. La popolazione delle campagne si ribellò ai Transalpini, finché nel maggio 1799 le armate austro-russe imposero il ritiro dei Francesi. Gli Austriaci restaurarono l'ordinamento pre-francese, mantenendo il Piemonte in una posizione di sottomissione. La restaurazione durò un anno finché Napoleone sconfisse definitivamente gli Austriaci nella battaglia di Marengo e il Piemonte ritornò sotto il dominio francese. Fu creata una Commissione Esecutiva e una Consulta, una nuova amministrazione generale che non stravolse tutto l'ordinamento giuridico. Si determinò così una situazione di ambiguità del diritto, finché nel 1802 avvenne l'annessione definitiva del Piemonte alla Francia. Questo evento causò grande disillusione nei giacobini che si erano battuti prima contro la monarchia e successivamente si erano schierati a favore dell'indipendenza del Piemonte dalla République.File | Dimensione | Formato | |
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