La letteratura scientifica e le pubblicazioni sul tema dell'homelessness, sottolineano, da tempo, come la vita in strada e nei servizi di bassa soglia rappresenti un fattore di rischio per la salute e l'incolumità fisica delle persone. L'arrivo della pandemia Covid-19 in Italia ha esposto le persone senza dimora e la loro condizione di salute già compromessa ai rischi e alle conseguenze più gravi del virus. La situazione dei servizi di bassa soglia, nei quali diventa impossibile mantenere il distanziamento sociale, e attuare le misure di quarantena adottate dallo Stato italiano, è stata definita “fuori controllo” e pericolosa. I contagi nei dormitori e la promiscuità di tali servizi, hanno esposto in diverse città italiane e continueranno ad esporre, se non troveranno una risposta ragionevole, ad una condizione di pericolo inedito e quasi inevitabile anche gli operatori sociali. Da qui l'idea di redigere una tesi che abbia una struttura così composta: A) Un primo capitolo che pone attenzione sul tema della homelessness, in particolare, sulla definizione di essa, sulla salute delle persone senza dimora e sui loro diritti (soprattutto relativi all'iscrizione anagrafica); B) Un secondo capitolo basato sul lavoro di strada e sui servizi di bassa soglia; C) Un terzo capitolo volto ad esporre le gravi conseguenze della pandemia sulla popolazione senza dimora in Italia; D) Un quarto capitolo focalizzato sulla riorganizzazione dei servizi di bassa soglia di alcune realtà territoriali italiane e sulle buone pratiche adottate nel breve e nel lungo periodo. A livello nazionale non vi è un'uniformità di interventi vincolante, pertanto, contano le scelte delle singole amministrazioni locali la cui predisposizione degli interventi è demandata. Città, Regioni e Unità di Crisi regionali sono state costrette, infatti, ad una riorganizzazione dei loro servizi. Questo momento drammatico ha posto tutti di fronte a decisioni che hanno un'evidenza maggiore rispetto a quelle prese nel tempo ordinario e potrebbe essere un'opportunità per osare e pretendere interventi e buone pratiche che rispondano dignitosamente alle esigenze delle persone, non solo nell'occasionalità della situazione, ma anche nel lungo periodo. La pandemia rappresenta una situazione esclusiva per acquisire questa consapevolezza e intraprendere un cambiamento che ci porti a ragionare e intervenire, anche in una prospettiva futura, come una comunità inclusiva. ​

Il lavoro di bassa soglia ai tempi del Covid-19: la riorganizzazione dei servizi e le buone pratiche per il contrasto alla grave marginalità adulta

BUFFA, MARTINA
2019/2020

Abstract

La letteratura scientifica e le pubblicazioni sul tema dell'homelessness, sottolineano, da tempo, come la vita in strada e nei servizi di bassa soglia rappresenti un fattore di rischio per la salute e l'incolumità fisica delle persone. L'arrivo della pandemia Covid-19 in Italia ha esposto le persone senza dimora e la loro condizione di salute già compromessa ai rischi e alle conseguenze più gravi del virus. La situazione dei servizi di bassa soglia, nei quali diventa impossibile mantenere il distanziamento sociale, e attuare le misure di quarantena adottate dallo Stato italiano, è stata definita “fuori controllo” e pericolosa. I contagi nei dormitori e la promiscuità di tali servizi, hanno esposto in diverse città italiane e continueranno ad esporre, se non troveranno una risposta ragionevole, ad una condizione di pericolo inedito e quasi inevitabile anche gli operatori sociali. Da qui l'idea di redigere una tesi che abbia una struttura così composta: A) Un primo capitolo che pone attenzione sul tema della homelessness, in particolare, sulla definizione di essa, sulla salute delle persone senza dimora e sui loro diritti (soprattutto relativi all'iscrizione anagrafica); B) Un secondo capitolo basato sul lavoro di strada e sui servizi di bassa soglia; C) Un terzo capitolo volto ad esporre le gravi conseguenze della pandemia sulla popolazione senza dimora in Italia; D) Un quarto capitolo focalizzato sulla riorganizzazione dei servizi di bassa soglia di alcune realtà territoriali italiane e sulle buone pratiche adottate nel breve e nel lungo periodo. A livello nazionale non vi è un'uniformità di interventi vincolante, pertanto, contano le scelte delle singole amministrazioni locali la cui predisposizione degli interventi è demandata. Città, Regioni e Unità di Crisi regionali sono state costrette, infatti, ad una riorganizzazione dei loro servizi. Questo momento drammatico ha posto tutti di fronte a decisioni che hanno un'evidenza maggiore rispetto a quelle prese nel tempo ordinario e potrebbe essere un'opportunità per osare e pretendere interventi e buone pratiche che rispondano dignitosamente alle esigenze delle persone, non solo nell'occasionalità della situazione, ma anche nel lungo periodo. La pandemia rappresenta una situazione esclusiva per acquisire questa consapevolezza e intraprendere un cambiamento che ci porti a ragionare e intervenire, anche in una prospettiva futura, come una comunità inclusiva. ​
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/26141