La gestione anestesiologica di un paziente sottoposto a chirurgia ortopedica dovrebbe ridurre al minimo lo stress da parte del soggetto, fornire condizioni intraoperatorie ideali per il chirurgo, permettere un rapido recupero soprattutto della mobilità, garantendo una analgesia di ottimo livello. L’uso di tecniche locoregionali che permettano un buon controllo nocicettivo intraoperatorio e una “coda” analgesica prolungata, ma senza rallentare la ripresa funzionale dell’arto, in un regime di day-surgery che limiti lo stress da ricovero prolungato, sembrano poter offrire una soluzione ideale. Lo studio si propone di confrontare la qualità del blocco nocicettivo intraoperatorio, del risveglio e dell’analgesia postoperatoria, il tempo di recupero motorio degli arti posteriori e le complicazioni, utilizzando l’anestesia spinale (SA) con prilocaina iperbarica e morfina o il blocco nervoso periferico (PB) del compartimento dello psoas e del nervo ischiatico eseguito con ropivacaina allo 0,375%, in cani sottoposti a TPLO. È uno studio multicentrico, randomizzato in cieco, su cani con una TPLO fissata tra luglio 2020 e aprile 2021 presso l’Ospedale Veterinario Universitario di Grugliasco e il Centro Veterinario Fossanese. I soggetti reclutati erano assegnati in modo casuale in due gruppi a seconda del trattamento: un gruppo SA (anestesia spinale) e un gruppo PB (blocco nervoso periferico). I cani del gruppo SA sono stati premedicati con dexmedetomidina (1 mcg/kg), indotti con propofol e mantenuti in anestesia generale con isoflurano dopo l’intubazione orotracheale. Una volta posti in decubito laterale e applicati i monitoraggi emodinamici e respiratori, è stata eseguita l’iniezione spinale con una soluzione iperbarica di prilocaina il cui dosaggio risultava dalla seguente formula: (mg)= 4 x [0.3 x peso corporeo (kg) + 0.05 x lunghezza occipite-giunzione lombo-sacrale (cm)] e morfina 30 mcg/kg. Il gruppo PB è stato premedicato con dexmedetomidina (1 mcg/kg) e metadone (0,2 mg/kg) per via intramuscolare. Ripetute le procedure come descritto più sopra, è stato eseguito il blocco del compartimento dello psoas e del nervo sciatico, per via ecoguidata, con la conferma del neurolocalizzatore. Questa volta è stata iniettata ropivacaina 0,375% con un volume di 0,3 ml/kg per il compartimento dello psoas e 0,15 ml/kg per il nervo sciatico. Entrambi i protocolli hanno garantito una buona analgesia senza una grave depressione emodinamica e hanno permesso un buon recupero dal blocco. Tuttavia, nel gruppo PB 17/32 cani (SA:6/29, p=0.0081) ha ricevuto una dose intraoperatoria di fentanil e ciò può essere dovuto alla diversa modalità di spread dell’anestetico locale nel ventre dello psoas. L’anestesia spinale ha invece dimostrato di ridurre l’incidenza di iRA (SA:6/29, PB:17/32, p=0,0081) anche se con un maggior tasso di failure procedurale (SA:7/36, PB:0/32, p=0,012): questo è un importante ostacolo per l’applicazione della tecnica nella routine chirurgica ortopedica. L’incidenza di ipotensione è sovrapponibile nei due gruppi mentre c’è stato un maggior tasso di bradicardia nel gruppo PB (SA:2/29, PB:10/32, p=0,024), dovuto probabilmente alla presenza di metadone in premedicazione. Il gruppo PB, inoltre, ha registrato più alti MAP medio (SA:73, PB:81, p=0,012), uso di fentanil (SA:0, PB:1, p=0,005) e pressione parziale di isoflurano a fine espirazione (SA:1,2, PB:1,3, p=0,0036). Questi dati sono verosimilmente una conseguenza dell’alta incidenza di iRA.
Confronto tra anestesia spinale e blocco nervoso periferico in cani sottoposti a Osteotomia Livellante del Piatto Tibiale (TPLO) in un regime di day surgery
PALMIERI, BENEDETTA
2019/2020
Abstract
La gestione anestesiologica di un paziente sottoposto a chirurgia ortopedica dovrebbe ridurre al minimo lo stress da parte del soggetto, fornire condizioni intraoperatorie ideali per il chirurgo, permettere un rapido recupero soprattutto della mobilità, garantendo una analgesia di ottimo livello. L’uso di tecniche locoregionali che permettano un buon controllo nocicettivo intraoperatorio e una “coda” analgesica prolungata, ma senza rallentare la ripresa funzionale dell’arto, in un regime di day-surgery che limiti lo stress da ricovero prolungato, sembrano poter offrire una soluzione ideale. Lo studio si propone di confrontare la qualità del blocco nocicettivo intraoperatorio, del risveglio e dell’analgesia postoperatoria, il tempo di recupero motorio degli arti posteriori e le complicazioni, utilizzando l’anestesia spinale (SA) con prilocaina iperbarica e morfina o il blocco nervoso periferico (PB) del compartimento dello psoas e del nervo ischiatico eseguito con ropivacaina allo 0,375%, in cani sottoposti a TPLO. È uno studio multicentrico, randomizzato in cieco, su cani con una TPLO fissata tra luglio 2020 e aprile 2021 presso l’Ospedale Veterinario Universitario di Grugliasco e il Centro Veterinario Fossanese. I soggetti reclutati erano assegnati in modo casuale in due gruppi a seconda del trattamento: un gruppo SA (anestesia spinale) e un gruppo PB (blocco nervoso periferico). I cani del gruppo SA sono stati premedicati con dexmedetomidina (1 mcg/kg), indotti con propofol e mantenuti in anestesia generale con isoflurano dopo l’intubazione orotracheale. Una volta posti in decubito laterale e applicati i monitoraggi emodinamici e respiratori, è stata eseguita l’iniezione spinale con una soluzione iperbarica di prilocaina il cui dosaggio risultava dalla seguente formula: (mg)= 4 x [0.3 x peso corporeo (kg) + 0.05 x lunghezza occipite-giunzione lombo-sacrale (cm)] e morfina 30 mcg/kg. Il gruppo PB è stato premedicato con dexmedetomidina (1 mcg/kg) e metadone (0,2 mg/kg) per via intramuscolare. Ripetute le procedure come descritto più sopra, è stato eseguito il blocco del compartimento dello psoas e del nervo sciatico, per via ecoguidata, con la conferma del neurolocalizzatore. Questa volta è stata iniettata ropivacaina 0,375% con un volume di 0,3 ml/kg per il compartimento dello psoas e 0,15 ml/kg per il nervo sciatico. Entrambi i protocolli hanno garantito una buona analgesia senza una grave depressione emodinamica e hanno permesso un buon recupero dal blocco. Tuttavia, nel gruppo PB 17/32 cani (SA:6/29, p=0.0081) ha ricevuto una dose intraoperatoria di fentanil e ciò può essere dovuto alla diversa modalità di spread dell’anestetico locale nel ventre dello psoas. L’anestesia spinale ha invece dimostrato di ridurre l’incidenza di iRA (SA:6/29, PB:17/32, p=0,0081) anche se con un maggior tasso di failure procedurale (SA:7/36, PB:0/32, p=0,012): questo è un importante ostacolo per l’applicazione della tecnica nella routine chirurgica ortopedica. L’incidenza di ipotensione è sovrapponibile nei due gruppi mentre c’è stato un maggior tasso di bradicardia nel gruppo PB (SA:2/29, PB:10/32, p=0,024), dovuto probabilmente alla presenza di metadone in premedicazione. Il gruppo PB, inoltre, ha registrato più alti MAP medio (SA:73, PB:81, p=0,012), uso di fentanil (SA:0, PB:1, p=0,005) e pressione parziale di isoflurano a fine espirazione (SA:1,2, PB:1,3, p=0,0036). Questi dati sono verosimilmente una conseguenza dell’alta incidenza di iRA.File | Dimensione | Formato | |
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