Introduzione Questa relazione intende esporre e mettere a confronto le tesi di due grandi politologi statunitensi. Dunque, ritengo opportuno presentare i testi di riferimento, in cui le idee dei suddetti prendono forma, fornendo un breve quadro storico che ne favorisca la comprensione. Il primo libro è di Samuel P. Huntington, The clash of civilizations and the remaking of world order, Simon & Schuster, New York, 1996. Tradotto come Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale e pubblicato in Italia da Garzanti l’anno successivo, nasce come approfondimento di un articolo che lo stesso autore aveva scritto 3 anni prima sulla nota rivista Foreign Affairs, ovvero The clash of civilizations?, in «Foreign Affairs», vol. 72, n. 3, 1993. La pubblicazione dell’articolo citato non solo scatena un enorme dibattito, ma costituisce anche una valida alternativa ad alcune teorie che si stavano diffondendo circa l’andamento della politica internazionale. Le vicende degli anni ’90 rappresentano il motore principale delle idee di Huntington: l’Unione Sovietica è tramontata assieme al comunismo e nuovi conflitti vedono la luce. L’ex Jugoslavia, il genocidio del Ruanda, la Guerra del Golfo e il post-Guerra Fredda sono solo alcuni degli avvenimenti che spingono il celebre politologo a prendere le distanze sia da chi, estremamente fiducioso nel potere di una democrazia liberale ormai senza rivali, sostiene una totale occidentalizzazione del mondo, sia da chi vede l’anarchia come il destino del globo. Lo scontro delle civiltà, quindi, non vuol essere un punto d’arrivo, bensì una lente attraverso cui osservare gli sviluppi internazionali. Il secondo libro preso in esame è di Zbigniew Brzezinski, Out of control, Global turmoil on the eve of 21st century, Touchstone Books, 1993. In italiano viene pubblicato nello stesso anno da Longanesi, Milano col titolo Il mondo fuori controllo, gli sconvolgimenti planetari all’alba del ventunesimo secolo. Benché il volume esca tre anni prima rispetto a quello di Huntington, l’autore osserva gli stessi eventi di quest’ultimo. Inoltre, lo stesso Brzezinski afferma di aver avuto la possibilità di leggere il saggio del collega e di ritenerlo piuttosto convincente. La materia trattata, infatti, è la stessa, ma con modalità e soluzioni differenti. Il testo in questione, per l’appunto, fa parte di quelle teorie anarchiche precedentemente accennate. Nonostante ciò, Il mondo fuori controllo, attraverso un’analisi in cui il ruolo dell’America è ancora preponderante, quasi a fungere da magnete per il resto del globo, cerca di mettere in tavola dei possibili rimedi per il prossimo avvenire. Per giungere a tali rimedi, però, la società americana e tutte le altre devono essere curate dal morbo che le affligge: la crisi dello spirito. È proprio quest’ultima a generare in Brzezinski quel senso di sfiducia che gli fa teorizzare il disordine mondiale. I due libri, infine, seppur pubblicati più di venti anni fa, prima di innumerevoli eventi che hanno segnato l’inizio del nuovo millennio, quali per esempio l’attacco alle Torri Gemelle e il fondamentalismo islamico, risultano essere estremamente attuali. Il loro confronto permette senz’altro di apprezzarne la validità e di percepire l’importanza dell’eredità che gli autori hanno lasciato.
Ordine e disordine mondiale: le tesi di Samuel P. Huntington e Z. Brzezinski a confronto
PRATO, DAVIDE
2020/2021
Abstract
Introduzione Questa relazione intende esporre e mettere a confronto le tesi di due grandi politologi statunitensi. Dunque, ritengo opportuno presentare i testi di riferimento, in cui le idee dei suddetti prendono forma, fornendo un breve quadro storico che ne favorisca la comprensione. Il primo libro è di Samuel P. Huntington, The clash of civilizations and the remaking of world order, Simon & Schuster, New York, 1996. Tradotto come Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale e pubblicato in Italia da Garzanti l’anno successivo, nasce come approfondimento di un articolo che lo stesso autore aveva scritto 3 anni prima sulla nota rivista Foreign Affairs, ovvero The clash of civilizations?, in «Foreign Affairs», vol. 72, n. 3, 1993. La pubblicazione dell’articolo citato non solo scatena un enorme dibattito, ma costituisce anche una valida alternativa ad alcune teorie che si stavano diffondendo circa l’andamento della politica internazionale. Le vicende degli anni ’90 rappresentano il motore principale delle idee di Huntington: l’Unione Sovietica è tramontata assieme al comunismo e nuovi conflitti vedono la luce. L’ex Jugoslavia, il genocidio del Ruanda, la Guerra del Golfo e il post-Guerra Fredda sono solo alcuni degli avvenimenti che spingono il celebre politologo a prendere le distanze sia da chi, estremamente fiducioso nel potere di una democrazia liberale ormai senza rivali, sostiene una totale occidentalizzazione del mondo, sia da chi vede l’anarchia come il destino del globo. Lo scontro delle civiltà, quindi, non vuol essere un punto d’arrivo, bensì una lente attraverso cui osservare gli sviluppi internazionali. Il secondo libro preso in esame è di Zbigniew Brzezinski, Out of control, Global turmoil on the eve of 21st century, Touchstone Books, 1993. In italiano viene pubblicato nello stesso anno da Longanesi, Milano col titolo Il mondo fuori controllo, gli sconvolgimenti planetari all’alba del ventunesimo secolo. Benché il volume esca tre anni prima rispetto a quello di Huntington, l’autore osserva gli stessi eventi di quest’ultimo. Inoltre, lo stesso Brzezinski afferma di aver avuto la possibilità di leggere il saggio del collega e di ritenerlo piuttosto convincente. La materia trattata, infatti, è la stessa, ma con modalità e soluzioni differenti. Il testo in questione, per l’appunto, fa parte di quelle teorie anarchiche precedentemente accennate. Nonostante ciò, Il mondo fuori controllo, attraverso un’analisi in cui il ruolo dell’America è ancora preponderante, quasi a fungere da magnete per il resto del globo, cerca di mettere in tavola dei possibili rimedi per il prossimo avvenire. Per giungere a tali rimedi, però, la società americana e tutte le altre devono essere curate dal morbo che le affligge: la crisi dello spirito. È proprio quest’ultima a generare in Brzezinski quel senso di sfiducia che gli fa teorizzare il disordine mondiale. I due libri, infine, seppur pubblicati più di venti anni fa, prima di innumerevoli eventi che hanno segnato l’inizio del nuovo millennio, quali per esempio l’attacco alle Torri Gemelle e il fondamentalismo islamico, risultano essere estremamente attuali. Il loro confronto permette senz’altro di apprezzarne la validità e di percepire l’importanza dell’eredità che gli autori hanno lasciato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/26061