Background: B3 breast lesions are defined as "lesions of uncertain malignant potential." They represent a group that is extremely heterogeneous clinically, radiologically, and anatomopathologically. The major concern regarding B3 lesions is the risk of upgrade to carcinoma (both in situ and invasive) on postoperative histological examination, which strongly depends on the type of B3 lesion. Highly variable upgrade rates, ranging from < 2% to 40%, are reported in the literature. Historically, such lesions have been managed by surgery, which, however, in over half of cases, have a benign outcome. For this reason, efforts have been made in recent years, to work on less invasive approaches to avoid numerous unnecessary surgical interventions. The aims of this study are firstly to evaluate the clinical impact of a new B3 subclassification, introduced in our clinical practice since 2021, in reducing the number of patients eligible for surgery and in more accurately selecting patients with a real oncological risk. Secondly, this study aims to accurately define the type of upgrade in the study population, in order to understand the real clinical significance of these lesions. Materials and Methods: A retrospective single-centre study was performed, based on a case series of 465 patients diagnosed with B3 breast lesions. To address the study objectives, patients were divided into two groups: the first comprised 183 patients (39,35%)diagnosed with exclusively morphological B3 lesions between 2018 and 2020; the second group included 282 patients (60,65%) diagnosed between 2021 and 2023, in whom, following the pre-operative specimen, an anatomopathological sub-classification was associated with the diagnosis of a B3 lesion, specifying, in the form of an acronym, which of the main pathologies included in the B3 classification was the main lesion: atypical ductal hyperplasia(ADH), flat epithelial atypia (FEA), papilloma (PL), radial scar (RS), phylloid tumour (PT), lobular neoplasm (LN), other (AL). Results: There was a significant reduction in the number of surgeries in the two study groups (77.05% vs 67.73%, p=0.029). An upgrade rate of 9.93% was estimated in patients in the first group compared to 16.23% in the second group. Regarding the B3 subclassification, the upgrade rates for individual lesions are distributed as follows: B3-ADH (50%), B3-FEA (17.65%), B3-PL (13.51%), B3-PT (8%), B3-RS (7,14%), B3-LN (0%), B3-AL (40%). In univariate statistical analysis, only the histological subtype of B3 lesion (p=0.001) and age were predictive factors for upgrade (p<0.001). In the analysis of the type of upgrade, the presence of DCIS (predominantly low-to-intermediate nuclear grade) was evident in 75,55% of cases and invasive carcinoma in 15,55%, with extremely favourable prognostic factors. Conclusions: The subclassification of B3 lesions has a major impact on clinical practice both in reducing the number of surgeries and in the ability to identify the lesions most at risk of upgrade, indicated in B3-ADH, B3-FEA, and B3-PL, for which surgery is strongly recommended. However, it has been noted that most of the upgrades obtained on operative specimens present extremely favourable pathological characteristics from a prognostic point of view. This innovative aspect should be taken into account, with an increasing focus on the management of B3 lesions based on therapeutic de-escalation.

Background: Le lesioni B3 della mammella sono definite come “lesioni ad incerto potenziale di malignità”. Si configurano come un gruppo di lesioni estremamente eterogenee dal punto di vista clinico, radiologico ed anatomopatologico. Il problema maggiore concernete le lesioni B3 è il rischio di upgrade a carcinoma (sia in situ che invasivo) all’esame istologico postoperatorio, fortemente dipendente dalla tipologia di lesione B3. In letteratura sono stimati tassi di upgrade molto variabili che vanno da < 2% fino al 40%. Storicamente, tali lesioni sono state gestite mediante intervento chirurgico che tuttavia, in più della metà dei casi riportano un esito benigno. Per tale motivo, negli ultimi anni si è cercato di lavorare su approcci sempre meno invasivi che consentissero di evitare numerosi interventi chirurgici inutili dal punto di vista terapeutico. Gli obiettivi del presente studio sono innanzitutto di valutare l’impatto clinico di una nuova sotto-classificazione B3, introdotta nella nostra pratica clinica a partire dal 2021, nel diminuire le pazienti elegibili all’intervento chirurgico e nel selezionare in modo più accurato per l’intervento chirurgico pazienti con effettivo rischio oncologico. In secondo luogo, tale studio ha l’obiettivo di definire in maniera accurata la tipologia di upgrade nella casistica in studio, nell’ottica di comprende il reale significato clinico di queste lesioni. Materiali e metodi: è stato eseguito uno studio monocentrico retrospettivo, basato su una casistica di 465 pazienti diagnosticate con lesione B3 della mammella. Per rispondere agli obiettivi dello studio le pazienti sono state suddivise in due gruppi: il primo comprendente 183 pazienti (39,35%) con diagnosi di lesione B3 esclusivamente morfologica diagnosticate tra il 2018 e il 2020; il secondo gruppo presenta 282 pazienti (60,65%)diagnosticate nel 2021-2023, in cui a seguito dell’esame microistologico pre-operatorio è stata associata alla diagnosi di lesione B3 una sotto-classificazione anatomopatologica che specificasse, sottoforma di sigla quale, fra le principali patologie comprese nella classificazione B3, fosse la lesione principale: (iperplasia duttale atipica)ADH, atipia epiteliale piatta (FEA), papilloma (PL), radial scar (RS), tumore filloide (PT), neoplasia lobulare (LN), altro (AL). Risultati: Si è rilevata un’importante riduzione del numero di interventi nei due gruppi di pazienti in studio (77,05% vs 67,73% p=0,029). È stato stimato un tasso di upgrade nelle pazienti del primo gruppo pari al 9,93% contro il 16,23%. In relazione alla sotto-classificazione B3, i tassi di upgrade sono per le singole lesioni sono così distribuiti: B3-ADH (50%), B3- FEA (17,65%) B3- PL (13,51%), B3- PT (8%), B3-RS (7,14%), B3- LN (0%), B3- AL (40%). All’analisi statistica univariata esclusivamente il sottotipo istologico di lesione B3 (p=0,001) e l’età sono risultati fattori predittivi di upgrade (p<0,001). All’analisi della tipologia di upgrade, si è evidenziato nel 75,55% dei casi la presenza di un DCIS (prevalentemente di basso-intermedio grado nucleare) e nel 15,55% di carcinoma invasivo, con fattori prognostici estremamente favorevoli. Conclusioni: La sotto-classificazione delle lesioni B3 ha un notevole impatto nella pratica clinica sia nel diminuire il numero di interventi che nella capacità di individuare le lesioni maggiormente a rischio di upgrade, indicate nelle B3-ADH, B3- FEA e B3-PL, per le quali risulta essere fortemente indicato l’intervento chirurgico. Tuttavia, si è evidenziato come la maggior parte degli upgrade ottenuti su pezzo operatorio presentino delle caratteristiche anatomopatologiche estremamente favorevoli dal punto di vista prognostico. Questo aspetto innovativo deve essere tenuto in conto, nell’ottica di un management delle lesioni B3 basato sempre di più sulla de-escalation terapeutica.

Gestione delle pazienti con diagnosi di lesione ad incerto potenziale evolutivo della mammella (B3): impatto nella pratica clinica di una nuova sotto-classificazione anatomopatologica

DI ROSA, MARTINA CLIVIA
2022/2023

Abstract

Background: Le lesioni B3 della mammella sono definite come “lesioni ad incerto potenziale di malignità”. Si configurano come un gruppo di lesioni estremamente eterogenee dal punto di vista clinico, radiologico ed anatomopatologico. Il problema maggiore concernete le lesioni B3 è il rischio di upgrade a carcinoma (sia in situ che invasivo) all’esame istologico postoperatorio, fortemente dipendente dalla tipologia di lesione B3. In letteratura sono stimati tassi di upgrade molto variabili che vanno da < 2% fino al 40%. Storicamente, tali lesioni sono state gestite mediante intervento chirurgico che tuttavia, in più della metà dei casi riportano un esito benigno. Per tale motivo, negli ultimi anni si è cercato di lavorare su approcci sempre meno invasivi che consentissero di evitare numerosi interventi chirurgici inutili dal punto di vista terapeutico. Gli obiettivi del presente studio sono innanzitutto di valutare l’impatto clinico di una nuova sotto-classificazione B3, introdotta nella nostra pratica clinica a partire dal 2021, nel diminuire le pazienti elegibili all’intervento chirurgico e nel selezionare in modo più accurato per l’intervento chirurgico pazienti con effettivo rischio oncologico. In secondo luogo, tale studio ha l’obiettivo di definire in maniera accurata la tipologia di upgrade nella casistica in studio, nell’ottica di comprende il reale significato clinico di queste lesioni. Materiali e metodi: è stato eseguito uno studio monocentrico retrospettivo, basato su una casistica di 465 pazienti diagnosticate con lesione B3 della mammella. Per rispondere agli obiettivi dello studio le pazienti sono state suddivise in due gruppi: il primo comprendente 183 pazienti (39,35%) con diagnosi di lesione B3 esclusivamente morfologica diagnosticate tra il 2018 e il 2020; il secondo gruppo presenta 282 pazienti (60,65%)diagnosticate nel 2021-2023, in cui a seguito dell’esame microistologico pre-operatorio è stata associata alla diagnosi di lesione B3 una sotto-classificazione anatomopatologica che specificasse, sottoforma di sigla quale, fra le principali patologie comprese nella classificazione B3, fosse la lesione principale: (iperplasia duttale atipica)ADH, atipia epiteliale piatta (FEA), papilloma (PL), radial scar (RS), tumore filloide (PT), neoplasia lobulare (LN), altro (AL). Risultati: Si è rilevata un’importante riduzione del numero di interventi nei due gruppi di pazienti in studio (77,05% vs 67,73% p=0,029). È stato stimato un tasso di upgrade nelle pazienti del primo gruppo pari al 9,93% contro il 16,23%. In relazione alla sotto-classificazione B3, i tassi di upgrade sono per le singole lesioni sono così distribuiti: B3-ADH (50%), B3- FEA (17,65%) B3- PL (13,51%), B3- PT (8%), B3-RS (7,14%), B3- LN (0%), B3- AL (40%). All’analisi statistica univariata esclusivamente il sottotipo istologico di lesione B3 (p=0,001) e l’età sono risultati fattori predittivi di upgrade (p<0,001). All’analisi della tipologia di upgrade, si è evidenziato nel 75,55% dei casi la presenza di un DCIS (prevalentemente di basso-intermedio grado nucleare) e nel 15,55% di carcinoma invasivo, con fattori prognostici estremamente favorevoli. Conclusioni: La sotto-classificazione delle lesioni B3 ha un notevole impatto nella pratica clinica sia nel diminuire il numero di interventi che nella capacità di individuare le lesioni maggiormente a rischio di upgrade, indicate nelle B3-ADH, B3- FEA e B3-PL, per le quali risulta essere fortemente indicato l’intervento chirurgico. Tuttavia, si è evidenziato come la maggior parte degli upgrade ottenuti su pezzo operatorio presentino delle caratteristiche anatomopatologiche estremamente favorevoli dal punto di vista prognostico. Questo aspetto innovativo deve essere tenuto in conto, nell’ottica di un management delle lesioni B3 basato sempre di più sulla de-escalation terapeutica.
Management of patients diagnosed with uncertain malignant potential lesions in the breast (B3): impact in clinical practice of a new anatomopathological sub-classification
Background: B3 breast lesions are defined as "lesions of uncertain malignant potential." They represent a group that is extremely heterogeneous clinically, radiologically, and anatomopathologically. The major concern regarding B3 lesions is the risk of upgrade to carcinoma (both in situ and invasive) on postoperative histological examination, which strongly depends on the type of B3 lesion. Highly variable upgrade rates, ranging from < 2% to 40%, are reported in the literature. Historically, such lesions have been managed by surgery, which, however, in over half of cases, have a benign outcome. For this reason, efforts have been made in recent years, to work on less invasive approaches to avoid numerous unnecessary surgical interventions. The aims of this study are firstly to evaluate the clinical impact of a new B3 subclassification, introduced in our clinical practice since 2021, in reducing the number of patients eligible for surgery and in more accurately selecting patients with a real oncological risk. Secondly, this study aims to accurately define the type of upgrade in the study population, in order to understand the real clinical significance of these lesions. Materials and Methods: A retrospective single-centre study was performed, based on a case series of 465 patients diagnosed with B3 breast lesions. To address the study objectives, patients were divided into two groups: the first comprised 183 patients (39,35%)diagnosed with exclusively morphological B3 lesions between 2018 and 2020; the second group included 282 patients (60,65%) diagnosed between 2021 and 2023, in whom, following the pre-operative specimen, an anatomopathological sub-classification was associated with the diagnosis of a B3 lesion, specifying, in the form of an acronym, which of the main pathologies included in the B3 classification was the main lesion: atypical ductal hyperplasia(ADH), flat epithelial atypia (FEA), papilloma (PL), radial scar (RS), phylloid tumour (PT), lobular neoplasm (LN), other (AL). Results: There was a significant reduction in the number of surgeries in the two study groups (77.05% vs 67.73%, p=0.029). An upgrade rate of 9.93% was estimated in patients in the first group compared to 16.23% in the second group. Regarding the B3 subclassification, the upgrade rates for individual lesions are distributed as follows: B3-ADH (50%), B3-FEA (17.65%), B3-PL (13.51%), B3-PT (8%), B3-RS (7,14%), B3-LN (0%), B3-AL (40%). In univariate statistical analysis, only the histological subtype of B3 lesion (p=0.001) and age were predictive factors for upgrade (p<0.001). In the analysis of the type of upgrade, the presence of DCIS (predominantly low-to-intermediate nuclear grade) was evident in 75,55% of cases and invasive carcinoma in 15,55%, with extremely favourable prognostic factors. Conclusions: The subclassification of B3 lesions has a major impact on clinical practice both in reducing the number of surgeries and in the ability to identify the lesions most at risk of upgrade, indicated in B3-ADH, B3-FEA, and B3-PL, for which surgery is strongly recommended. However, it has been noted that most of the upgrades obtained on operative specimens present extremely favourable pathological characteristics from a prognostic point of view. This innovative aspect should be taken into account, with an increasing focus on the management of B3 lesions based on therapeutic de-escalation.
BERTERO, LUCA
IMPORT TESI SOLO SU ESSE3 DAL 2018
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