La tesi redatta tratterà la tematica della disabilità intellettiva nel suo complesso generale, soffermandosi nel dettaglio sulla tematica della vita affettiva e sulla sessualità delle persone con disabilità intellettiva. Per questo motivo si è pensato di intitolarla disabilità intellettiva: dal suo significato al problema taciuto. È un percorso che parte dall’analisi della definizione di disabilità e continua nella definizione più accurata di disabilità intellettiva, definizione complessa in quanto è un tema complesso che richiama a sé innumerevoli variabili. Una definizione completa che può essere usata per incominciare a comprendere questo tema è la definizione che viene data dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la quale l’ha definita come un concetto che comprende l’handicap, la limitazione nelle attività e la restrizione nella partecipazione. La disabilità quindi è un fenomeno molto complesso e complicato che si basa sull’interazione tra il corpo della persona e il contesto in cui essa vive e agisce. Di conseguenza possiamo avere diverse forme di disabilità intellettiva in base alla gravità della patologia ovvero ai deficit che presenta la persona. I gradi che sono stati individuati sono: lieve, medio, grave e gravissimo. In Italia, grazie ad alcune affermazione fatte del Censis, si stima che per l’anno 2020 i disabili in Italia saliranno a 4,8 milioni ciò corrisponderà a 7,9% della popolazione. Già nel 2016 l’Istat affermava che in Italia le persone che soffrivano di gravi limitazioni corrispondevano a circa tre milioni e cento mila, ovvero circa il 5,2% della popolazione. Le persone più colpite sono gli anziani e le donne. Le regioni con i numeri più alti sono le isole rispetto alle regioni del Nord d’Italia. Successivamente si è passati all’analisi di come la disabilità intellettiva venisse percepita dalla società del passato, dall’esclusione di queste persone perché considerati come dei mostri o come cattivi presagi per la società stessa, quindi alle volte si è assistito nel corso della storia all’eliminazione fisica di queste persone (si ricorda il periodo Nazista), a cercare di incominciare a lottare per i lori diritti, questo ha poi portato finalmente ad un inclusione e integrazione degli stessi. Da qui sono nati differenti modalità di educazione ed interventi per permettere di poter acquisire capacità e potenzialità, successivamente sono seguiti interventi sempre più mirati che coinvolgessero anche l’intera famiglia e ciò a fatto sì che la figura dell’assistente sociale e di altri professionisti fossero sempre più chiamati a dover operare nell’interesse della persona. Infine si passa all’analisi “del problema taciuto” che ad oggi suscita particolare interesse ma che per molti motivi rimane un tabù: è la vita affettiva e sessuale della persone con disabilità. Risulta un tema rilevante in quanto oggi giorno le persone con disabilità intellettiva, essendo così inclusi nella società odierna, hanno molte più possibilità di poter incontrare situazioni in cui queste tematiche si sviluppano maggiormente e che se non affrontate adeguatamente possono portare ad alcuni rischi, diventa per cui necessario individuare percorsi educativi che permettano di sviluppare anche questa dimensione di vita così da poter avere una vita completa e soddisfacente, arginando i possibili rischi.
Disabilità intellettiva: dal suo significato al problema taciuto. Tra vita affettiva e sessualità
PIVETTA, VALENTINA
2019/2020
Abstract
La tesi redatta tratterà la tematica della disabilità intellettiva nel suo complesso generale, soffermandosi nel dettaglio sulla tematica della vita affettiva e sulla sessualità delle persone con disabilità intellettiva. Per questo motivo si è pensato di intitolarla disabilità intellettiva: dal suo significato al problema taciuto. È un percorso che parte dall’analisi della definizione di disabilità e continua nella definizione più accurata di disabilità intellettiva, definizione complessa in quanto è un tema complesso che richiama a sé innumerevoli variabili. Una definizione completa che può essere usata per incominciare a comprendere questo tema è la definizione che viene data dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la quale l’ha definita come un concetto che comprende l’handicap, la limitazione nelle attività e la restrizione nella partecipazione. La disabilità quindi è un fenomeno molto complesso e complicato che si basa sull’interazione tra il corpo della persona e il contesto in cui essa vive e agisce. Di conseguenza possiamo avere diverse forme di disabilità intellettiva in base alla gravità della patologia ovvero ai deficit che presenta la persona. I gradi che sono stati individuati sono: lieve, medio, grave e gravissimo. In Italia, grazie ad alcune affermazione fatte del Censis, si stima che per l’anno 2020 i disabili in Italia saliranno a 4,8 milioni ciò corrisponderà a 7,9% della popolazione. Già nel 2016 l’Istat affermava che in Italia le persone che soffrivano di gravi limitazioni corrispondevano a circa tre milioni e cento mila, ovvero circa il 5,2% della popolazione. Le persone più colpite sono gli anziani e le donne. Le regioni con i numeri più alti sono le isole rispetto alle regioni del Nord d’Italia. Successivamente si è passati all’analisi di come la disabilità intellettiva venisse percepita dalla società del passato, dall’esclusione di queste persone perché considerati come dei mostri o come cattivi presagi per la società stessa, quindi alle volte si è assistito nel corso della storia all’eliminazione fisica di queste persone (si ricorda il periodo Nazista), a cercare di incominciare a lottare per i lori diritti, questo ha poi portato finalmente ad un inclusione e integrazione degli stessi. Da qui sono nati differenti modalità di educazione ed interventi per permettere di poter acquisire capacità e potenzialità, successivamente sono seguiti interventi sempre più mirati che coinvolgessero anche l’intera famiglia e ciò a fatto sì che la figura dell’assistente sociale e di altri professionisti fossero sempre più chiamati a dover operare nell’interesse della persona. Infine si passa all’analisi “del problema taciuto” che ad oggi suscita particolare interesse ma che per molti motivi rimane un tabù: è la vita affettiva e sessuale della persone con disabilità. Risulta un tema rilevante in quanto oggi giorno le persone con disabilità intellettiva, essendo così inclusi nella società odierna, hanno molte più possibilità di poter incontrare situazioni in cui queste tematiche si sviluppano maggiormente e che se non affrontate adeguatamente possono portare ad alcuni rischi, diventa per cui necessario individuare percorsi educativi che permettano di sviluppare anche questa dimensione di vita così da poter avere una vita completa e soddisfacente, arginando i possibili rischi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/25967