INTRODUZIONE: Negli ultimi 10 anni si è rilevato un incremento del 54% di ictus correlati allo stato gravidico. La gravidanza provoca nell’organismo femminile numerosi cambiamenti cardiovascolari ed ormonali che possono essere un fattore di rischio per l’insorgenza della patologia ischemica ad essa correlata. I cambiamenti fisiologici indotti dalla gravidanza possono assumere una maggior valenza clinica quando la donna presenta patologie pregresse che la rendano un soggetto a rischio di sviluppare l’ictus. L’incidenza della patologia cerebrovascolare durante la gravidanza non è molto alta, 34.2 in 100.000 gravidanze con associata una mortalità tra l’8% e il 15%, ma può avere conseguenze devastanti. OBIETTIVI: Individuare i fattori che aumentino il rischio di insorgenza della patologia cerebrovascolare in corso di gravidanza e nelle 6 settimane di postpartum. Di conseguenza, individuando le donne maggiormente a rischio, analizzare il ruolo infermieristico nell’attuazione di strategie di prevenzione. Identificare le terapie indicate per la prevenzione e per l’eventuale trattamento della patologia ischemica associata a gravidanza. METODOLOGIA DI RICERCA: È stata effettuata una revisione della letteratura attraverso le banche dati biomediche del portale PubMed, Epistemonikos, CINAHL. Le linee guida sono state cercate attraverso il portale NICE. RISULTATI: tra gli anni 2006 e 2007 la prevalenza di ictus nel periodo prenatale, parto, postpartum è stata di 0.71 ogni 1000 gravidanze rilevando quindi un aumento del 54% rispetto ai casi tra il 1994 e il 1995. L’ictus correlato a gravidanza è una conseguenza prevalentemente relativa alla preesistenza di alcune patologie nella gestante, che la rendono un soggetto maggiormente a rischio di complicanze cerebrovascolari tra le quali insulino resistenza, lupus eritematoso sistemico, emicrania, preeclampsia, eclampsia, trombofilia, trombocitopenia, malattie cardiache, infezioni postpartum. CONCLUSIONI: L’insorgenza di ictus in gravidanza è un evento tendenzialmente prevedibile attraverso l’identificazione tempestiva di alcuni fattori di rischio materni e per questa ragione assume un ruolo fondamentale attuare strategie preventive. L’approccio preventivo si applica attraverso la somministrazione di eparina a basso peso molecolare, magnesio solfato, antiaggreganti. Risulta efficace anche l’integrazione di calcio per il trattamento della preeclampsia, la quale rappresenta un fattore elevato di rischio ischemico. Si rendono essenziali, come strumento preventivo un’accurata anamnesi patologica, durante la prima visita ostetrico-ginecologica ed un’attenzione particolare allo stile di vita. Per queste ragioni è fondamentale fornire alla paziente un’educazione terapeutica adeguata alla necessaria variazione degli stili di vita, quali: astensione dal fumo di sigaretta e dall'assunzione di alcolici o sostanze stupefacenti, alimentazione sana ed equilibrata, attività aerobica quotidiana, minori fattori stressanti possibili e stretta aderenza al protocollo terapeutico eventualmente impostato.

ICTUS CORRELATO A GRAVIDANZA: FATTORI DI RISCHIO, STRATEGIE PREVENTIVE E TRATTAMENTO DI UN FENOMENO IN CRESCITA

BARRECA, ANNALISA
2019/2020

Abstract

INTRODUZIONE: Negli ultimi 10 anni si è rilevato un incremento del 54% di ictus correlati allo stato gravidico. La gravidanza provoca nell’organismo femminile numerosi cambiamenti cardiovascolari ed ormonali che possono essere un fattore di rischio per l’insorgenza della patologia ischemica ad essa correlata. I cambiamenti fisiologici indotti dalla gravidanza possono assumere una maggior valenza clinica quando la donna presenta patologie pregresse che la rendano un soggetto a rischio di sviluppare l’ictus. L’incidenza della patologia cerebrovascolare durante la gravidanza non è molto alta, 34.2 in 100.000 gravidanze con associata una mortalità tra l’8% e il 15%, ma può avere conseguenze devastanti. OBIETTIVI: Individuare i fattori che aumentino il rischio di insorgenza della patologia cerebrovascolare in corso di gravidanza e nelle 6 settimane di postpartum. Di conseguenza, individuando le donne maggiormente a rischio, analizzare il ruolo infermieristico nell’attuazione di strategie di prevenzione. Identificare le terapie indicate per la prevenzione e per l’eventuale trattamento della patologia ischemica associata a gravidanza. METODOLOGIA DI RICERCA: È stata effettuata una revisione della letteratura attraverso le banche dati biomediche del portale PubMed, Epistemonikos, CINAHL. Le linee guida sono state cercate attraverso il portale NICE. RISULTATI: tra gli anni 2006 e 2007 la prevalenza di ictus nel periodo prenatale, parto, postpartum è stata di 0.71 ogni 1000 gravidanze rilevando quindi un aumento del 54% rispetto ai casi tra il 1994 e il 1995. L’ictus correlato a gravidanza è una conseguenza prevalentemente relativa alla preesistenza di alcune patologie nella gestante, che la rendono un soggetto maggiormente a rischio di complicanze cerebrovascolari tra le quali insulino resistenza, lupus eritematoso sistemico, emicrania, preeclampsia, eclampsia, trombofilia, trombocitopenia, malattie cardiache, infezioni postpartum. CONCLUSIONI: L’insorgenza di ictus in gravidanza è un evento tendenzialmente prevedibile attraverso l’identificazione tempestiva di alcuni fattori di rischio materni e per questa ragione assume un ruolo fondamentale attuare strategie preventive. L’approccio preventivo si applica attraverso la somministrazione di eparina a basso peso molecolare, magnesio solfato, antiaggreganti. Risulta efficace anche l’integrazione di calcio per il trattamento della preeclampsia, la quale rappresenta un fattore elevato di rischio ischemico. Si rendono essenziali, come strumento preventivo un’accurata anamnesi patologica, durante la prima visita ostetrico-ginecologica ed un’attenzione particolare allo stile di vita. Per queste ragioni è fondamentale fornire alla paziente un’educazione terapeutica adeguata alla necessaria variazione degli stili di vita, quali: astensione dal fumo di sigaretta e dall'assunzione di alcolici o sostanze stupefacenti, alimentazione sana ed equilibrata, attività aerobica quotidiana, minori fattori stressanti possibili e stretta aderenza al protocollo terapeutico eventualmente impostato.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/25942