Con la seguente tesi si intende ripercorre le argomentazioni fornite da Nicolò Cusano per dimostrare e giustificare gli elementi di base del suo sistema metafisico e teologico, al fine di comprendere quale sia il ruolo da lui attribuito al punto di vista altrui e al dialogo nel processo conoscitivo del singolo individuo. La tesi si concentra, dunque, sulla gnoseologia cusaniana che intende chiarire attraverso la teoria della creazione, dal momento che il filosofo sviluppa in parallelo le dimensioni metafisica e ontologica. Cardine è la problematicità della conoscenza umana, tra intrinseca limitatezza e valore positivo, riconosciuti attraverso concetti centrali quali unità e trascendenza del massimo, “modo” e “teofania”. Una volta presa consapevolezza di questi elementi e delle loro oscillazioni, è possibile valutarne ampliamenti e considerare come essi vengano articolati nel momento in cui il filosofo si pone il problema del ruolo che può svolgere il punto di vista altrui nel processo di accrescimento della conoscenza. L'unicità della verità fa sì che esso sia uno sforzo comune verso una meta univoca la cui trascendenza rende tutti gli uomini parimenti lontani dal raggiungerla. Ogni individuo è, però, unico, gode di una prospettiva irripetibile, esprime a “modo” proprio la verità. L'altro, perciò, è necessariamente diverso ed è portatore di una prospettiva unica sul vero, inaccessibile a chiunque altro se non attraverso il dialogo: non luogo di scontro, ma di vicendevole integrazione dei punti di vista.

Il punto di vista teofanico nel pensiero di Nicolò Cusano

GIRODO, GIULIA
2019/2020

Abstract

Con la seguente tesi si intende ripercorre le argomentazioni fornite da Nicolò Cusano per dimostrare e giustificare gli elementi di base del suo sistema metafisico e teologico, al fine di comprendere quale sia il ruolo da lui attribuito al punto di vista altrui e al dialogo nel processo conoscitivo del singolo individuo. La tesi si concentra, dunque, sulla gnoseologia cusaniana che intende chiarire attraverso la teoria della creazione, dal momento che il filosofo sviluppa in parallelo le dimensioni metafisica e ontologica. Cardine è la problematicità della conoscenza umana, tra intrinseca limitatezza e valore positivo, riconosciuti attraverso concetti centrali quali unità e trascendenza del massimo, “modo” e “teofania”. Una volta presa consapevolezza di questi elementi e delle loro oscillazioni, è possibile valutarne ampliamenti e considerare come essi vengano articolati nel momento in cui il filosofo si pone il problema del ruolo che può svolgere il punto di vista altrui nel processo di accrescimento della conoscenza. L'unicità della verità fa sì che esso sia uno sforzo comune verso una meta univoca la cui trascendenza rende tutti gli uomini parimenti lontani dal raggiungerla. Ogni individuo è, però, unico, gode di una prospettiva irripetibile, esprime a “modo” proprio la verità. L'altro, perciò, è necessariamente diverso ed è portatore di una prospettiva unica sul vero, inaccessibile a chiunque altro se non attraverso il dialogo: non luogo di scontro, ma di vicendevole integrazione dei punti di vista.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/25838