Lo sport, in quanto attività sociale, ricopre un aspetto fondamentale della vita dei bambini affetti dalla sindrome dello spettro autistico (ASD) e dovrebbe possedere la stessa dignità di quella riconosciuta dalle altre terapie alternative. Invece, è ancora alla ricerca di una chiara comunità scientifica che possa legittimarne la relazione con il campo terapeutico. Insegno nuoto da diversi anni e conosco una certa quantità di espressioni del corpo, cui corrisponde una sorprendente produzione di idee .I compiti motori modellano morfologicamente e psicologicamente la persona e il suo agire dinamico con il mondo, attraverso atteggiamenti, modi di incedere, forme abilitative. L'ambiente in cui lavoro è caratterizzato da un clima formativo, nel quale osservare costantemente il rispetto delle regole, di sé, e degli altri. La piscina è, in questo senso, un contenitore sociale, un simulatore di comunità, un percorso preparatorio che rinsalda i valori del vivere civile. Ho spesso attuato schemi cognitivi a carattere tattico vedendo nel movimento in acqua un mediatore di apprendimento ed uno strumento privilegiato per la promozione del benessere fisico. In ogni competenza motoria, si distinguono ed interagiscono tre dimensioni integrate: la prima è quella cognitiva, che riguarda la comprensione di termini, definizioni, concetti, la seconda operativa, comprendente il repertorio personale di abilità motorie ed i livelli raggiunti, la terza quella emotiva-affettiva che coinvolge le disposizioni individuali, le motivazioni, le convinzioni di auto-efficacia. Lo sport in generale è finalizzato ad attuare una proposta educativa trasferibile in altre situazioni del problem-solving, attraverso la percezione e l'analisi della situazione/gioco, l'occasione di confronto della situazione problematica con pregresse esperienze, la selezione e l'utilizzo della gamma di soluzioni motorie che costituiscono un vero inventario a disposizione del bambino. Si è dunque avvertita l'esigenza di una ridefinizione e valorizzazione delle discipline motorie a carattere educativo e terapeutico che giustificasse il ruolo evolutivo della motricità, la sua funzione nello sviluppo della persona, il suo potenziale cognitivo, le diverse capacità intellettive messe in gioco . Alla luce di queste riflessioni diventa quindi necessario scommettere sull'attività sportiva con una didattica che possa favorire la piena integrazione tra bambini affetti dalla sindrome e non, la socializzazione, l'acquisizione di un corretto e migliorato stile di vita.
I benefici dell'acqua sui soggetti affetti dalla sindrome dello spettro autistico
MANA, BEATRICE
2019/2020
Abstract
Lo sport, in quanto attività sociale, ricopre un aspetto fondamentale della vita dei bambini affetti dalla sindrome dello spettro autistico (ASD) e dovrebbe possedere la stessa dignità di quella riconosciuta dalle altre terapie alternative. Invece, è ancora alla ricerca di una chiara comunità scientifica che possa legittimarne la relazione con il campo terapeutico. Insegno nuoto da diversi anni e conosco una certa quantità di espressioni del corpo, cui corrisponde una sorprendente produzione di idee .I compiti motori modellano morfologicamente e psicologicamente la persona e il suo agire dinamico con il mondo, attraverso atteggiamenti, modi di incedere, forme abilitative. L'ambiente in cui lavoro è caratterizzato da un clima formativo, nel quale osservare costantemente il rispetto delle regole, di sé, e degli altri. La piscina è, in questo senso, un contenitore sociale, un simulatore di comunità, un percorso preparatorio che rinsalda i valori del vivere civile. Ho spesso attuato schemi cognitivi a carattere tattico vedendo nel movimento in acqua un mediatore di apprendimento ed uno strumento privilegiato per la promozione del benessere fisico. In ogni competenza motoria, si distinguono ed interagiscono tre dimensioni integrate: la prima è quella cognitiva, che riguarda la comprensione di termini, definizioni, concetti, la seconda operativa, comprendente il repertorio personale di abilità motorie ed i livelli raggiunti, la terza quella emotiva-affettiva che coinvolge le disposizioni individuali, le motivazioni, le convinzioni di auto-efficacia. Lo sport in generale è finalizzato ad attuare una proposta educativa trasferibile in altre situazioni del problem-solving, attraverso la percezione e l'analisi della situazione/gioco, l'occasione di confronto della situazione problematica con pregresse esperienze, la selezione e l'utilizzo della gamma di soluzioni motorie che costituiscono un vero inventario a disposizione del bambino. Si è dunque avvertita l'esigenza di una ridefinizione e valorizzazione delle discipline motorie a carattere educativo e terapeutico che giustificasse il ruolo evolutivo della motricità, la sua funzione nello sviluppo della persona, il suo potenziale cognitivo, le diverse capacità intellettive messe in gioco . Alla luce di queste riflessioni diventa quindi necessario scommettere sull'attività sportiva con una didattica che possa favorire la piena integrazione tra bambini affetti dalla sindrome e non, la socializzazione, l'acquisizione di un corretto e migliorato stile di vita.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/25812