The almond tree belongs to the order Rosales, family Rosaceae and subfamily Prunoideae,. The most common genus is Prunus and the most important species is Prunus dulcis L. The main almond producing countries are the United States (California), Australia and Spain. California i is the leader in global almond production, accounting for about 80% and 65% of the product exported to 90 countries, including Italy. In California, projects are being developed to improve environmental sustainability through the use of agronomic practices aimed at reducing water consumption and recycling waste such as biomass. Spain, on the other hand, is promoting progress in genetics and varietal innovation, presenting varieties fitting to less suitable environments, combined with rootstocks suitable for intensive and super-intensive almond orchards. In Italy, in recent years, there has been a reduction in almond cultivation areas due to the low profit and the application of traditional and inefficient agronomic practices. . The Italian regions with the highest level of production are Apulia and Sicily, where the most widespread type of planting is traditional with about 400 trees/ha. With regard to innovative cultivation techniques, intensive (max 800 plants/ha) and super-intensive (max 2000 plants/ha) orchards are widespread. In the traditional orchard, the most used training system is the free vase, which allows a mechanisation of the harvesting phases through the use of shakers. On the other hand, in super-intensive orchards, the most common training system is the "hedge", which allows the creation of a continuous, uniform and constantly productive fence, in order to allow the use of mechanised pruning systems and digging machines during harvesting. Two case studies have been analysed, the first one (Pascuzzi and Santoro, 2015) examined in detail the harvesting chain in a traditional almond orchard, highlighting the limitations and strengths of the inverted umbrella log shaker and the harvester-picker machine, demonstrating the need and importance of employing machines appropriate to the system and skilled labour. The second case (Maldera et al., 2019) analysed, shows how, in almond tree super-high density (SHD), the effects of two different row orientations with different exposure are decisive on vegetative development, on the differentiation of wood and flower buds and on production yield. In conclusion, in order to relaunch almond cultivation in Italy, it will be necessary to enhance the almond growing according to criteria based on technical and scientific knowledge, respecting environmental and economic parameters that ensure the sustainability and competitiveness of the crop.

Il mandorlo appartiene all’ordine delle Rosales, famiglia Rosacee e sottofamiglia Prunoideae,. Il genere più diffuso è il genere Prunus e la specie più importante è Prunus dulcis L. I paesi produttori leader di mandorle sono gli Stati Uniti (California), l’Australia e la Spagna. La California detiene il primato mondiale, con l’80% della produzione di mandorle ed il 65% del prodotto esportato in 90 Paesi, tra cui l’Italia. In California, sono in fase di sviluppo progetti finalizzati ad una migliore sostenibilità ambientale grazie all’impiego di pratiche agronomiche mirate alla riduzione dei consumi di acqua e al riutilizzo dei rifiuti come biomassa. La Spagna, invece, promuove progressi nell’ambito genetico e nell’innovazione varietale, presentando delle varietà adatte ad ambienti meno vocati, combinate con portinnesti idonei alla realizzazione di mandorleti intensivi e superintensivi. In Italia, negli ultimi anni, è stata registrata una riduzione delle superfici coltivate a mandorleto a causa della scarsa remuneratività del prodotto e dell’applicazione di pratiche agronomiche ancora tradizionali e poco efficienti. Le regioni italiane in cui si concentra maggiormente la produzione sono la Puglia e la Sicilia, dove la tipologia di impianto più diffusa è quella tradizionale con circa 400 piante/ha. Rispetto alle tecniche colturali innovative, sono in espansione impianti intensivi (max 800 piante/ha) e superintensivi (max 2000 piante/ha). Negli impianti tradizionali, la forma di allevamento più utilizzata è quella a vaso libero, tale da consentire una meccanizzazione delle fasi di raccolta tramite l’impiego di scuotitori. Mentre, negli impianti superintensivi, la forma di allevamento più diffusa è quella “a siepe”, la quale permette di creare una parete continua, uniforme e costantemente produttiva, al fine di consentire l’utilizzo di sistemi di potatura meccanizzata e le macchine scavallatrici nelle fasi di raccolta. Sono stati presi in considerazione due casi studio, il primo (Pascuzzi e Santoro, 2015) ha analizzato nel dettaglio la catena di raccolta in un mandorleto tradizionale, evidenziando limiti e punti di forza dello scuotitore per tronco con ombrello rovesciato e della macchina raccoglitrice-sollevatrice, dimostrando quanto sia necessario utilizzare delle macchine idonee all’impianto ed avvalersi di manodopera specializzata. Il secondo caso (Maldera et al., 2019) analizzato, mostra quanto, in un mandorleto ad altissima densità gli effetti di due orientamenti di filari differenti con esposizione diversa siano determinanti sullo sviluppo vegetativo, sulla differenziazione di gemme a legno e a fiore e sulla resa produttiva. In conclusione, per il rilancio della mandorlicoltura italiana, sarà necessario valorizzare il mandorlo secondo criteri fondati sulla conoscenza tecnico-scientifica, rispettando parametri ambientali ed economici, che rendano la coltura sostenibile e competitiva.

Mandorlicoltura: tecniche innovative di coltivazione

EPIFANI, FEDERICA
2019/2020

Abstract

Il mandorlo appartiene all’ordine delle Rosales, famiglia Rosacee e sottofamiglia Prunoideae,. Il genere più diffuso è il genere Prunus e la specie più importante è Prunus dulcis L. I paesi produttori leader di mandorle sono gli Stati Uniti (California), l’Australia e la Spagna. La California detiene il primato mondiale, con l’80% della produzione di mandorle ed il 65% del prodotto esportato in 90 Paesi, tra cui l’Italia. In California, sono in fase di sviluppo progetti finalizzati ad una migliore sostenibilità ambientale grazie all’impiego di pratiche agronomiche mirate alla riduzione dei consumi di acqua e al riutilizzo dei rifiuti come biomassa. La Spagna, invece, promuove progressi nell’ambito genetico e nell’innovazione varietale, presentando delle varietà adatte ad ambienti meno vocati, combinate con portinnesti idonei alla realizzazione di mandorleti intensivi e superintensivi. In Italia, negli ultimi anni, è stata registrata una riduzione delle superfici coltivate a mandorleto a causa della scarsa remuneratività del prodotto e dell’applicazione di pratiche agronomiche ancora tradizionali e poco efficienti. Le regioni italiane in cui si concentra maggiormente la produzione sono la Puglia e la Sicilia, dove la tipologia di impianto più diffusa è quella tradizionale con circa 400 piante/ha. Rispetto alle tecniche colturali innovative, sono in espansione impianti intensivi (max 800 piante/ha) e superintensivi (max 2000 piante/ha). Negli impianti tradizionali, la forma di allevamento più utilizzata è quella a vaso libero, tale da consentire una meccanizzazione delle fasi di raccolta tramite l’impiego di scuotitori. Mentre, negli impianti superintensivi, la forma di allevamento più diffusa è quella “a siepe”, la quale permette di creare una parete continua, uniforme e costantemente produttiva, al fine di consentire l’utilizzo di sistemi di potatura meccanizzata e le macchine scavallatrici nelle fasi di raccolta. Sono stati presi in considerazione due casi studio, il primo (Pascuzzi e Santoro, 2015) ha analizzato nel dettaglio la catena di raccolta in un mandorleto tradizionale, evidenziando limiti e punti di forza dello scuotitore per tronco con ombrello rovesciato e della macchina raccoglitrice-sollevatrice, dimostrando quanto sia necessario utilizzare delle macchine idonee all’impianto ed avvalersi di manodopera specializzata. Il secondo caso (Maldera et al., 2019) analizzato, mostra quanto, in un mandorleto ad altissima densità gli effetti di due orientamenti di filari differenti con esposizione diversa siano determinanti sullo sviluppo vegetativo, sulla differenziazione di gemme a legno e a fiore e sulla resa produttiva. In conclusione, per il rilancio della mandorlicoltura italiana, sarà necessario valorizzare il mandorlo secondo criteri fondati sulla conoscenza tecnico-scientifica, rispettando parametri ambientali ed economici, che rendano la coltura sostenibile e competitiva.
ITA
The almond tree belongs to the order Rosales, family Rosaceae and subfamily Prunoideae,. The most common genus is Prunus and the most important species is Prunus dulcis L. The main almond producing countries are the United States (California), Australia and Spain. California i is the leader in global almond production, accounting for about 80% and 65% of the product exported to 90 countries, including Italy. In California, projects are being developed to improve environmental sustainability through the use of agronomic practices aimed at reducing water consumption and recycling waste such as biomass. Spain, on the other hand, is promoting progress in genetics and varietal innovation, presenting varieties fitting to less suitable environments, combined with rootstocks suitable for intensive and super-intensive almond orchards. In Italy, in recent years, there has been a reduction in almond cultivation areas due to the low profit and the application of traditional and inefficient agronomic practices. . The Italian regions with the highest level of production are Apulia and Sicily, where the most widespread type of planting is traditional with about 400 trees/ha. With regard to innovative cultivation techniques, intensive (max 800 plants/ha) and super-intensive (max 2000 plants/ha) orchards are widespread. In the traditional orchard, the most used training system is the free vase, which allows a mechanisation of the harvesting phases through the use of shakers. On the other hand, in super-intensive orchards, the most common training system is the "hedge", which allows the creation of a continuous, uniform and constantly productive fence, in order to allow the use of mechanised pruning systems and digging machines during harvesting. Two case studies have been analysed, the first one (Pascuzzi and Santoro, 2015) examined in detail the harvesting chain in a traditional almond orchard, highlighting the limitations and strengths of the inverted umbrella log shaker and the harvester-picker machine, demonstrating the need and importance of employing machines appropriate to the system and skilled labour. The second case (Maldera et al., 2019) analysed, shows how, in almond tree super-high density (SHD), the effects of two different row orientations with different exposure are decisive on vegetative development, on the differentiation of wood and flower buds and on production yield. In conclusion, in order to relaunch almond cultivation in Italy, it will be necessary to enhance the almond growing according to criteria based on technical and scientific knowledge, respecting environmental and economic parameters that ensure the sustainability and competitiveness of the crop.
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