BACKGROUND: Critically ill patients in Intensive Care Units (ICUs) are prone to developing bloodstream infections (BSI), which are associated with significant mortality, especially if caused by multi-drug resistant (MDR) pathogens. Recently, the SARS-CoV-2 pandemic has apparently worsened the emergence of bacterial superinfections in critical care settings and the problem of antimicrobial resistance (AMR). OBJECTIVE: The objective of this analysis is to evaluate the impact of COVID-19 on MDR microorganism-related BSI in critically ill patients admitted to the ICU by comparing a pre-pandemic cohort (2016) and a COVID-19 cohort (2020-2021). METHODS: Our study included adult patients with at least one positive blood culture during their stay in the ICU of the "Città della Salute e della Scienza" University Hospital in Turin, Italy, excluding contaminants. The two cohorts were retrospectively analyzed, with a particular focus on the antimicrobial resistance characteristics of the isolates. RESULTS: A total of 185 patients were included: 101 in the pre-pandemic cohort and 84 in the COVID-19 cohort. A higher Charlson score was reported in the pre-pandemic cohort (5 versus 2, respectively; p <0.001), in line with the higher number of comorbidities in this population; only the incidence of central obesity was higher in COVID-19 patients (45% vs 26%, respectively; p<0.001). In the COVID-19 group, a higher SAPS II score (47 vs 42, respectively; p 0.001) and a greater need and duration of mechanical ventilation (p 0.016 and 0.012) were observed. The 28-day and in-hospital mortality rates were significantly higher in COVID-19 patients (46% and 27% vs 68% and 41%, respectively; p <0.001). Regarding the microbiological isolates, BSIs were mainly caused by Gram-negative pathogens in the pre-pandemic cohort (53% of isolates) and by Gram-positive pathogens in the COVID-19 cohort (58.1% of isolates). Among Gram-negative bacteria, K. pneumoniae (31.2%) and A. baumannii (15.3%) were the most frequently isolated pathogens in the pre-pandemic and pandemic periods, respectively, while among Gram-positive bacteria, S. epidermidis (23.2%) and enterococci (24%) were the most frequently isolated pathogens, in the pre-pandemic and pandemic periods, respectively. Considering MDR pathogens, no statistically significant difference was found between the two cohorts (84% in pre-pandemic patients and 75% in COVID-19 patients; p 0.242). Resistance to carbapenems (CR), β-lactams, and fluoroquinolones (DTR), and resistance to at least one antibiotic in each category (PDR/XDR) were higher in the pre-pandemic group (CR: 75% vs 62%; DTR: 51% vs 38%; PDR/XDR: 47% vs 30%). Negative prognostic factors in the Cox survival analysis were the progression of BSI to septic shock and BSI caused by carbapenem-resistant A. baumannii (CR-Ab) (HR 11.99 ([95% CI: 3.886 - 36.44], p <0.001); (HR 10.04, [95% CI: 2.123 - 47.44], p 0.004). CONCLUSION: Despite a lower number of comorbidities and a lower incidence of AMR, mortality was higher in COVID-19 patients. The incidence of MDR pathogens was found to be higher in the pre-pandemic cohort, which was burdened by more comorbidities. The local ecology of BSI, in a setting with high AMR, remained stable during the COVID-19 period, despite the logistical and management difficulties associated with the pandemic. Possible negative prognostic factors for survival were the presence of septic shock and BSI caused by CR-Ab.
BACKGROUND: I pazienti critici in Terapia Intensiva (TI) possono sviluppare infezioni del torrente ematico (bloodstream infection- BSI), associate ad una mortalità significativa, specialmente se causate da patogeni multi-resistenti (MDR). Recentemente, la pandemia da SARS-CoV-2 ha apparentemente aggravato l’emergenza delle sovrainfezioni batteriche in area critica e il problema della resistenza antimicrobica (AMR). OBIETTIVO: L’obiettivo di questa analisi è valutare l'impatto del COVID-19 sulle BSI da microrganismi MDR nei pazienti critici ammessi in TI, attraverso il confronto tra due coorti di pazienti, una pre-pandemica (2016) e una COVID-19 (2020-2021). METODI: Nel nostro studio sono stati inclusi pazienti adulti, con almeno un’emocoltura positiva durante la degenza nella TI dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "Città della Salute e della Scienza" di Torino (Italia), con esclusione dei contaminanti. Sono state analizzate retrospettivamente le due coorti, con focus particolare sulle caratteristiche di antimicrobico-resistenza degli isolati. RISULTATI: Sono stati inclusi in totale 185 pazienti: 101 della coorte pre-pandemica e 84 della coorte COVID-19. Un punteggio al Charlson score più elevato è stato riportato nella coorte pre-pandemica (5 versus 2, rispettivamente; p <0,001), in linea con il maggiore numero di comorbidità di questa popolazione; solo l’incidenza dell'obesità centrale era maggiore nei pazienti COVID-19 (45% vs 26%, rispettivamente; p<0,001). Nel gruppo COVID-19 è stato riscontrato un punteggio al SAPS II score più elevato (47 vs 42, rispettivamente; p 0,001), e una maggiore necessità e durata della ventilazione meccanica (p 0.016 e 0,012). La mortalità a 28 giorni e quella intraospedaliera sono risultate significativamente più elevate nei pazienti COVID-19 (46% e 27% vs 68% e 41%, rispettivamente; p <0,001). Considerando gli isolati microbiologici, le BSI erano principalmente causate da patogeni Gram-negativi nella coorte pre-pandemica (53% degli isolati) e da Gram-positivi nella coorte COVID-19 (58.1% degli isolati). Tra i Gram-negativi, K. pneumoniae (31.2%) e A. baumannii (15.3%) sono stati i patogeni più frequentemente isolati, rispettivamente nel periodo pre-pandemico e pandemico, mentre, tra i Gram-positivi, lo sono stati S. epidermidis (23.2%) ed enterococchi (24%), rispettivamente. Considerando i patogeni MDR, non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa tre le due coorti (84% nei pazienti pre-pandemia e 75% nei COVID-19; p 0.242). La resistenza ai carbapenemi (CR), la resistenza ai β-lattamici e ai fluorochinoloni (DTR) e la resistenza ad almeno un antibiotico in ciascuna categoria (PDR/XDR) erano più elevate nel gruppo pre-pandemia (CR: 75% vs 62%; DTR: 51% vs 38%; PDR/XDR: 47% vs 30%). Dall’analisi di sopravvivenza Cox sono emersi come fattori prognostici negativi l’evoluzione della BSI in shock settico e le BSI sostenute da A. baumannii resistente ai carbapenemi (CR-Ab) (HR 11.99 ([IC 95%: 3.886 - 36.44], p <0.001; (HR 10.04, [IC 95%: 2.123 - 47.44], p 0.004). CONCLUSIONE: Nonostante un minor numero di comorbidità e una minore incidenza di AMR, la mortalità è risultata maggiore nei pazienti COVID-19. L’incidenza di patogeni MDR è risultata essere maggiore nella coorte pre-pandemica, gravata da maggiori comorbidità. L’ecologia locale relativa alle BSI, in un setting ad elevata AMR, si è pertanto mantenuta stabile nel periodo COVID-19, nonostante le difficoltà logistiche e gestionali correlate alla pandemia. Possibili fattori prognostici negativi rispetto alla sopravvivenza sono risultati la presenza di shock settico e la BSI da CR-Ab.
IMPATTO DEI BATTERI MULTI-RESISTENTI SULLE BATTERIEMIE NEI PAZIENTI CRITICI IN TERAPIA INTENSIVA: CONFRONTO TRA UNA COORTE PRE-PANDEMICA (2016) E UNA COORTE COVID-19 (2020-2021)
PAOLINI, GAIA
2022/2023
Abstract
BACKGROUND: I pazienti critici in Terapia Intensiva (TI) possono sviluppare infezioni del torrente ematico (bloodstream infection- BSI), associate ad una mortalità significativa, specialmente se causate da patogeni multi-resistenti (MDR). Recentemente, la pandemia da SARS-CoV-2 ha apparentemente aggravato l’emergenza delle sovrainfezioni batteriche in area critica e il problema della resistenza antimicrobica (AMR). OBIETTIVO: L’obiettivo di questa analisi è valutare l'impatto del COVID-19 sulle BSI da microrganismi MDR nei pazienti critici ammessi in TI, attraverso il confronto tra due coorti di pazienti, una pre-pandemica (2016) e una COVID-19 (2020-2021). METODI: Nel nostro studio sono stati inclusi pazienti adulti, con almeno un’emocoltura positiva durante la degenza nella TI dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "Città della Salute e della Scienza" di Torino (Italia), con esclusione dei contaminanti. Sono state analizzate retrospettivamente le due coorti, con focus particolare sulle caratteristiche di antimicrobico-resistenza degli isolati. RISULTATI: Sono stati inclusi in totale 185 pazienti: 101 della coorte pre-pandemica e 84 della coorte COVID-19. Un punteggio al Charlson score più elevato è stato riportato nella coorte pre-pandemica (5 versus 2, rispettivamente; p <0,001), in linea con il maggiore numero di comorbidità di questa popolazione; solo l’incidenza dell'obesità centrale era maggiore nei pazienti COVID-19 (45% vs 26%, rispettivamente; p<0,001). Nel gruppo COVID-19 è stato riscontrato un punteggio al SAPS II score più elevato (47 vs 42, rispettivamente; p 0,001), e una maggiore necessità e durata della ventilazione meccanica (p 0.016 e 0,012). La mortalità a 28 giorni e quella intraospedaliera sono risultate significativamente più elevate nei pazienti COVID-19 (46% e 27% vs 68% e 41%, rispettivamente; p <0,001). Considerando gli isolati microbiologici, le BSI erano principalmente causate da patogeni Gram-negativi nella coorte pre-pandemica (53% degli isolati) e da Gram-positivi nella coorte COVID-19 (58.1% degli isolati). Tra i Gram-negativi, K. pneumoniae (31.2%) e A. baumannii (15.3%) sono stati i patogeni più frequentemente isolati, rispettivamente nel periodo pre-pandemico e pandemico, mentre, tra i Gram-positivi, lo sono stati S. epidermidis (23.2%) ed enterococchi (24%), rispettivamente. Considerando i patogeni MDR, non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa tre le due coorti (84% nei pazienti pre-pandemia e 75% nei COVID-19; p 0.242). La resistenza ai carbapenemi (CR), la resistenza ai β-lattamici e ai fluorochinoloni (DTR) e la resistenza ad almeno un antibiotico in ciascuna categoria (PDR/XDR) erano più elevate nel gruppo pre-pandemia (CR: 75% vs 62%; DTR: 51% vs 38%; PDR/XDR: 47% vs 30%). Dall’analisi di sopravvivenza Cox sono emersi come fattori prognostici negativi l’evoluzione della BSI in shock settico e le BSI sostenute da A. baumannii resistente ai carbapenemi (CR-Ab) (HR 11.99 ([IC 95%: 3.886 - 36.44], p <0.001; (HR 10.04, [IC 95%: 2.123 - 47.44], p 0.004). CONCLUSIONE: Nonostante un minor numero di comorbidità e una minore incidenza di AMR, la mortalità è risultata maggiore nei pazienti COVID-19. L’incidenza di patogeni MDR è risultata essere maggiore nella coorte pre-pandemica, gravata da maggiori comorbidità. L’ecologia locale relativa alle BSI, in un setting ad elevata AMR, si è pertanto mantenuta stabile nel periodo COVID-19, nonostante le difficoltà logistiche e gestionali correlate alla pandemia. Possibili fattori prognostici negativi rispetto alla sopravvivenza sono risultati la presenza di shock settico e la BSI da CR-Ab.File | Dimensione | Formato | |
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