Lo space planning di un punto vendita di un supermercato è di fondamentale importanza e nulla nel suo studio viene lasciato al caso. Questo avviene perché, al contrario del classico negozio, non si ha di fronte un caso di vendita assistita e il cliente è libero di circolare e servirsi da solo. Il punto vendita deve rispettare alcuni parametri, a partire dalla sua parte più esterna, ossia la vetrina. Anche nella GDO questa è importante in quanto offre al cliente un primo sguardo all’interno del negozio e deve anche essa rispecchiare gli standard della catena a cui appartiene. Seguendo virtualmente il cliente all’interno del negozio si segue un percorso, spesso obbligato, nei vari reparti. Anche quando questo appare più libero, esso è finemente studiato per orientare il consumatore a passare in tutte le aree del negozio. La disposizione della scaffalatura nel settore del food è solitamente costituita da scaffalature parallele tra loro che costituiscono un layout a griglia. Procedendo dal generale verso il particolare, si consideri anche il singolo scaffale. La disposizione dei prodotti nella scaffalatura viene detta display e può essere di tipo orizzontale o verticale a seconda delle esigenze e del tipo di prodotto. La disposizione e lo studio dello spazio di un punto vendita possono poi variare a seconda della grandezza del negozio. A volte si deve progettare un grande ipermercato, altre il corrispettivo di un piccolo negozio di quartiere. Ci sono differenze anche per quanto riguarda le diverse catene o la fascia di prezzo. La disposizione all’interno di un discount potrà essere differente da quella di un supermercato di una fascia più alta di prezzo. Ciò che però li accomuna è lo studio che c’è dietro; lo space planning non è mai affidato al caso ma è l’insieme di tecniche di marketing, visual merchandising e persino psicologia.
La progettazione dello spazio espositivo all’interno dei punti vendita della GDO
BONINO, ARIANNA
2019/2020
Abstract
Lo space planning di un punto vendita di un supermercato è di fondamentale importanza e nulla nel suo studio viene lasciato al caso. Questo avviene perché, al contrario del classico negozio, non si ha di fronte un caso di vendita assistita e il cliente è libero di circolare e servirsi da solo. Il punto vendita deve rispettare alcuni parametri, a partire dalla sua parte più esterna, ossia la vetrina. Anche nella GDO questa è importante in quanto offre al cliente un primo sguardo all’interno del negozio e deve anche essa rispecchiare gli standard della catena a cui appartiene. Seguendo virtualmente il cliente all’interno del negozio si segue un percorso, spesso obbligato, nei vari reparti. Anche quando questo appare più libero, esso è finemente studiato per orientare il consumatore a passare in tutte le aree del negozio. La disposizione della scaffalatura nel settore del food è solitamente costituita da scaffalature parallele tra loro che costituiscono un layout a griglia. Procedendo dal generale verso il particolare, si consideri anche il singolo scaffale. La disposizione dei prodotti nella scaffalatura viene detta display e può essere di tipo orizzontale o verticale a seconda delle esigenze e del tipo di prodotto. La disposizione e lo studio dello spazio di un punto vendita possono poi variare a seconda della grandezza del negozio. A volte si deve progettare un grande ipermercato, altre il corrispettivo di un piccolo negozio di quartiere. Ci sono differenze anche per quanto riguarda le diverse catene o la fascia di prezzo. La disposizione all’interno di un discount potrà essere differente da quella di un supermercato di una fascia più alta di prezzo. Ciò che però li accomuna è lo studio che c’è dietro; lo space planning non è mai affidato al caso ma è l’insieme di tecniche di marketing, visual merchandising e persino psicologia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/25665