BACKGROUND: Primary hyperaldosteronism (IAP) is known to be associated with cardiometabolic complications. However, the disease is strongly underdiagnosed, and it is not clear whether alterations of the mineralocorticoid axis, regardless of the diagnosis of IAP, increase cardiovascular risk. OBJECTIVE: This study aims to examine the relationships between mineralocorticoid secretion alteration and cardiometabolic complications in patients with arterial hypertension. It also aims to assess the accuracy of the diagnostic tests currently used for the diagnosis of IAP. PATIENTS AND METHODS: Patients belonging to the Center for Diagnosis and Therapy of Arterial Hypertension (S.C. of Endocrinology, Diabetology and Metabolism U.) of the A.O.U. Città della Salute e della Scienza of Turin between 1990 and 2023 were included, subjected to assessment of mineralocorticoid function in the suspicion of IAP. RESULTS: Of the 533 enrolled patients, 72 were diagnosed as aldosterone-secreting adenoma (APA), 117 as bilateral adrenal hyperplasia (IHA), 80 as IAP where subtype could not be identified, 142 as low renin essential hypertension (LREH) and 122 as normal renin (NREH). In univariate analysis, the diagnosis of IAP was associated with the male sex (p<0.001), the presence of hypertensive heart disease (p<0.001), an increase in systolic blood pressure (p=0.018), a higher cardiovascular risk calculated by SCORE (p=0.018), a smaller number of antihypertensive drugs taken (p<0.001), a creatinine increase (p<0.001), a reduction in total cholesterol (p=0.003) and LDLc (p=0.043). Even in univariate analysis between the five groups described above, the variables found significant were almost the same; except for the BMI (Kg/m2) (p=0.049) and the waist circumference (cm) (p=0.014). In multivariate analysis, the IAP was independently associated with the presence of left ventricular hypertrophy (IVS) (p<0.015), microalbuminuria (p=0.039), and organ damage (p=0.042), after correction for all covariates believed to be physiopathologically interfering. Plasma aldosterone concentration (PAC), aldosterone-to-renin ratio (ARR) and PAC after intravenous saline infusion (SIT) were also independent predictors of IVS and, except for PAC, albuminuria. Moreover, the diagnosis of IAP, ARR and PAC after SIT is associated with the presence of cumulative organ damage. Finally, we generated ROC curves to assess whether PAC, ARR and PAC after SIT were accurate even individually in the final diagnosis of IAP, assuming different threshold values than those used in clinical practice in our center. The performance of the PAC after SIT alone was highly accurate (AUC>0.900) in the diagnosis of IAP, especially in cases of doubt (ARR not concordant) for each assumed cut-off. This result was confirmed in a sub-analysis of patients with resistant hypertension (163 patients) who had carried out blind investigations with respect to the final diagnosis. CONCLUSIONS: This study confirms the association between IAP and cardiometabolic damage, showing, for the first time, the importance of mineralocorticoid secretion alteration in cardiovascular damage genesis, even regardless of IAP diagnosis. Particularly, the work highlights the crucial role of confirmatory testing in assessing risk in patients suspected of IAP and in diagnosing the disease. This study suggests that at least two ARR determinations should be performed for the diagnostic purposes. In the case of only one positive ARR, the role of the confirmatory test would appear to be more relevant; whereas if both ARR were positive, the confirmatory test may not add more information.
BACKGROUND: È noto che l’iperaldosteronismo primario (IAP) sia associato alle complicanze cardiometaboliche. Tuttavia, la malattia è fortemente sottodiagnostica, e non è chiaro se alterazioni dell'asse mineralcorticoide, indipendentemente dalla diagnosi di IAP, aumentino il rischio cardiovascolare. OBIETTIVI: Questo studio mira ad esaminare le relazioni tra l'alterazione della secrezione mineralcorticoide e le complicanze cardiometaboliche in pazienti con ipertensione arteriosa. Inoltre si prefigge di valutare l'accuratezza dei test diagnostici attualmente impiegati per la diagnosi di IAP. PAZIENTI E METODI: Sono stati inclusi pazienti afferenti al Centro per la Diagnosi e la Terapia dell’Ipertensione Arteriosa (S.C. di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo U.) dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino tra il 1990 e il 2023, sottoposti a valutazione della funzione mineralcorticoide nel sospetto di IAP. RISULTATI: Tra i 533 pazienti arruolati, 72 sono risultati affetti da adenoma secernente aldosterone (APA), 117 da iperplasia surrenalica bilaterale (IHA), 80 da IAP in cui non è stato possibile identificare il sottotipo, 142 da ipertensione essenziale a bassa renina (LREH) e 122 da ipertensione essenziale a renina normale (NREH). In analisi univariata, la diagnosi di IAP è risultata associata al sesso maschile (p<0,001), alla presenza di cardiopatia ipertensiva (p<0,001), ad aumento della pressione arteriosa sistolica (p=0,018), a maggior rischio cardiovascolare calcolato tramite SCORE (p=0,018), a numero minore di farmaci antipertensivi assunti (p<0,001), ad aumento della creatinina (p<0,001), a riduzione del colesterolo totale (p=0,003) e delle LDLc (p=0,043), rispetto al gruppo con ipertensione essenziale. Anche in analisi univariata tra i cinque gruppi prima descritti, le variabili risultate significative sono state pressochè le stesse; fatta eccezione per il BMI (Kg/m2) (p=0,049) e la circonferenza vita (cm) (p=0,014). In analisi multivariata, l’IAP è risultato associato in modo indipendente alla presenza di ipertrofia ventricolare sinistra (IVS) (p<0.015), microalbuminuria (p=0.039) e danno d’organo (p=0.042), dopo correzione per tutte le covariate ritenute fisiopatologicamente interferenti. Anche l’aldosterone (PAC), il rapporto aldosterone-renina (ARR) e la PAC dopo test da infusione salina endovenosa (SIT) sono risultati predittori indipendenti di IVS e, ad eccezione della PAC, anche di albuminuria. Inoltre, la diagnosi di IAP, l’ARR e la PAC dopo SIT risultano associate alla presenza di danno d’organo cumulativo. Infine, abbiamo generato delle curve ROC per valutare se PAC, ARR e PAC dopo SIT fossero accurati anche singolarmente nella diagnosi finale di IAP, ipotizzando valori soglia differenti rispetto a quelli usati nella pratica clinica nel nostro centro. La performance della PAC dopo SIT è risultata da sola altamente accurata (AUC>0.900) nella diagnosi di IAP, soprattutto nei casi di dubbio (ARR non concordanti) per ogni cut-off ipotizzato. Questo risultato è stato confermato in una sottoanalisi di pazienti con ipertensione resistente (163 soggetti) che avevano svolto indagini in cieco rispetto alla diagnosi finale. CONCLUSIONI: Questo studio conferma l'associazione tra IAP e danno cardiometabolico, mostrando, per la prima volta, l'importanza dell'alterazione della secrezione mineralcorticoide nella genesi danno cardiovascolare, anche indipendentemente dalla diagnosi di IAP. In particolare, il lavoro evidenzia il ruolo cruciale del test di conferma nel valutare il rischio nei pazienti con sospetto di IAP e nella diagnosi della malattia. A tal proposito, il presente studio suggerisce di eseguire almeno due determinazioni di ARR ai fini diagnostici. Nel caso di un solo ARR positivo, il ruolo del test di conferma sembrerebbe maggiormente rilevante; mentre se entrambi gli ARR risultassero positivi, il test di conferma potrebbe non aggiungere ulteriori informazioni.
Asse mineralcorticoide, diagnosi di patologia ormonale e rischio cardiometabolico in pazienti affetti da ipertensione arteriosa: studio retrospettivo cross-sectional
MILIONE, ASIA
2022/2023
Abstract
BACKGROUND: È noto che l’iperaldosteronismo primario (IAP) sia associato alle complicanze cardiometaboliche. Tuttavia, la malattia è fortemente sottodiagnostica, e non è chiaro se alterazioni dell'asse mineralcorticoide, indipendentemente dalla diagnosi di IAP, aumentino il rischio cardiovascolare. OBIETTIVI: Questo studio mira ad esaminare le relazioni tra l'alterazione della secrezione mineralcorticoide e le complicanze cardiometaboliche in pazienti con ipertensione arteriosa. Inoltre si prefigge di valutare l'accuratezza dei test diagnostici attualmente impiegati per la diagnosi di IAP. PAZIENTI E METODI: Sono stati inclusi pazienti afferenti al Centro per la Diagnosi e la Terapia dell’Ipertensione Arteriosa (S.C. di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo U.) dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino tra il 1990 e il 2023, sottoposti a valutazione della funzione mineralcorticoide nel sospetto di IAP. RISULTATI: Tra i 533 pazienti arruolati, 72 sono risultati affetti da adenoma secernente aldosterone (APA), 117 da iperplasia surrenalica bilaterale (IHA), 80 da IAP in cui non è stato possibile identificare il sottotipo, 142 da ipertensione essenziale a bassa renina (LREH) e 122 da ipertensione essenziale a renina normale (NREH). In analisi univariata, la diagnosi di IAP è risultata associata al sesso maschile (p<0,001), alla presenza di cardiopatia ipertensiva (p<0,001), ad aumento della pressione arteriosa sistolica (p=0,018), a maggior rischio cardiovascolare calcolato tramite SCORE (p=0,018), a numero minore di farmaci antipertensivi assunti (p<0,001), ad aumento della creatinina (p<0,001), a riduzione del colesterolo totale (p=0,003) e delle LDLc (p=0,043), rispetto al gruppo con ipertensione essenziale. Anche in analisi univariata tra i cinque gruppi prima descritti, le variabili risultate significative sono state pressochè le stesse; fatta eccezione per il BMI (Kg/m2) (p=0,049) e la circonferenza vita (cm) (p=0,014). In analisi multivariata, l’IAP è risultato associato in modo indipendente alla presenza di ipertrofia ventricolare sinistra (IVS) (p<0.015), microalbuminuria (p=0.039) e danno d’organo (p=0.042), dopo correzione per tutte le covariate ritenute fisiopatologicamente interferenti. Anche l’aldosterone (PAC), il rapporto aldosterone-renina (ARR) e la PAC dopo test da infusione salina endovenosa (SIT) sono risultati predittori indipendenti di IVS e, ad eccezione della PAC, anche di albuminuria. Inoltre, la diagnosi di IAP, l’ARR e la PAC dopo SIT risultano associate alla presenza di danno d’organo cumulativo. Infine, abbiamo generato delle curve ROC per valutare se PAC, ARR e PAC dopo SIT fossero accurati anche singolarmente nella diagnosi finale di IAP, ipotizzando valori soglia differenti rispetto a quelli usati nella pratica clinica nel nostro centro. La performance della PAC dopo SIT è risultata da sola altamente accurata (AUC>0.900) nella diagnosi di IAP, soprattutto nei casi di dubbio (ARR non concordanti) per ogni cut-off ipotizzato. Questo risultato è stato confermato in una sottoanalisi di pazienti con ipertensione resistente (163 soggetti) che avevano svolto indagini in cieco rispetto alla diagnosi finale. CONCLUSIONI: Questo studio conferma l'associazione tra IAP e danno cardiometabolico, mostrando, per la prima volta, l'importanza dell'alterazione della secrezione mineralcorticoide nella genesi danno cardiovascolare, anche indipendentemente dalla diagnosi di IAP. In particolare, il lavoro evidenzia il ruolo cruciale del test di conferma nel valutare il rischio nei pazienti con sospetto di IAP e nella diagnosi della malattia. A tal proposito, il presente studio suggerisce di eseguire almeno due determinazioni di ARR ai fini diagnostici. Nel caso di un solo ARR positivo, il ruolo del test di conferma sembrerebbe maggiormente rilevante; mentre se entrambi gli ARR risultassero positivi, il test di conferma potrebbe non aggiungere ulteriori informazioni.File | Dimensione | Formato | |
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