In questa tesi di laurea si indagano le forme di ideologizzazione fascista che contraddistinsero l'insegnamento della matematica negli anni 1923-1943. Per la particolare attenzione riservata alla scuola elementare, in quanto culla dello 'spirito nazionale' delle nuove leve, si è scelto di partire dall'esame di questo segmento dell'ordinamento scolastico. Parallelamente sono stati però approfonditi i vari aspetti dell'educazione impartita negli Istituti Magistrali, tenendo conto del fatto che il regime attribuì ai maestri il compito di farsi portavoce dei successi del Fascio, di fronte alle masse popolari non acculturate. Più in dettaglio, nel primo capitolo della tesi si ripercorrono succintamente i principali avvenimenti politici legati all'ascesa del Fascismo, al consolidarsi della dittatura e alla sua caduta. Speciale attenzione è riservata ai tratti salienti del contesto culturale ed istituzionale del Ventennio e ai risvolti, sul mondo della ricerca e dell'insegnamento, della riforma Gentile, dei Manifesti di Gentile e Croce, del giuramento di fedeltà per i docenti e delle leggi razziali. Il secondo capitolo restringe l'ottica alla situazione della ricerca matematica, prendendo in considerazione i fattori che, dall'interno e dall'esterno, ne hanno orientato l'evoluzione, analizzando le forme di ingerenza più o meno striscianti della politica sulla ricerca avanzata, sulla comunità dei matematici di professione e sulle nuove istituzioni e associazioni scientifiche. Con il terzo capitolo si entra in medias res, ripercorrendo in dettaglio le tappe della fascistizzazione dell'insegnamento matematico rivolto ai più piccoli. Oltre ad analizzare l'operato delle cinque Commissioni centrali, istituite per valutare i testi di aritmetica e di geometria da adottare nelle scuole elementari e poi incaricate di redigere il libro unico di Stato, si fornisce un regesto dei manuali pubblicati negli anni 1910-1943, evidenziandone le principali caratteristiche a livello di contenuti e metodo. Il quarto capitolo è dedicato al mondo dei maestri. Oltre a illustrare le vicende che portarono alla creazione dell'Istituto Magistrale, gli orari e i programmi di matematica previsti per questa scuola, si descrivono le dinamiche di ingerenza del regime sulla formazione e sulla prassi didattica dei maestri. A tal scopo ci si avvale essenzialmente dell'analisi di un'autentica rarità bibliografica: l'Agenda del maestro italiano del 1940-41. Nel quinto capitolo si trova una ricostruzione degli assunti di pedagogia generale e della matematica su cui si basava l'insegnamento nelle scuole elementari che, attraverso volumi ad hoc e riviste specializzate, erano parte integrante del bagaglio di competenze dei maestri e degli educatori italiani. Infine, nel sesto ed ultimo capitolo si espone l'analisi di alcuni manuali di matematica per la scuola elementare e magistrale editi nel Ventennio.

Fascismo e insegnamento della matematica nella scuola elementare e magistrale

CAMPANA, GIACOMO
2011/2012

Abstract

In questa tesi di laurea si indagano le forme di ideologizzazione fascista che contraddistinsero l'insegnamento della matematica negli anni 1923-1943. Per la particolare attenzione riservata alla scuola elementare, in quanto culla dello 'spirito nazionale' delle nuove leve, si è scelto di partire dall'esame di questo segmento dell'ordinamento scolastico. Parallelamente sono stati però approfonditi i vari aspetti dell'educazione impartita negli Istituti Magistrali, tenendo conto del fatto che il regime attribuì ai maestri il compito di farsi portavoce dei successi del Fascio, di fronte alle masse popolari non acculturate. Più in dettaglio, nel primo capitolo della tesi si ripercorrono succintamente i principali avvenimenti politici legati all'ascesa del Fascismo, al consolidarsi della dittatura e alla sua caduta. Speciale attenzione è riservata ai tratti salienti del contesto culturale ed istituzionale del Ventennio e ai risvolti, sul mondo della ricerca e dell'insegnamento, della riforma Gentile, dei Manifesti di Gentile e Croce, del giuramento di fedeltà per i docenti e delle leggi razziali. Il secondo capitolo restringe l'ottica alla situazione della ricerca matematica, prendendo in considerazione i fattori che, dall'interno e dall'esterno, ne hanno orientato l'evoluzione, analizzando le forme di ingerenza più o meno striscianti della politica sulla ricerca avanzata, sulla comunità dei matematici di professione e sulle nuove istituzioni e associazioni scientifiche. Con il terzo capitolo si entra in medias res, ripercorrendo in dettaglio le tappe della fascistizzazione dell'insegnamento matematico rivolto ai più piccoli. Oltre ad analizzare l'operato delle cinque Commissioni centrali, istituite per valutare i testi di aritmetica e di geometria da adottare nelle scuole elementari e poi incaricate di redigere il libro unico di Stato, si fornisce un regesto dei manuali pubblicati negli anni 1910-1943, evidenziandone le principali caratteristiche a livello di contenuti e metodo. Il quarto capitolo è dedicato al mondo dei maestri. Oltre a illustrare le vicende che portarono alla creazione dell'Istituto Magistrale, gli orari e i programmi di matematica previsti per questa scuola, si descrivono le dinamiche di ingerenza del regime sulla formazione e sulla prassi didattica dei maestri. A tal scopo ci si avvale essenzialmente dell'analisi di un'autentica rarità bibliografica: l'Agenda del maestro italiano del 1940-41. Nel quinto capitolo si trova una ricostruzione degli assunti di pedagogia generale e della matematica su cui si basava l'insegnamento nelle scuole elementari che, attraverso volumi ad hoc e riviste specializzate, erano parte integrante del bagaglio di competenze dei maestri e degli educatori italiani. Infine, nel sesto ed ultimo capitolo si espone l'analisi di alcuni manuali di matematica per la scuola elementare e magistrale editi nel Ventennio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/25070