L'obiettivo di questa ricerca è stato lo studio e la valorizzazione di una collezione antropologica composta da 83 teste mummificate, naturali e artificiali, appartenenti alla sezione egizia del Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino. I reperti provengono dalle campagne di scavo condotte agli inizi del Novecento dalla Missione Archeologica Italiana in Egitto, ad Assiut e Gebelein. I resti appartengono a diversi periodi storici e coprono un arco temporale che spazia dalla VI alla XI dinastia (dal 2350 a.C. al 1991 a.C.). Questo lavoro si colloca nell'ambito delle attività scientifiche del Museo, volte alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio culturale, al fine di migliorarne la fruibilità. Lo studio è stato preceduto da un analisi sintetica delle tappe principali della storia dell'egittologia, evidenziando, in particolare, come questa si intrecci fin dagli inizi con l'antropologia e gli studi sulle mummie. La ricerca comprende una parte pratica, svolta nella sala di conservazione del Museo, e una parte di indagine bibliografica, svolta nell'archivio. Essa si è sviluppata in 4 fasi, qui di seguito elencate. 1) Osservazione macroscopica dei reperti che ha permesso di raccogliere informazioni riguardanti il grado di completezza e conservazione del materiale biologico e di quello utilizzato per l'imbalsamazione (bende), il sesso e l'età biologica alla morte. In questa fase della ricerca è stato aggiornato l'archivio dei dati antropologici già presente e sono state segnalate alcune incongruenze tra i dati noti e la revisione effettuata. 2) Manutenzione straordinaria, svolta sotto la guida del responsabile scientifico del museo, messa in atto secondo le indicazioni fornite dagli standard museali della Regione Piemonte. L'operazione ha previsto, la sostituzione del materiale di imballaggio e la disposizione del materiale in una collocazione adeguata, al fine di preservare i reperti dai fenomeni di degrado cui le collezioni biologiche sono inevitabilmente esposte a causa del carattere instabile dei materiali che le costituiscono. 3) Ricerca d'archivio che ha consentito di recuperare materiale bibliografico e iconografico molto eterogeneo rappresentato da 2 tesi di laurea, 1 pubblicazione scientifica, diverse note antropologiche, 164 fotografie in formato digitale e 64 pellicole radiografiche. Il materiale raccolto è stato inventariato e inserito in un elenco generale, dove per ciascun reperto è stata ricostruita la ¿storia¿ degli studi scientifici effettuati. 4) Digitalizzazione delle 64 pellicole radiografiche effettuata con l'ausilio di una macchina digitale. Le immagini sono state archiviate in formato JPEG e riversate su CD-ROM. In conclusione, il lavoro effettuato si collocata in una prospettiva di conservazione preventiva di reperti biologici umani antichi e della documentazione ad essi associata.
Le mummie del Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino: studio, conservazione e valorizzazione di una collezione
BARLETTA, SIMONE
2011/2012
Abstract
L'obiettivo di questa ricerca è stato lo studio e la valorizzazione di una collezione antropologica composta da 83 teste mummificate, naturali e artificiali, appartenenti alla sezione egizia del Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino. I reperti provengono dalle campagne di scavo condotte agli inizi del Novecento dalla Missione Archeologica Italiana in Egitto, ad Assiut e Gebelein. I resti appartengono a diversi periodi storici e coprono un arco temporale che spazia dalla VI alla XI dinastia (dal 2350 a.C. al 1991 a.C.). Questo lavoro si colloca nell'ambito delle attività scientifiche del Museo, volte alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio culturale, al fine di migliorarne la fruibilità. Lo studio è stato preceduto da un analisi sintetica delle tappe principali della storia dell'egittologia, evidenziando, in particolare, come questa si intrecci fin dagli inizi con l'antropologia e gli studi sulle mummie. La ricerca comprende una parte pratica, svolta nella sala di conservazione del Museo, e una parte di indagine bibliografica, svolta nell'archivio. Essa si è sviluppata in 4 fasi, qui di seguito elencate. 1) Osservazione macroscopica dei reperti che ha permesso di raccogliere informazioni riguardanti il grado di completezza e conservazione del materiale biologico e di quello utilizzato per l'imbalsamazione (bende), il sesso e l'età biologica alla morte. In questa fase della ricerca è stato aggiornato l'archivio dei dati antropologici già presente e sono state segnalate alcune incongruenze tra i dati noti e la revisione effettuata. 2) Manutenzione straordinaria, svolta sotto la guida del responsabile scientifico del museo, messa in atto secondo le indicazioni fornite dagli standard museali della Regione Piemonte. L'operazione ha previsto, la sostituzione del materiale di imballaggio e la disposizione del materiale in una collocazione adeguata, al fine di preservare i reperti dai fenomeni di degrado cui le collezioni biologiche sono inevitabilmente esposte a causa del carattere instabile dei materiali che le costituiscono. 3) Ricerca d'archivio che ha consentito di recuperare materiale bibliografico e iconografico molto eterogeneo rappresentato da 2 tesi di laurea, 1 pubblicazione scientifica, diverse note antropologiche, 164 fotografie in formato digitale e 64 pellicole radiografiche. Il materiale raccolto è stato inventariato e inserito in un elenco generale, dove per ciascun reperto è stata ricostruita la ¿storia¿ degli studi scientifici effettuati. 4) Digitalizzazione delle 64 pellicole radiografiche effettuata con l'ausilio di una macchina digitale. Le immagini sono state archiviate in formato JPEG e riversate su CD-ROM. In conclusione, il lavoro effettuato si collocata in una prospettiva di conservazione preventiva di reperti biologici umani antichi e della documentazione ad essi associata.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/25069