LA CRISI DELLA SOCIETÀ PUBBLICA: PECULIARITÀ ORDINAMENTALI, DIBATTITO SULLA FALLIBILITÀ E NEUTRALITÀ DELL'IN HOUSE PROVIDING

Con il Testo Unico sulle società partecipate attualmente in corso di approvazione, il legislatore ha optato per la statuizione dell'assoggettabilità a fallimento della società in mano pubblica, scegliendo di intervenire in un controverso dibattito sia a livello dottrinale che giurisprudenziale che in precedenza aveva fatto registrare anche un rilevante arresto della Suprema Corte in cui veniva posta in dubbio la presenza di distinzione intersoggettiva tra ente e società nel caso di in house providing. Il legislatore, al contrario, pare non riconoscere questo status peculiare alle società in house, senza però tenere conto di alcune conseguenze sul piano operativo che inducono a considerazioni di natura maggiormente critica. Più in generale, inoltre, il presente elaborato, attraverso un simultaneo ricorso a strumenti metodologici di natura giuridica e contabile-aziendale, nasce nel tentativo di fornire una panoramica introduttiva sulla società pubblica, anche alla luce delle più recenti novità legislative in via di approvazione. Al centro dell'indagine si trova la ¿crisi della società pubblica¿ a livello concorsuale: la locuzione scelta del titolo, tuttavia, non va esente da una voluta polivalenza semantica. Parlare di ¿crisi della società pubblica¿, infatti, non può non riecheggiare, quantomeno inconsciamente, anche il profondo processo di ripensamento strutturale del ricorso - spesso improprio, quando non manifestamente abusivo - allo strumento societario da parte degli enti di diritto pubblico dell'ordinamento italiano. Processo che, in qualche misura, induce a porre un'attenzione ancor maggiore al tema della fallibilità di questi soggetti, proprio a fronte dell'introduzione di misure di drastica razionalizzazione e ridimensionamento del comparto e, al tempo stesso, di gravi situazioni di insolvenza strutturale.