La riforma Gelmini ha suscitato, nel mondo della scuola, reazioni decisamente avverse(2008/2009). Secondo la mia esperienza, di maestra della scuola primaria, in molte circostanze gli insegnanti hanno cercato di adattarsi di buon grado alle riforme nazionali, anche se queste non sempre tengono conto delle esigenze didattiche, ma per lo più di quelle economiche. Il primo capitolo è dedicato alla letteratura che tratta i movimenti di protesta: ho fatto riferimento ai maggiori sociologi, tra cui Della Porta, Milbrath e Raniolo, per analizzare come avvenga la partecipazione politica; ho poi cercato di capire come l'azione individuale diventi collettiva e quindi riesca ad avere influenza nella vita politica e sociale di una comunità, infine la mia attenzione si è rivolta ai movimenti sociali nella storia e alle loro varie forme di espressione. Il secondo capitolo analizza nei particolari la riforma Gelmini, dopo aver fatto brevi cenni alle precedenti riforme; è stato anche importante capire l'iter legislativo di questo decreto legge, le reazioni dei vari professionisti della scuola e delle forze politiche scatenatesi a livello nazionale. Per avere un quadro chiaro ho consultato varie testate giornalistiche, sia quotidiani, che specifiche dell'istruzione e siti riguardanti la questione. L'ultimo capitolo si riferisce ad un caso specifico, cioè le mobilitazioni nell'albese, in particolare riguardanti la scuola primaria: a questo scopo, oltre che utilizzare notizie di giornali locali o la pagina del quotidiano ¿La Stampa¿ che si riferisce a Cuneo, sono state effettuate delle interviste semistrutturate. Queste ultime, svolte durante il 2014, hanno indagato le motivazioni, gli obiettivi, le metodologie, il contesto della protesta. Ho contattato tutte le categorie di persone che avevano preso parte alle azioni messe in atto: genitori, insegnanti, dirigenti, sindacalisti e studenti, per capire gli obiettivi e le modalità della mobilitazione e se i diversi punti di vista convergevano o se la loro percezione fosse stata diversa. Non solo la mobilitazione investì gli addetti ai lavori (insegnanti, dirigenti, sindacati),ma anche gli utenti. I bambini furono presenze attive, ai balconi delle case si potevano vedere striscioni di protesta e proprio in quell'occasione si formò un comitato genitori molto attivo. Nelle conclusioni si unisce la parte teorica a quella dell'esperienza presa in considerazione, riflettendo sulle peculiarità di questa mobilitazione.
LA PROTESTA CONTRO LA ¿RIFORMA GELMINI¿ AD ALBA. OBIETTIVI E FORME DELLA MOBILITAZIONE
ROZZO, SARA
2015/2016
Abstract
La riforma Gelmini ha suscitato, nel mondo della scuola, reazioni decisamente avverse(2008/2009). Secondo la mia esperienza, di maestra della scuola primaria, in molte circostanze gli insegnanti hanno cercato di adattarsi di buon grado alle riforme nazionali, anche se queste non sempre tengono conto delle esigenze didattiche, ma per lo più di quelle economiche. Il primo capitolo è dedicato alla letteratura che tratta i movimenti di protesta: ho fatto riferimento ai maggiori sociologi, tra cui Della Porta, Milbrath e Raniolo, per analizzare come avvenga la partecipazione politica; ho poi cercato di capire come l'azione individuale diventi collettiva e quindi riesca ad avere influenza nella vita politica e sociale di una comunità, infine la mia attenzione si è rivolta ai movimenti sociali nella storia e alle loro varie forme di espressione. Il secondo capitolo analizza nei particolari la riforma Gelmini, dopo aver fatto brevi cenni alle precedenti riforme; è stato anche importante capire l'iter legislativo di questo decreto legge, le reazioni dei vari professionisti della scuola e delle forze politiche scatenatesi a livello nazionale. Per avere un quadro chiaro ho consultato varie testate giornalistiche, sia quotidiani, che specifiche dell'istruzione e siti riguardanti la questione. L'ultimo capitolo si riferisce ad un caso specifico, cioè le mobilitazioni nell'albese, in particolare riguardanti la scuola primaria: a questo scopo, oltre che utilizzare notizie di giornali locali o la pagina del quotidiano ¿La Stampa¿ che si riferisce a Cuneo, sono state effettuate delle interviste semistrutturate. Queste ultime, svolte durante il 2014, hanno indagato le motivazioni, gli obiettivi, le metodologie, il contesto della protesta. Ho contattato tutte le categorie di persone che avevano preso parte alle azioni messe in atto: genitori, insegnanti, dirigenti, sindacalisti e studenti, per capire gli obiettivi e le modalità della mobilitazione e se i diversi punti di vista convergevano o se la loro percezione fosse stata diversa. Non solo la mobilitazione investì gli addetti ai lavori (insegnanti, dirigenti, sindacati),ma anche gli utenti. I bambini furono presenze attive, ai balconi delle case si potevano vedere striscioni di protesta e proprio in quell'occasione si formò un comitato genitori molto attivo. Nelle conclusioni si unisce la parte teorica a quella dell'esperienza presa in considerazione, riflettendo sulle peculiarità di questa mobilitazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/24796