Abstract Introduzione: L'insieme dei segni e sintomi del Morbo di Parkinson concorrono a delineare un quadro di progressiva disabilità per i soggetti che ne sono affetti. Le disabilità che conseguono alle malattie neurologiche sono l'aspetto più complesso e problematico da gestire per il paziente. Obiettivo: Valutare la necessità di assistenza infermieristica che i soggetti malati di Parkinson, seguiti presso l'ambulatorio dell'Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, soggettivamente manifestano. Materiali e metodi: L'ambulatorio per le malattie neurologiche dell'Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano segue circa 250 persone affette da malattia di Parkinson. In questo contesto vengono a contatto esclusivamente con il medico specialista e nessun altro professionista della salute. Al fine di tipizzare i malati che afferiscono all'ambulatorio è stato utilizzato uno strumento per valutare la qualità di vita (QdV), nello specifico è stato somministrato ai pazienti il questionario validato PDQ-39. Valutare la QdV in un malato cronico permette di misurare la sua sensazione soggettiva di benessere, ma anche di valutare l'efficacia degli interventi terapeutici. Alle 39 domande standard sono state aggiunti tre item che valutano le difficoltà che il soggetto riscontra nella gestione del proprio percorso di cura rispetto alla prenotazione di visite ed esami e quindi la necessità di essere supportato in quest'aspetto e la comunicazione con il medico di base o con lo specialista. L'ultima domanda indaga la predisposizione del malato a partecipare ad incontri con altri pazienti e personale infermieristico. Le domande del PDQ-39 erano precedute da una scheda di raccolta dei dati anagrafici rispetto ad età, sesso, stato civile, occupazione, tempo di malattia. Risultati e discussione: Dai risultati ottenuti si può dedurre che nella maggior parte degli aspetti di salute considerati i pazienti con una compromissione grave sono stati percentualmente pochi. Tuttavia una buona percentuale della popolazione si localizza all'interno delle fasce intermedie con una moderata o significativa influenza sulla QdV. Il fatto che i valori medi dei questionari fossero orientati verso punteggi bassi va interpretato in relazione al fatto che il 63,64% della popolazione intervistata soffre della malattia da un tempo relativamente ristretto, compreso tra 1 e 5 anni. Per questo motivo si può supporre che queste persone non abbiano sintomi di malattia gravemente invalidanti e che il controllo farmacologico sia efficace. Il punteggio medio ottenuto aumenta progressivamente con l'aumentare della durata della malattia. Indagando il desiderio dei malati di partecipare a gruppi gestiti dall'infermiere con altri soggetti affetti da MP, la maggior parte delle persone parteciperebbe agli incontri. Discussione: Da questo si può dedurre che ci si sia una certa necessità e forse anche curiosità nel vedere quali contributi positivi potrebbe portare alle loro condizioni di salute e alla gestione della malattia, questo tipo di intervento. Gli incontri gestiti dall'infermiere andrebbero ¿pubblicizzati¿ nel senso che bisognerebbe rendere noto ai pazienti e ai parenti quali sono gli ambiti di competenza di questa figura quindi quale aree potranno essere esplorate durante questi incontri e per quali problemi e necessità potersi rivolgere a lui. Il malato di Parkinson spesso ha bisogno di interagire con numerosi altri professionisti e non sono lo specialista neurologo e questo può porre la necessità di gestire numerose visite ed esami diagnostici. Un infermiere che si occupi del soggetto parkinsoniano secondo un modello assistenziale ¿case management¿ potrebbe svolgere questo ruolo. Il punto di vista infermieristico potrebbe essere utile per indagare anche degli aspetti di gestione della malattia che emergono meno durante l'accertamento clinico da parte del medico, ma che influiscono in maniera negativa sulla percezione di benessere da parte del malato.
AMBULATORIO INFERMIERISTICO PER I MALATI DI PARKINSON: UNA NECESSITA' PER I PAZIENTI?
GAVIOLI, SELENA
2011/2012
Abstract
Abstract Introduzione: L'insieme dei segni e sintomi del Morbo di Parkinson concorrono a delineare un quadro di progressiva disabilità per i soggetti che ne sono affetti. Le disabilità che conseguono alle malattie neurologiche sono l'aspetto più complesso e problematico da gestire per il paziente. Obiettivo: Valutare la necessità di assistenza infermieristica che i soggetti malati di Parkinson, seguiti presso l'ambulatorio dell'Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, soggettivamente manifestano. Materiali e metodi: L'ambulatorio per le malattie neurologiche dell'Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano segue circa 250 persone affette da malattia di Parkinson. In questo contesto vengono a contatto esclusivamente con il medico specialista e nessun altro professionista della salute. Al fine di tipizzare i malati che afferiscono all'ambulatorio è stato utilizzato uno strumento per valutare la qualità di vita (QdV), nello specifico è stato somministrato ai pazienti il questionario validato PDQ-39. Valutare la QdV in un malato cronico permette di misurare la sua sensazione soggettiva di benessere, ma anche di valutare l'efficacia degli interventi terapeutici. Alle 39 domande standard sono state aggiunti tre item che valutano le difficoltà che il soggetto riscontra nella gestione del proprio percorso di cura rispetto alla prenotazione di visite ed esami e quindi la necessità di essere supportato in quest'aspetto e la comunicazione con il medico di base o con lo specialista. L'ultima domanda indaga la predisposizione del malato a partecipare ad incontri con altri pazienti e personale infermieristico. Le domande del PDQ-39 erano precedute da una scheda di raccolta dei dati anagrafici rispetto ad età, sesso, stato civile, occupazione, tempo di malattia. Risultati e discussione: Dai risultati ottenuti si può dedurre che nella maggior parte degli aspetti di salute considerati i pazienti con una compromissione grave sono stati percentualmente pochi. Tuttavia una buona percentuale della popolazione si localizza all'interno delle fasce intermedie con una moderata o significativa influenza sulla QdV. Il fatto che i valori medi dei questionari fossero orientati verso punteggi bassi va interpretato in relazione al fatto che il 63,64% della popolazione intervistata soffre della malattia da un tempo relativamente ristretto, compreso tra 1 e 5 anni. Per questo motivo si può supporre che queste persone non abbiano sintomi di malattia gravemente invalidanti e che il controllo farmacologico sia efficace. Il punteggio medio ottenuto aumenta progressivamente con l'aumentare della durata della malattia. Indagando il desiderio dei malati di partecipare a gruppi gestiti dall'infermiere con altri soggetti affetti da MP, la maggior parte delle persone parteciperebbe agli incontri. Discussione: Da questo si può dedurre che ci si sia una certa necessità e forse anche curiosità nel vedere quali contributi positivi potrebbe portare alle loro condizioni di salute e alla gestione della malattia, questo tipo di intervento. Gli incontri gestiti dall'infermiere andrebbero ¿pubblicizzati¿ nel senso che bisognerebbe rendere noto ai pazienti e ai parenti quali sono gli ambiti di competenza di questa figura quindi quale aree potranno essere esplorate durante questi incontri e per quali problemi e necessità potersi rivolgere a lui. Il malato di Parkinson spesso ha bisogno di interagire con numerosi altri professionisti e non sono lo specialista neurologo e questo può porre la necessità di gestire numerose visite ed esami diagnostici. Un infermiere che si occupi del soggetto parkinsoniano secondo un modello assistenziale ¿case management¿ potrebbe svolgere questo ruolo. Il punto di vista infermieristico potrebbe essere utile per indagare anche degli aspetti di gestione della malattia che emergono meno durante l'accertamento clinico da parte del medico, ma che influiscono in maniera negativa sulla percezione di benessere da parte del malato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/24773