Il trapianto di fegato e' stato realizzato per la prima volta sull'uomo da Thomas Starzl (Denver), nel 1963, come trattamento dell'epatopatia cronica allo stadio terminale e dell'insufficienza epatica acuta grave, ma i suoi risultati sono rimasti relativamente mediocri fino al 1980, con un indice di sopravvivenza ad un anno assai basso, intorno al 25-30%. I risultati mediocri, inoltre, spingevano i medici a candidare al trapianto epatico solo pazienti molto gravi, vicini allo stadio terminale, e lo stato precario di questi pazienti contribuiva a sua volta alla cattiva qualità dei risultati. Per queste ragioni il trapianto di fegato è rimasto confinato ad un ridotto numero di centri (Denver in America, Cambridge ed Hannover in Europa ), e per vent'anni, dal 1963 al 1983, esso è rimasto un atto terapeutico sperimentale. Durante questo periodo, tuttavia, sono state apportate importanti innovazioni cliniche, chirurgiche e farmacologiche che hanno costituito l'indispensabile premessa per il successo degli anni seguenti. La svolta storica nello sviluppo del trapianto di fegato e' costituita dall'introduzione nei prontuari farmaceutici della Ciclosporina A alla fine degli anni '70; l'enorme miglioramento qualitativo della immunosoppressione determinato da questo farmaco porta infatti la sopravvivenza ad un anno oltre il 60% per gli adulti e all'80% per i bambini. Dal 1984 tutti i centri di trapianto hanno iniziato ad usare l'associazione terapeutica di Corticosteroidi e Ciclosporina per la prevenzione del rigetto. Il perfezionamento delle tecniche chirurgiche ed una selezione mirata dei candidati e dei donatori hanno determinato un grande incremento del numero di trapianti epatici ed oggi questo intervento è a tutti gli effetti una vera e propria terapia per molti pazienti affetti da epatopatie irreversibili.

ASSISTENZA POSTOPERATORIA ALLA PERSONA SOTTOPOSTA A TRAPIANTO DI FEGATO

POGGIO, STEFANO
2011/2012

Abstract

Il trapianto di fegato e' stato realizzato per la prima volta sull'uomo da Thomas Starzl (Denver), nel 1963, come trattamento dell'epatopatia cronica allo stadio terminale e dell'insufficienza epatica acuta grave, ma i suoi risultati sono rimasti relativamente mediocri fino al 1980, con un indice di sopravvivenza ad un anno assai basso, intorno al 25-30%. I risultati mediocri, inoltre, spingevano i medici a candidare al trapianto epatico solo pazienti molto gravi, vicini allo stadio terminale, e lo stato precario di questi pazienti contribuiva a sua volta alla cattiva qualità dei risultati. Per queste ragioni il trapianto di fegato è rimasto confinato ad un ridotto numero di centri (Denver in America, Cambridge ed Hannover in Europa ), e per vent'anni, dal 1963 al 1983, esso è rimasto un atto terapeutico sperimentale. Durante questo periodo, tuttavia, sono state apportate importanti innovazioni cliniche, chirurgiche e farmacologiche che hanno costituito l'indispensabile premessa per il successo degli anni seguenti. La svolta storica nello sviluppo del trapianto di fegato e' costituita dall'introduzione nei prontuari farmaceutici della Ciclosporina A alla fine degli anni '70; l'enorme miglioramento qualitativo della immunosoppressione determinato da questo farmaco porta infatti la sopravvivenza ad un anno oltre il 60% per gli adulti e all'80% per i bambini. Dal 1984 tutti i centri di trapianto hanno iniziato ad usare l'associazione terapeutica di Corticosteroidi e Ciclosporina per la prevenzione del rigetto. Il perfezionamento delle tecniche chirurgiche ed una selezione mirata dei candidati e dei donatori hanno determinato un grande incremento del numero di trapianti epatici ed oggi questo intervento è a tutti gli effetti una vera e propria terapia per molti pazienti affetti da epatopatie irreversibili.
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