Introduction and aim: paracetamol (acetaminophen) is the most widely used non-prescription pain reliever in the world and is taken in the event of an overdose either intentionally or accidentally. Paracetamol toxicity is a common cause of acute liver injury and, in severe cases, can progress to fulminant liver failure and death. The goal of the paper is to conduct a review of selected studies in the literature on the management of patients with paracetamol intoxication, identifying the most effective interventions to promote a good prognosis and reduce mortality. Means and methods: the "PubMed" and "Cochrane Library" databases were consulted to produce this review and the number of selected articles relevant to the research objective was 12. Results: the results emerged from the individual articles investigate different moments in the path of the patient with paracetamol overdose. The first studies outline the initial approach which consists in assessing the clinical status of the person and assessing the risk of hepatotoxicity through predictors such as the nomogram considered the most reliable so far, even if the new biomarkers are very promising. After measuring the serum concentration of paracetamol taking into account other factors such as the dose and the time elapsed since ingestion, the remaining studies focus on the most effective interventions to be adopted. These include gastric lavage, the administration of syrup of ipecacuanha and activated charcoal. All the articles analyzed agree that the most effective and clinically approved antidote is N-acetylcysteine (NAC) as it has reduced mortality in this type of patient. However, in severe cases that do not respond to NAC therapy and meet certain criteria, liver transplantation is recommended. Discussion and conclusions: the management of the patient with paracetamol overdose consists of a structured and specific path for the patient in which the role of the nurse emerges from before the patient enters the emergency room. Consequently, he is responsible for the initial evaluation with data collection, the recommended interventions to prevent hepatotoxicity which consist of the administration of activated charcoal and the intravenous acetylcysteine antidote and the continuous monitoring. Key words: "Paracetamol poisoning/overdose", "management/treatment/interventions for paracetamol poisoning".

Introduzione ed obiettivi del lavoro: il paracetamolo (acetaminofene) è l'analgesico senza prescrizione più utilizzato al mondo ed è comunemente assunto in caso di sovradosaggio sia intenzionalmente che accidentalmente. La tossicità del paracetamolo è una causa comune di danno epatico acuto e, nei casi più gravi, può evolvere verso insufficienza epatica fulminante e morte. L’obiettivo dell’elaborato consiste nel condurre una revisione di studi selezionati in letteratura sulla gestione del paziente con intossicazione da paracetamolo individuando gli interventi più efficaci per favorire una buona prognosi e ridurre la mortalità. Materiali e metodi: per produrre questo elaborato sono state consultate le banche dati “PubMed” e “Cochrane Library” e il numero di articoli selezionati pertinenti all’obiettivo di ricerca è pari a 12. Risultati più importanti dell’analisi: i risultati emersi dai singoli articoli approfondiscono momenti differenti del percorso del paziente con intossicazione da paracetamolo. I primi studi delineano l’approccio iniziale che consiste nella valutazione dello stato clinico della persona e nella valutazione del rischio di epatotossicità tramite dei predittori come il nomogramma considerato il più attendibile sino ad ora anche se i nuovi biomarcatori risultanno essere molto promettenti. Dopo aver misurato la concentrazione sierica di paracetamolo tenendo conto di altri fattori come la dose e il tempo passato dall’ingestione, i rimanenti studi si concentrano sugli interventi più efficaci da adottare tra cui la lavanda gastrica, la somministrazione di sciroppo di ipecacuanha e di carbone attivo. Tutti gli articoli analizzati convengono che l’antidoto più efficace e clinicamente approvato è l’ N-acetilcisteina (NAC). Tuttavia, nei casi più gravi che non rispondono alla terapia con NAC e che soddisfano determinati criteri, il trapianto di fegato è raccomandato. Discussione e conclusione: la gestione del paziente con intossicazione da paracetamolo si compone di un percoso strutturato e specifico per il paziente in cui emerge il ruolo dell’infermiere sin da prima dell’ingresso del paziente in pronto soccorso. Di conseguenza, egli è responsabile della valutazione iniziale con la raccolta dati, degli interventi più raccomandati per prevenire l’epatotossicità che consistono nella somministrazione di carbone attivo e dell’antidoto acetilcisteina per via endovenosa e del monitoraggio continuo. Parole chiave individuate: “intossicazione da paracetamolo”, “gestione/ trattamento/interventi per l’intossicazione da paracetamolo”.

La gestione del paziente con intossicazione da paracetamolo

FARINELLI, GIULIA
2020/2021

Abstract

Introduzione ed obiettivi del lavoro: il paracetamolo (acetaminofene) è l'analgesico senza prescrizione più utilizzato al mondo ed è comunemente assunto in caso di sovradosaggio sia intenzionalmente che accidentalmente. La tossicità del paracetamolo è una causa comune di danno epatico acuto e, nei casi più gravi, può evolvere verso insufficienza epatica fulminante e morte. L’obiettivo dell’elaborato consiste nel condurre una revisione di studi selezionati in letteratura sulla gestione del paziente con intossicazione da paracetamolo individuando gli interventi più efficaci per favorire una buona prognosi e ridurre la mortalità. Materiali e metodi: per produrre questo elaborato sono state consultate le banche dati “PubMed” e “Cochrane Library” e il numero di articoli selezionati pertinenti all’obiettivo di ricerca è pari a 12. Risultati più importanti dell’analisi: i risultati emersi dai singoli articoli approfondiscono momenti differenti del percorso del paziente con intossicazione da paracetamolo. I primi studi delineano l’approccio iniziale che consiste nella valutazione dello stato clinico della persona e nella valutazione del rischio di epatotossicità tramite dei predittori come il nomogramma considerato il più attendibile sino ad ora anche se i nuovi biomarcatori risultanno essere molto promettenti. Dopo aver misurato la concentrazione sierica di paracetamolo tenendo conto di altri fattori come la dose e il tempo passato dall’ingestione, i rimanenti studi si concentrano sugli interventi più efficaci da adottare tra cui la lavanda gastrica, la somministrazione di sciroppo di ipecacuanha e di carbone attivo. Tutti gli articoli analizzati convengono che l’antidoto più efficace e clinicamente approvato è l’ N-acetilcisteina (NAC). Tuttavia, nei casi più gravi che non rispondono alla terapia con NAC e che soddisfano determinati criteri, il trapianto di fegato è raccomandato. Discussione e conclusione: la gestione del paziente con intossicazione da paracetamolo si compone di un percoso strutturato e specifico per il paziente in cui emerge il ruolo dell’infermiere sin da prima dell’ingresso del paziente in pronto soccorso. Di conseguenza, egli è responsabile della valutazione iniziale con la raccolta dati, degli interventi più raccomandati per prevenire l’epatotossicità che consistono nella somministrazione di carbone attivo e dell’antidoto acetilcisteina per via endovenosa e del monitoraggio continuo. Parole chiave individuate: “intossicazione da paracetamolo”, “gestione/ trattamento/interventi per l’intossicazione da paracetamolo”.
Management of the patient with paracetamol overdose
Introduction and aim: paracetamol (acetaminophen) is the most widely used non-prescription pain reliever in the world and is taken in the event of an overdose either intentionally or accidentally. Paracetamol toxicity is a common cause of acute liver injury and, in severe cases, can progress to fulminant liver failure and death. The goal of the paper is to conduct a review of selected studies in the literature on the management of patients with paracetamol intoxication, identifying the most effective interventions to promote a good prognosis and reduce mortality. Means and methods: the "PubMed" and "Cochrane Library" databases were consulted to produce this review and the number of selected articles relevant to the research objective was 12. Results: the results emerged from the individual articles investigate different moments in the path of the patient with paracetamol overdose. The first studies outline the initial approach which consists in assessing the clinical status of the person and assessing the risk of hepatotoxicity through predictors such as the nomogram considered the most reliable so far, even if the new biomarkers are very promising. After measuring the serum concentration of paracetamol taking into account other factors such as the dose and the time elapsed since ingestion, the remaining studies focus on the most effective interventions to be adopted. These include gastric lavage, the administration of syrup of ipecacuanha and activated charcoal. All the articles analyzed agree that the most effective and clinically approved antidote is N-acetylcysteine (NAC) as it has reduced mortality in this type of patient. However, in severe cases that do not respond to NAC therapy and meet certain criteria, liver transplantation is recommended. Discussion and conclusions: the management of the patient with paracetamol overdose consists of a structured and specific path for the patient in which the role of the nurse emerges from before the patient enters the emergency room. Consequently, he is responsible for the initial evaluation with data collection, the recommended interventions to prevent hepatotoxicity which consist of the administration of activated charcoal and the intravenous acetylcysteine antidote and the continuous monitoring. Key words: "Paracetamol poisoning/overdose", "management/treatment/interventions for paracetamol poisoning".
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/2460