INTRODUZIONE: Questo lavoro di tesi nasce dalla mia esperienza di tirocinio presso la Struttura Complessa di Neuroriabilitazione dell'Ospedale SS. Trinità di Fossano, dove sono venuta a contatto con pazienti affetti da anartria o disartria grave in seguito a patologie come Locked-in Syndrome, patologie degenerative, oppure gravi cerebrolesioni acquisite. Ho osservato in prima persona il senso di impotenza, frustrazione, la rabbia, la depressione e la paura che il paziente prova nella consapevolezza di aver perso una funzionalità cosi importante come l'abilità comunicativa, capendo quanto la comunicazione incide nella qualità di vita del paziente, e ho percepito le difficoltà che l' infermiere ha nell'interagire con loro e nell'utilizzare la comunicazione aumentativa alternativa. A tal riguardo, ho deciso di approfondire questo argomento partendo dal fatto che comunicare è un atto implicito dell'uomo, in quanto è un essere razionale, comunicante e sociale. Ho spiegato cos'è la comunicazione, la comunicazione aumentativa alternativa e descritto i vari ausili comunicativi esistenti per poi soffermarmi nella descrizione di quelle patologie ad elevato carico assistenziale in cui la comunicazione diventa fondamentale per la persona: Locked-in Syndrome, le Gravi Cerebrolesioni acquisite e le patologie degenerative. Ho definito il concetto di anartia e disartria soffermandomi poi sulla relazione sulla comunicazione tra infermiere e questa tipologia di paziente e sul ruolo dell'infermiere nella comunicazione. OBIETTIVO: L'obiettivo del mio lavoro è quello di trovare nuove strategie, modalità e tecniche comunicative per entrare in relazione con il paziente affetto da anartria e disartria grave; capire quanto la comunicazione incide nella qualità della vita del paziente e quanto l'infermiere sia disposto a trovare e sperimentare nuove tecniche e strategie per assicurare al paziente anartrico e disartrico una comunicazione soddisfacente. MATERIALI E METODI: La stesura di questo lavoro di tesi è avvenuta tramite la ricerca bibliografica, i colloqui con il personale logopedico, medico e infermieristico della Struttura Complessa di Neuroriabilitazione dell'Ospedale SS. Trinità di Fossano, l'osservazione in prima persona di tre pazienti ricoverati in questo reparto dei quali ho seguito principalmente il percorso comunicativo compiuto, ai quali ho somministrato un questionario tratto dallo studio ¿Development of the Quebec User Evaluation of Satisfaction with assistive Technology (QUEST)¿ di Louise Demers M. Sc. and Erg., Rhoda Weiss-Lambrou M. Sc. and (O.T.) e Bernadette Ska Ph. D., e fatta un'intervista per indagare quanto il paziente è soddisfatto dell'ausilio per lui trovato. CONCLUSIONI: Interagire con un paziente affetto da anartria e disartria, da un punto di vista infermieristico, non è affatto un compito semplice. Per poter affrontare correttamente l'impegno e per promuovere una comunicazione efficace bisogna agire con serietà metodologica e, nello stesso tempo, con estrema flessibilità per poter cogliere le peculiarità del singolo caso. E' inoltre necessario avere delle buone conoscenza linguistiche e psicolinguistiche, di una buona preparazione psicologica perché un aspetto fondamentale dell'assistenza è proprio il rapporto interpersonale tra la persona assistita e l'infermiere. Ritengo infine che l'infermiere debba possedere le competenze e l'addestramento necessari per gestire una corretta comunicazione con gli ausili in quantonon è concepibile che questo dipenda dall'inclinazione, dal carattere e dalla disponibilità proprie della persona. L'insieme di questi elementi porta a conoscenza di strategie comunicative, identificate come metodi e strumenti alternativi alla comunicazione normalmente utilizzata, le quali favoriscono l'interazione con il paziente migliorandone notevolmente la qualità di vita.

La centralità della comunicazione nel percorso di cura e nell'impatto sulla qualità della vita: l'importanza dell'uso di strategie di comunicazione aumentativa nella relazione tra infermiere e persona assistita affetta da anartria e disartria grave

TOMATIS, MARTINA
2011/2012

Abstract

INTRODUZIONE: Questo lavoro di tesi nasce dalla mia esperienza di tirocinio presso la Struttura Complessa di Neuroriabilitazione dell'Ospedale SS. Trinità di Fossano, dove sono venuta a contatto con pazienti affetti da anartria o disartria grave in seguito a patologie come Locked-in Syndrome, patologie degenerative, oppure gravi cerebrolesioni acquisite. Ho osservato in prima persona il senso di impotenza, frustrazione, la rabbia, la depressione e la paura che il paziente prova nella consapevolezza di aver perso una funzionalità cosi importante come l'abilità comunicativa, capendo quanto la comunicazione incide nella qualità di vita del paziente, e ho percepito le difficoltà che l' infermiere ha nell'interagire con loro e nell'utilizzare la comunicazione aumentativa alternativa. A tal riguardo, ho deciso di approfondire questo argomento partendo dal fatto che comunicare è un atto implicito dell'uomo, in quanto è un essere razionale, comunicante e sociale. Ho spiegato cos'è la comunicazione, la comunicazione aumentativa alternativa e descritto i vari ausili comunicativi esistenti per poi soffermarmi nella descrizione di quelle patologie ad elevato carico assistenziale in cui la comunicazione diventa fondamentale per la persona: Locked-in Syndrome, le Gravi Cerebrolesioni acquisite e le patologie degenerative. Ho definito il concetto di anartia e disartria soffermandomi poi sulla relazione sulla comunicazione tra infermiere e questa tipologia di paziente e sul ruolo dell'infermiere nella comunicazione. OBIETTIVO: L'obiettivo del mio lavoro è quello di trovare nuove strategie, modalità e tecniche comunicative per entrare in relazione con il paziente affetto da anartria e disartria grave; capire quanto la comunicazione incide nella qualità della vita del paziente e quanto l'infermiere sia disposto a trovare e sperimentare nuove tecniche e strategie per assicurare al paziente anartrico e disartrico una comunicazione soddisfacente. MATERIALI E METODI: La stesura di questo lavoro di tesi è avvenuta tramite la ricerca bibliografica, i colloqui con il personale logopedico, medico e infermieristico della Struttura Complessa di Neuroriabilitazione dell'Ospedale SS. Trinità di Fossano, l'osservazione in prima persona di tre pazienti ricoverati in questo reparto dei quali ho seguito principalmente il percorso comunicativo compiuto, ai quali ho somministrato un questionario tratto dallo studio ¿Development of the Quebec User Evaluation of Satisfaction with assistive Technology (QUEST)¿ di Louise Demers M. Sc. and Erg., Rhoda Weiss-Lambrou M. Sc. and (O.T.) e Bernadette Ska Ph. D., e fatta un'intervista per indagare quanto il paziente è soddisfatto dell'ausilio per lui trovato. CONCLUSIONI: Interagire con un paziente affetto da anartria e disartria, da un punto di vista infermieristico, non è affatto un compito semplice. Per poter affrontare correttamente l'impegno e per promuovere una comunicazione efficace bisogna agire con serietà metodologica e, nello stesso tempo, con estrema flessibilità per poter cogliere le peculiarità del singolo caso. E' inoltre necessario avere delle buone conoscenza linguistiche e psicolinguistiche, di una buona preparazione psicologica perché un aspetto fondamentale dell'assistenza è proprio il rapporto interpersonale tra la persona assistita e l'infermiere. Ritengo infine che l'infermiere debba possedere le competenze e l'addestramento necessari per gestire una corretta comunicazione con gli ausili in quantonon è concepibile che questo dipenda dall'inclinazione, dal carattere e dalla disponibilità proprie della persona. L'insieme di questi elementi porta a conoscenza di strategie comunicative, identificate come metodi e strumenti alternativi alla comunicazione normalmente utilizzata, le quali favoriscono l'interazione con il paziente migliorandone notevolmente la qualità di vita.
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