Il tema della dissertazione è incentrato sulla malattia mentale, un argomento che viene studiato dal punto di vista antropologico, neurologico, psichiatrico, sociologico... La malattia mentale viene definita come un stato di sofferenza psichica, prolungato nel tempo, che incide sul vivere quotidiano, causando molti altri problemi di tipo affettivo, socio-relazionale e lavorativo. Sono stati proposti molteplici criteri diagnostici per distinguere i soggetti con problemi di salute da quelli sani, ma, attualmente medici ed operatori qualificati utilizzano il DSM, un manuale, che contiene tutti i criteri standard per diagnosticare i vari tipi di malattie mentali. Ciò che accumuna tutti gli uomini è l'interesse per il mistero della psiche; sulla base della conoscenza e della cultura di un popolo, nelle diverse epoche storiche, si sono avvicendati diversi modi di vedere e trattare il soggetto affetto da malattia psichica: dalla figura sacra portatrice di messaggi provenienti da entità divine, alla figura invasa dal demonio e quindi da eliminare fisicamente attraverso il rogo, a quella di malato da rinchiudere nei manicomi, luoghi dislocati alle estreme periferie della città, dove il paziente è sottoposto a brutali metodi di contenzione. Foucault e Goffman sono stati due sociologi che attraverso le loro opere hanno denunciato i trattamenti terapeutici adottati in questi luoghi, che portano alla depersonificazione dei soggetti internati e al totale annullamento della loro volontà. I libri di Foucault e Goffman hanno provocato molte polemiche nel mondo della psichiatria classica e che abbiano avuto ripercussioni pratiche, lo testimonia, la mutata sensibilità dell'Occidente verso i diritti dell'individuo. In Italia la prima legge che si è occupata dei malati mentali è la Legge Giolitti, promulgata nel 1904. La legge ufficializza la funzione pubblica della psichiatria, riconosce il potere sovrano del direttore del manicomio, sancisce il legame tra malattia mentale e pericolosità. Negli anni '70 un psichiatra e neurologo, Franco Basaglia, denuncia all'opinione pubblica ciò che succede nei manicomi, contesta la tecnica degli strumenti psichiatrici, specialmente l'applicazione dell'elettrochoc e ritiene la struttura manicomiale incapace di curare e spesso la causa o l'aggravamento delle malattie mentali. In Italia, Basaglia diviene l'ispiratore della nota legge180 che sancisce il divieto di costruzione di nuovi ospedali psichiatrici, dando inizio ad una lunga agonia di queste strutture che porta alla loro chiusura, con la progressiva creazione di strutture terapeutiche centrati sulla comunità, che permettono, a chi soffre di problemi di salute mentale, di essere curato, riabilitato per poi essere reinserito nella società.

La malattia mentale. Riflessioni socio-educative

DI CONZA, TIZIANA
2015/2016

Abstract

Il tema della dissertazione è incentrato sulla malattia mentale, un argomento che viene studiato dal punto di vista antropologico, neurologico, psichiatrico, sociologico... La malattia mentale viene definita come un stato di sofferenza psichica, prolungato nel tempo, che incide sul vivere quotidiano, causando molti altri problemi di tipo affettivo, socio-relazionale e lavorativo. Sono stati proposti molteplici criteri diagnostici per distinguere i soggetti con problemi di salute da quelli sani, ma, attualmente medici ed operatori qualificati utilizzano il DSM, un manuale, che contiene tutti i criteri standard per diagnosticare i vari tipi di malattie mentali. Ciò che accumuna tutti gli uomini è l'interesse per il mistero della psiche; sulla base della conoscenza e della cultura di un popolo, nelle diverse epoche storiche, si sono avvicendati diversi modi di vedere e trattare il soggetto affetto da malattia psichica: dalla figura sacra portatrice di messaggi provenienti da entità divine, alla figura invasa dal demonio e quindi da eliminare fisicamente attraverso il rogo, a quella di malato da rinchiudere nei manicomi, luoghi dislocati alle estreme periferie della città, dove il paziente è sottoposto a brutali metodi di contenzione. Foucault e Goffman sono stati due sociologi che attraverso le loro opere hanno denunciato i trattamenti terapeutici adottati in questi luoghi, che portano alla depersonificazione dei soggetti internati e al totale annullamento della loro volontà. I libri di Foucault e Goffman hanno provocato molte polemiche nel mondo della psichiatria classica e che abbiano avuto ripercussioni pratiche, lo testimonia, la mutata sensibilità dell'Occidente verso i diritti dell'individuo. In Italia la prima legge che si è occupata dei malati mentali è la Legge Giolitti, promulgata nel 1904. La legge ufficializza la funzione pubblica della psichiatria, riconosce il potere sovrano del direttore del manicomio, sancisce il legame tra malattia mentale e pericolosità. Negli anni '70 un psichiatra e neurologo, Franco Basaglia, denuncia all'opinione pubblica ciò che succede nei manicomi, contesta la tecnica degli strumenti psichiatrici, specialmente l'applicazione dell'elettrochoc e ritiene la struttura manicomiale incapace di curare e spesso la causa o l'aggravamento delle malattie mentali. In Italia, Basaglia diviene l'ispiratore della nota legge180 che sancisce il divieto di costruzione di nuovi ospedali psichiatrici, dando inizio ad una lunga agonia di queste strutture che porta alla loro chiusura, con la progressiva creazione di strutture terapeutiche centrati sulla comunità, che permettono, a chi soffre di problemi di salute mentale, di essere curato, riabilitato per poi essere reinserito nella società.
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