In questa tesi ho affrontato il tema degli yōkai, ovvero mostri di origine giapponese poiché sono sempre stata affascinata da questo mondo. Nel primo capitolo ho parlato di come si sia evoluto il pensiero riguardo loro. Questi durante il periodo Heian vengono considerati come parte integrante della quotidianità. Non vi è alcuna distinzione perché fanno parte della realtà popolare. Durante il periodi Edo vi è una grande fioritura di enciclopedie riguardanti questi mostri a causa di un interesse per la scienza naturale. Vi sarà uno sviluppo del metodo enciclopedico, grazie al quale collezionare, nominare e descrivere questi fenomeni porterà alla conoscenza più completa del mondo. Con il proseguimento della tesi, mostro i vari tipi di yōkai, suddivisi così da uno dei più importanti studiosi contemporanei riguardo all'argomento, Michael Dylan Foster. Le classi sono cinque e ricoprono interamente la vasta gamma degli yōkai giapponesi. Queste sono: selvaggio, acquatico, rurale, cittadino e casalingo. Vi è una particolarità in questa divisione, ossia si parte dagli yōkai più lontani dall'uomo per poi arrivare a quelli più vicini, intimi. Questo fa capire quanto la mentalità dei giapponesi sia legata a queste figure sovrannaturali. La particolarità degli yōkai, inoltre, è quella di essere ambigui. In determinati posti uno yōkai come il kappa può essere venerato poiché portatore di abbondanti piogge o piene dei fiumi; mentre in altri luoghi viene considerato maligno perché collegato agli annegamenti di bambini o bestiame nel fiume. Dal periodo Meiji in poi e con l'avvenire della modernizzazione, i giapponesi iniziano a volersi disfare di tutte queste credenze così radicate nella loro cultura. Si ha una parziale rinnegazione del proprio Io per poter accogliere pensieri così diversi come quelli dei filosofi dell'Ovest. Non si vuole più analizzare il mostro per saperlo sconfiggere, si vuole direttamente eliminare scientificamente la sua esistenza. Una figura molto importante per lo smantellamento del mito degli yōkai è Inoue Enryō. Questo studioso si è prefissato come scopo il riuscire a smantellare ogni superstizione e mistero riguardante il sovrannaturale, per poter così arrivare ai veri misteri irrisolvibili. A questo si unisce il discorso sulla donna, vista molto spesso come incarnazione della diversità e quindi del sovrannaturale inteso come Altro. Nella cultura giapponese la donna è sempre stata vista come l'incarnazione di tutti i comportamenti e sentimenti irrazionali e feroci. Questo accade perché per secoli la donna è stata vista con inferiorità rispetto agli uomini. Questo ha causato, soprattutto nella modernità, un grande problema. Le donne, grazie al pensiero moderno, iniziano a reagire e questo aspetto nuovo destabilizza il pensiero nipponico. I giapponesi vogliono trarre solo il bello dal pensiero occidentale. Questo però non accade e quindi il Giappone cade in un periodo di crisi d'identità. Nell'ultima parte della tesi affronto la traduzione di una fiaba per bambini dove vi è Issunbōshi come protagonista. Questo bambino può essere paragonato a Pollicino. Entrambi sono molto piccoli e devono affrontare con coraggio le avventure che si trovano davanti. Ho voluto tradurre questa storia non solo per la presenza di un famoso yōkai (lo oni), ma anche perché mi trovo particolarmente legata a questo personaggio, così piccolo ma così forte e audace.

Yōkai: Aneddoti storici ed impatto socioculturale della concretizzazione del sovrannaturale in Giappone

PORRO, ILARIA
2015/2016

Abstract

In questa tesi ho affrontato il tema degli yōkai, ovvero mostri di origine giapponese poiché sono sempre stata affascinata da questo mondo. Nel primo capitolo ho parlato di come si sia evoluto il pensiero riguardo loro. Questi durante il periodo Heian vengono considerati come parte integrante della quotidianità. Non vi è alcuna distinzione perché fanno parte della realtà popolare. Durante il periodi Edo vi è una grande fioritura di enciclopedie riguardanti questi mostri a causa di un interesse per la scienza naturale. Vi sarà uno sviluppo del metodo enciclopedico, grazie al quale collezionare, nominare e descrivere questi fenomeni porterà alla conoscenza più completa del mondo. Con il proseguimento della tesi, mostro i vari tipi di yōkai, suddivisi così da uno dei più importanti studiosi contemporanei riguardo all'argomento, Michael Dylan Foster. Le classi sono cinque e ricoprono interamente la vasta gamma degli yōkai giapponesi. Queste sono: selvaggio, acquatico, rurale, cittadino e casalingo. Vi è una particolarità in questa divisione, ossia si parte dagli yōkai più lontani dall'uomo per poi arrivare a quelli più vicini, intimi. Questo fa capire quanto la mentalità dei giapponesi sia legata a queste figure sovrannaturali. La particolarità degli yōkai, inoltre, è quella di essere ambigui. In determinati posti uno yōkai come il kappa può essere venerato poiché portatore di abbondanti piogge o piene dei fiumi; mentre in altri luoghi viene considerato maligno perché collegato agli annegamenti di bambini o bestiame nel fiume. Dal periodo Meiji in poi e con l'avvenire della modernizzazione, i giapponesi iniziano a volersi disfare di tutte queste credenze così radicate nella loro cultura. Si ha una parziale rinnegazione del proprio Io per poter accogliere pensieri così diversi come quelli dei filosofi dell'Ovest. Non si vuole più analizzare il mostro per saperlo sconfiggere, si vuole direttamente eliminare scientificamente la sua esistenza. Una figura molto importante per lo smantellamento del mito degli yōkai è Inoue Enryō. Questo studioso si è prefissato come scopo il riuscire a smantellare ogni superstizione e mistero riguardante il sovrannaturale, per poter così arrivare ai veri misteri irrisolvibili. A questo si unisce il discorso sulla donna, vista molto spesso come incarnazione della diversità e quindi del sovrannaturale inteso come Altro. Nella cultura giapponese la donna è sempre stata vista come l'incarnazione di tutti i comportamenti e sentimenti irrazionali e feroci. Questo accade perché per secoli la donna è stata vista con inferiorità rispetto agli uomini. Questo ha causato, soprattutto nella modernità, un grande problema. Le donne, grazie al pensiero moderno, iniziano a reagire e questo aspetto nuovo destabilizza il pensiero nipponico. I giapponesi vogliono trarre solo il bello dal pensiero occidentale. Questo però non accade e quindi il Giappone cade in un periodo di crisi d'identità. Nell'ultima parte della tesi affronto la traduzione di una fiaba per bambini dove vi è Issunbōshi come protagonista. Questo bambino può essere paragonato a Pollicino. Entrambi sono molto piccoli e devono affrontare con coraggio le avventure che si trovano davanti. Ho voluto tradurre questa storia non solo per la presenza di un famoso yōkai (lo oni), ma anche perché mi trovo particolarmente legata a questo personaggio, così piccolo ma così forte e audace.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/24304