In questo lavoro si analizza l'interpretazione dell'anafora in alcune strutture in cui la sua coreferenza è ambigua e non determinata da motivi grammaticali. Nei casi considerati, due referenti dello stesso genere concorrono per la funzione di antecedente, e la scelta finale è effettuata dall'ascoltatore dell'enunciato su basi pragmatiche. L'anafora presa in esame è quella intrafrasale in cui gli antecedenti possibili precedono un elemento anaforico soggetto di una subordinata temporale. Partendo da questa forma base, sono state indagate la diversità tra due tipi di anafora (anafora zero e anafora pronominale) e l'effetto che hanno sulla risoluzione le variazioni di struttura informativa, con topicalizzazioni a sinistra e focalizzazioni tramite frasi scisse. Le variabili che possono influenzare la disambiguazione sono di vario tipo: sintattiche, come i ruoli di soggetto e oggetto dei referenti; semantiche, prevalentemente nella distinzione tra primo argomento del verbo e secondo argomento; la posizione nella frase dei due referenti; motivi legati alla struttura informativa, come le nozioni di topic e focus. Queste variabili sono distribuite in modo diverso sui due referenti nelle varie strutture testate. Inoltre, poiché l'italiano è una lingua pro-drop, si instaura un confronto tra la funzione di due diversi tipi di anafora: l'anafora zero e l'anafora pronominale. Partendo dall'apparato griceano, le teorie prese in considerazione illustrano come la referenza dell'anafora sia dovuta a contrasti tra forme più leggere e più pesanti da un punto di vista fonetico e semantico ¿ in italiano, un buon esempio di tale contrasto sono le forme zero e i pronomi anaforici. Sfruttando questo contrasto, il parlante sceglie una forma nel suo enunciato sapendo che l'ascoltatore userà certe strategie pragmatiche per interpretare una coreferenza che era solo sottodeterminata dalla grammatica. Queste ¿linee guida¿ interpretative, essendo di natura pragmatica (nonmonotonica), saranno violabili senza causare agrammaticalità, o sovrascrivibili da fatti semantici o legati alla conoscenza del mondo. Le teorie prese in considerazione sono quella neogriceana di Levinson (2000) e Huang (2000), la grammatica funzionale di Dik (1997), e la teoria di Carminati (2002). Per verificare le tendenze interpretative di queste strutture, e per confrontare i risultati con le predizioni teoriche, è stato svolto un questionario offline su 226 parlanti nativi di italiano. Il questionario è costruito in modo da quantificare con una percentuale la scelta dei due antecedenti per l'anafora, in condizioni dove la strategia pragmatica è l'unica disponibile per disambiguare gli enunciati. La comparazione di questi risultati con le predizioni teoriche può permettere di valutare i punti di forza e le debolezze delle teorie sull'interpretazione dell'anafora. Inoltre, i risultati possono essere confrontati con quelli su altre lingue europee, sia con lingue dove l'anafora zero non è possibile, sia con lingue pro-drop in cui si ha l'alternanza di forme.
COREFERENZA DEL SOGGETTO ZERO E PRONOMINALE IN ITALIANO. STUDIO DI UN CASO AMBIGUO DI ANAFORA
BEVACQUA, LUCA GERO
2015/2016
Abstract
In questo lavoro si analizza l'interpretazione dell'anafora in alcune strutture in cui la sua coreferenza è ambigua e non determinata da motivi grammaticali. Nei casi considerati, due referenti dello stesso genere concorrono per la funzione di antecedente, e la scelta finale è effettuata dall'ascoltatore dell'enunciato su basi pragmatiche. L'anafora presa in esame è quella intrafrasale in cui gli antecedenti possibili precedono un elemento anaforico soggetto di una subordinata temporale. Partendo da questa forma base, sono state indagate la diversità tra due tipi di anafora (anafora zero e anafora pronominale) e l'effetto che hanno sulla risoluzione le variazioni di struttura informativa, con topicalizzazioni a sinistra e focalizzazioni tramite frasi scisse. Le variabili che possono influenzare la disambiguazione sono di vario tipo: sintattiche, come i ruoli di soggetto e oggetto dei referenti; semantiche, prevalentemente nella distinzione tra primo argomento del verbo e secondo argomento; la posizione nella frase dei due referenti; motivi legati alla struttura informativa, come le nozioni di topic e focus. Queste variabili sono distribuite in modo diverso sui due referenti nelle varie strutture testate. Inoltre, poiché l'italiano è una lingua pro-drop, si instaura un confronto tra la funzione di due diversi tipi di anafora: l'anafora zero e l'anafora pronominale. Partendo dall'apparato griceano, le teorie prese in considerazione illustrano come la referenza dell'anafora sia dovuta a contrasti tra forme più leggere e più pesanti da un punto di vista fonetico e semantico ¿ in italiano, un buon esempio di tale contrasto sono le forme zero e i pronomi anaforici. Sfruttando questo contrasto, il parlante sceglie una forma nel suo enunciato sapendo che l'ascoltatore userà certe strategie pragmatiche per interpretare una coreferenza che era solo sottodeterminata dalla grammatica. Queste ¿linee guida¿ interpretative, essendo di natura pragmatica (nonmonotonica), saranno violabili senza causare agrammaticalità, o sovrascrivibili da fatti semantici o legati alla conoscenza del mondo. Le teorie prese in considerazione sono quella neogriceana di Levinson (2000) e Huang (2000), la grammatica funzionale di Dik (1997), e la teoria di Carminati (2002). Per verificare le tendenze interpretative di queste strutture, e per confrontare i risultati con le predizioni teoriche, è stato svolto un questionario offline su 226 parlanti nativi di italiano. Il questionario è costruito in modo da quantificare con una percentuale la scelta dei due antecedenti per l'anafora, in condizioni dove la strategia pragmatica è l'unica disponibile per disambiguare gli enunciati. La comparazione di questi risultati con le predizioni teoriche può permettere di valutare i punti di forza e le debolezze delle teorie sull'interpretazione dell'anafora. Inoltre, i risultati possono essere confrontati con quelli su altre lingue europee, sia con lingue dove l'anafora zero non è possibile, sia con lingue pro-drop in cui si ha l'alternanza di forme.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/24286