Il presente lavoro ha come oggetto di studio le tecniche usate nel primo soccorso psicologico finalizzate ad eliminare o, almeno, diminuire il rischio di sviluppo di disturbi post-traumatici nelle persone colpite direttamente o indirettamente da un attentato terroristico. Ho svolto così una ricerca approfondita sui protocolli di soccorso psicologico utilizzati in questo momento, per lo più in Europa, in caso di emergenza, confrontando tra loro le diverse correnti di pensiero; ho inoltre messo a confronto i risultati di numerosi studi di ricerca focalizzati sulle conseguenze, sia negative che positive, sulle vittime degli attentati terroristici più violenti degli ultimi venti anni. Nel primo capitolo analizzerò la definizione di terrorismo, descrivendo i suoi obiettivi e le strategie attraverso le quali questi vengono raggiunti. Nel secondo capitolo tratterò invece della psicologia che sta dietro il terrorismo, che spesso viene definito come una forma sofisticata di guerra psicologica. Nel terzo capitolo concentrerò invece l'attenzione sugli effetti che il terrorismo ha sulla popolazione colpita. Dapprima descriverò le reazioni che compongono il comportamento collettivo durante gli attentati terroristici e, in generale, nelle grandi emergenze. Successivamente analizzerò le possibili traiettorie di esito vissute dalle vittime in seguito all'esposizione ad un attacco terroristico; in particolare tratterò due possibili outcome: la resilienza, considerata quasi un'arma contro il terrorismo, e i disturbi post-traumatici, più precisamente il Disturbo da Stress Acuto (ASD) e il Disturbo da Stress Post-Traumatico (DPTS). Successivamente analizzerò un gruppo particolarmente vulnerabile al terrorismo, ovvero i bambini. Oltre alle vittime primarie darò spazio anche alle vittime secondarie, ovvero chi assiste agli attentati terroristici senza però restarne direttamente coinvolto. Studierò allora il ruolo degli emergency workers, ovvero coloro che per primi si recano sul luogo della strage e che quindi sono sottoposti a livelli altissimi di stress e di violenza. Infine mi occuperò anche della figura dei media; giornalisti e social network che possono rivelarsi utili durante le operazioni di soccorso, ma sempre di più tendono ad essere estremamente dannosi nei confronti delle vittime a causa della eccessiva forza con cui cercano di riportare le informazioni e rischiano di facilitare l'obiettivo dei terroristi, ovvero far dilagare il terrore nelle comunità colpite.Nel quarto capitolo tratterò invece proprio del Psychological First Aid, descrivendone le origini. Mi soffermerò soprattutto nell'analisi delle Linee Guida di intervento in caso di grandi emergenze stilate dalla Protezione Civile della Regione Piemonte. Infine, nel quinto ed ultimo capitolo, analizzerò due casi particolari, l'attentato al museo del Bardo di Tunisi del 18 marzo 2015, e gli attacchi al Bataclan e allo stadio di Parigi del 13 novembre 2015.

Il Primo Soccorso Psicologico in seguito agli attentati terroristici.

ROMITO, SARA MARIA
2016/2017

Abstract

Il presente lavoro ha come oggetto di studio le tecniche usate nel primo soccorso psicologico finalizzate ad eliminare o, almeno, diminuire il rischio di sviluppo di disturbi post-traumatici nelle persone colpite direttamente o indirettamente da un attentato terroristico. Ho svolto così una ricerca approfondita sui protocolli di soccorso psicologico utilizzati in questo momento, per lo più in Europa, in caso di emergenza, confrontando tra loro le diverse correnti di pensiero; ho inoltre messo a confronto i risultati di numerosi studi di ricerca focalizzati sulle conseguenze, sia negative che positive, sulle vittime degli attentati terroristici più violenti degli ultimi venti anni. Nel primo capitolo analizzerò la definizione di terrorismo, descrivendo i suoi obiettivi e le strategie attraverso le quali questi vengono raggiunti. Nel secondo capitolo tratterò invece della psicologia che sta dietro il terrorismo, che spesso viene definito come una forma sofisticata di guerra psicologica. Nel terzo capitolo concentrerò invece l'attenzione sugli effetti che il terrorismo ha sulla popolazione colpita. Dapprima descriverò le reazioni che compongono il comportamento collettivo durante gli attentati terroristici e, in generale, nelle grandi emergenze. Successivamente analizzerò le possibili traiettorie di esito vissute dalle vittime in seguito all'esposizione ad un attacco terroristico; in particolare tratterò due possibili outcome: la resilienza, considerata quasi un'arma contro il terrorismo, e i disturbi post-traumatici, più precisamente il Disturbo da Stress Acuto (ASD) e il Disturbo da Stress Post-Traumatico (DPTS). Successivamente analizzerò un gruppo particolarmente vulnerabile al terrorismo, ovvero i bambini. Oltre alle vittime primarie darò spazio anche alle vittime secondarie, ovvero chi assiste agli attentati terroristici senza però restarne direttamente coinvolto. Studierò allora il ruolo degli emergency workers, ovvero coloro che per primi si recano sul luogo della strage e che quindi sono sottoposti a livelli altissimi di stress e di violenza. Infine mi occuperò anche della figura dei media; giornalisti e social network che possono rivelarsi utili durante le operazioni di soccorso, ma sempre di più tendono ad essere estremamente dannosi nei confronti delle vittime a causa della eccessiva forza con cui cercano di riportare le informazioni e rischiano di facilitare l'obiettivo dei terroristi, ovvero far dilagare il terrore nelle comunità colpite.Nel quarto capitolo tratterò invece proprio del Psychological First Aid, descrivendone le origini. Mi soffermerò soprattutto nell'analisi delle Linee Guida di intervento in caso di grandi emergenze stilate dalla Protezione Civile della Regione Piemonte. Infine, nel quinto ed ultimo capitolo, analizzerò due casi particolari, l'attentato al museo del Bardo di Tunisi del 18 marzo 2015, e gli attacchi al Bataclan e allo stadio di Parigi del 13 novembre 2015.
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