In questa Tesi mi sono proposto di studiare il fenomeno di queste giovani imprese innovative che negli ultimi tempi, grazie alle recenti normative introdotte, stanno avendo forti riscontri in Italia. Stiamo assistendo alla nascita di nuove realtà imprenditoriali, tutte accomunate dalla capacità di trasformare i sogni di giovani talenti-imprenditori in vere e proprie nuove opportunità di business. Al giorno d'oggi, si sta facendo sempre più spazio la convinzione che bisogna abbandonare il mito della start-up nata nel garage per abbracciare una via, più italiana se si vuole, che vede nell'innovazione dei processi e delle filiere tradizionali un obiettivo perseguibile. La mia analisi si sofferma sulla necessità di risorse finanziare che si manifestano ed evolvono durante tutte le fasi del ciclo di vita di una nuova impresa, indispensabili per la sopravvivenza e il successo di essa stessa. Nello specifico ho concentrato la mia attenzione sulla distinzione delle differenti tipologie di capitale e sui soggetti che operano come principali finanziatori per le start-up: gli investitori istituzionali in capitale di rischio. Di seguito ho dedicato l'ultima parte dell'elaborato all'analisi dell'iter normativo intrapreso dal nostro paese al fine di diventerà sempre più inclini all'ospitalità imprenditoriale, rivolta soprattutto ai giovani, poiché si riesca a diminuire e limitare uno dei più grandi mali che investe la nostra nazione: la disoccupazione giovanile. Per favorire la ripresa economica e lo sviluppo tecnologico, il legislatore ha previsto una serie di misure che aiutino gli imprenditori a entrare sul mercato e finanziare le loro idee. Dal Decreto Crescita 2.0, l'attenzione si è concentrata sulle imprese innovative nuove e di recente creazione: le start-up innovative. Di seguito, invece, attraverso l'Investment Compact, si è deciso di puntare principalmente sulle piccole medio imprese, dotati di chiari indicatori di innovazioni ma con fatturato più limitato rispetto alle start-up: le PMI innovative. L'obiettivo è stato quello di cercare di trasmettere non solo l'importanza di avere una buona idea ma anche quanto sia indispensabile sulla carta progettare ciò a cui si andrà incontro nei mesi futuri. Ho citato alcune delle possibilità più diffuse oggi per ottenere le risorse finanziarie necessarie per sviluppare e continuare nel tempo la propria idea di business: non solo attraverso il capitale di rischio ma anche di come le regioni e più in generale lo Stato, cerchino tramite una serie di leggi e di decreti di sostenere e incentivare lo sviluppo imprenditoriale. Tali strategie politiche, incentrate nel sostenere le imprese eccellenti, rappresenteranno uno stimolo alla crescita economica e una strada percorribile per incrementare l'occupazione, in risposta alle fasi di recessione che hanno colpito l'economia dopo la crisi del 2008.

COME FINANZIARE UNA START-UP: MISURE LEGISLATIVE APPORTATE IN ITALIA.

RUTA, SANDY
2015/2016

Abstract

In questa Tesi mi sono proposto di studiare il fenomeno di queste giovani imprese innovative che negli ultimi tempi, grazie alle recenti normative introdotte, stanno avendo forti riscontri in Italia. Stiamo assistendo alla nascita di nuove realtà imprenditoriali, tutte accomunate dalla capacità di trasformare i sogni di giovani talenti-imprenditori in vere e proprie nuove opportunità di business. Al giorno d'oggi, si sta facendo sempre più spazio la convinzione che bisogna abbandonare il mito della start-up nata nel garage per abbracciare una via, più italiana se si vuole, che vede nell'innovazione dei processi e delle filiere tradizionali un obiettivo perseguibile. La mia analisi si sofferma sulla necessità di risorse finanziare che si manifestano ed evolvono durante tutte le fasi del ciclo di vita di una nuova impresa, indispensabili per la sopravvivenza e il successo di essa stessa. Nello specifico ho concentrato la mia attenzione sulla distinzione delle differenti tipologie di capitale e sui soggetti che operano come principali finanziatori per le start-up: gli investitori istituzionali in capitale di rischio. Di seguito ho dedicato l'ultima parte dell'elaborato all'analisi dell'iter normativo intrapreso dal nostro paese al fine di diventerà sempre più inclini all'ospitalità imprenditoriale, rivolta soprattutto ai giovani, poiché si riesca a diminuire e limitare uno dei più grandi mali che investe la nostra nazione: la disoccupazione giovanile. Per favorire la ripresa economica e lo sviluppo tecnologico, il legislatore ha previsto una serie di misure che aiutino gli imprenditori a entrare sul mercato e finanziare le loro idee. Dal Decreto Crescita 2.0, l'attenzione si è concentrata sulle imprese innovative nuove e di recente creazione: le start-up innovative. Di seguito, invece, attraverso l'Investment Compact, si è deciso di puntare principalmente sulle piccole medio imprese, dotati di chiari indicatori di innovazioni ma con fatturato più limitato rispetto alle start-up: le PMI innovative. L'obiettivo è stato quello di cercare di trasmettere non solo l'importanza di avere una buona idea ma anche quanto sia indispensabile sulla carta progettare ciò a cui si andrà incontro nei mesi futuri. Ho citato alcune delle possibilità più diffuse oggi per ottenere le risorse finanziarie necessarie per sviluppare e continuare nel tempo la propria idea di business: non solo attraverso il capitale di rischio ma anche di come le regioni e più in generale lo Stato, cerchino tramite una serie di leggi e di decreti di sostenere e incentivare lo sviluppo imprenditoriale. Tali strategie politiche, incentrate nel sostenere le imprese eccellenti, rappresenteranno uno stimolo alla crescita economica e una strada percorribile per incrementare l'occupazione, in risposta alle fasi di recessione che hanno colpito l'economia dopo la crisi del 2008.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/24214