In his work on the experience in the Soviet Gulag, Aleksandr Solzhenitsyn takes the reader on a journey made up of infernal landscapes: bitter cold, barren steppes, hunger, physical and psychological violence and physical deformations. Of these places, Solzhenitsyn offers not just a historical and political analysis, looking at what caused them and what allowed their prolonged existence, but also, and maybe most importantly, a mystical interpretation, which shows the formative potentiality of the moral abyss of the Gulags for the whole of Russia. He structures his works on motifs of katabasis, of a descensus ad inferos, depicting the existence of the characters in the hellish worlds of soviet lagers: the glacial steppes of One Day in the Life of Ivan Denisovich, the ¿noble castle¿ of the ¿ara¿ka in The First Circle. The Gulags, far from being the only places in which the Stalinist repressive powers operate, are the only ones in which these powers do so without any effort to conceal themselves, thus offering a privileged point of view of the essence of the Soviet Union. As a counterpoint to the descent into the hell of the soviet political and prison system, an anabasis is always present: a spiritual rebirth, necessary for a political renewal of the Russian state. The goal of this thesis will be to analyze Solzhenitsyn's first major works, to which he owes his literary fame - his povest' One Day in the Life of Ivan Denisovich and the novel The First Circle ¿ and his description of the hellish environment in which these stories take place. The spiritual perspective in which the author locates Gulags and the strategies and utopias that are generated in this fight against the Stalinist power will also be observed, always with an eye to the literary and mythological traditions that inspired the author.
Nella sua produzione sull'esperienza nei Gulag, Aleksandr Sol¿enicyn porta il lettore attraverso un lungo itinerario fatto di scenari infernali: gelo, steppe sterili, fame, violenza fisica e psicologica, deformazioni fisiche. Di questi luoghi Sol¿enicyn offre non solo un'analisi storica e politica, osservandone le cause e ciò che ne ha permesso la prolungata esistenza, ma anche, e forse principalmente, un'interpretazione mistica, che mostra la potenzialità formativa dell'esperienza dell'abisso dei Gulag per tutta la popolazione russa. Egli basa le sue opere su una struttura di catabasi, di descensus ad inferos, rappresentando l'esistenza dei personaggi nei mondi infernali dei lager sovietici: la distesa di ghiaccio in Una giornata di Ivan Denisovič, il ¿nobile castello¿ in Il primo cerchio, microcosmi dell'intera URSS. I Gulag non sono gli unici luoghi in cui le politiche repressive staliniane agiscono, ma sono i luoghi in cui questi poteri non si preoccupano di celarsi, offrendo quindi una via privilegiata verso la presa di coscienza della Verità dello Stato sovietico, che, una volta raggiunta e testimoniata al mondo dagli zek, andrà abbracciata per permettere la rigenerazione dell'intera Russia. A fare da contrappunto ad ogni discesa nell'inferno del sistema politico e penitenziario sovietico vi è sempre un momento di anabasi, un ritorno alla vita, un raggiungimento della Verità, centrale nella ricostruzione dello stato e dell'umanità russa auspicata dall'autore. Scopo di questa tesi è analizzare, facendo riferimento anche alle fonti letterarie e mitologico-religiose, come nelle prime opere di Sol¿enicyn, a cui deve la sua fama letteraria - la povest' Una giornata di Ivan Denisovič e i il romanzo Il primo cerchio ¿ egli descriva l'Inferno in cui agiscono i personaggi, collocando l'esperienza dei Gulag in un'ottica spirituale e religiosa, e come questa nuova prospettiva generi strategie e utopie per contrastare ogni forma di autoritarismo.
Motivi di catabasi e anabasi in alcuni romanzi di Sol¿enicyn
PANSA, FEDERICO
2015/2016
Abstract
Nella sua produzione sull'esperienza nei Gulag, Aleksandr Sol¿enicyn porta il lettore attraverso un lungo itinerario fatto di scenari infernali: gelo, steppe sterili, fame, violenza fisica e psicologica, deformazioni fisiche. Di questi luoghi Sol¿enicyn offre non solo un'analisi storica e politica, osservandone le cause e ciò che ne ha permesso la prolungata esistenza, ma anche, e forse principalmente, un'interpretazione mistica, che mostra la potenzialità formativa dell'esperienza dell'abisso dei Gulag per tutta la popolazione russa. Egli basa le sue opere su una struttura di catabasi, di descensus ad inferos, rappresentando l'esistenza dei personaggi nei mondi infernali dei lager sovietici: la distesa di ghiaccio in Una giornata di Ivan Denisovič, il ¿nobile castello¿ in Il primo cerchio, microcosmi dell'intera URSS. I Gulag non sono gli unici luoghi in cui le politiche repressive staliniane agiscono, ma sono i luoghi in cui questi poteri non si preoccupano di celarsi, offrendo quindi una via privilegiata verso la presa di coscienza della Verità dello Stato sovietico, che, una volta raggiunta e testimoniata al mondo dagli zek, andrà abbracciata per permettere la rigenerazione dell'intera Russia. A fare da contrappunto ad ogni discesa nell'inferno del sistema politico e penitenziario sovietico vi è sempre un momento di anabasi, un ritorno alla vita, un raggiungimento della Verità, centrale nella ricostruzione dello stato e dell'umanità russa auspicata dall'autore. Scopo di questa tesi è analizzare, facendo riferimento anche alle fonti letterarie e mitologico-religiose, come nelle prime opere di Sol¿enicyn, a cui deve la sua fama letteraria - la povest' Una giornata di Ivan Denisovič e i il romanzo Il primo cerchio ¿ egli descriva l'Inferno in cui agiscono i personaggi, collocando l'esperienza dei Gulag in un'ottica spirituale e religiosa, e come questa nuova prospettiva generi strategie e utopie per contrastare ogni forma di autoritarismo.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/24139