Introduction Burning mouth syndrome (BMS) is a common pathology in dentistry and oral medicine. It is characterized by spontaneous burning sensation localized to the lips and oral mucosa, in the absence of obvious signs of disease. The prevalence in the general population is between 0.7% and 15%. However, the female sex is the most affected especially in the menopausal period with a prevalence between 18% and 33%. The female/male ratio ranges from 3/1 to 16/1. The most recent interpretative model attributes to BMS a multifactorial etiology that involves the interpenetration of neurological, endocrine and psychological alterations. Purpose of the study Since there is still no valid therapy against BMS, the aim of this review is to find within the scientific literature one or more non-pharmacological therapies that are effective in terms of reduction of painful and burning symptoms, improvement of the psychological profile and that can be alternative, if not substitutes, to long-term medical therapy. Materials and methods A bibliographic search was carried out on the electronic database of PubMed to identify trials and then a manual search was carried out starting from the bibliography present in the most recent systematic reviews on the subject, available on PubMed. The selected articles were: clinical trials, randomized and not, in English language, concerning the non-pharmacological management of BMS. Results The research undertaken resulted in a total of 43 trials, divided into 7 categories of therapeutic approaches. The most investigated non-pharmacologic therapies were laser photobiomodulation, alpha lipoic acid and capsaicin, while the others were tested in single studies. Anyway, laser therapy led to statistically significant improvements in 7 of the 13 studies reviewed. ALA demonstrated improvement in 7 out of 10 studies, but without proving long-term efficacy. Capsaicin led to mild improvements accompanied by some temporary side effects. Of the seven studies on the use of herbal compounds, only two gave encouraging results in terms of pain reduction and they were the ones that tested: Catuama and micronized palmitoletanolamide. Acupuncture has provided slightly encouraging results and a low incidence of side effects. Neuropsychological approaches included 3 studies with different specific approaches which led to encouraging evidence of symptom improvement in BMS patients. Finally, physical barriers provided conflicting evidence in improving patients' overall well-being. Conclusions Keeping in mind the limitations that may have led to incompleteness in the present work, the conclusions of the majority of the studies should be evaluated with caution as no non-pharmacological approach seems to provide unequivocal results against BMS according to evidence based dentistry. The major problems encountered in the trials examined are: the absence of long-term follow-up, non-standardized outcome assessment systems and the lack of analysis of the role of the placebo effect in this pathology. However, since there is still no valid pharmacological approach against BMS, it is important to continue with more rigorous investigations on non-pharmacological therapies. These, in fact, are almost totally free of side effects and therefore more suitable for a chronic pathology on patients already often subjected to poly-pharmacological regimens and therefore more fragile.
Introduzione La sindrome della bocca che brucia (BMS) è una patologia di frequente riscontro in campo odontoiatrico e nella medicina orale. È caratterizzata da bruciore spontaneo localizzato alle labbra e alla mucosa orale, in assenza di segni evidenti di malattia. La prevalenza nella popolazione generale è compresa tra lo 0,7% e il 15%. Il sesso femminile è però il più colpito specialmente nel periodo della menopausa con una prevalenza tra il 18% e il 33%. Il rapporto femmine/maschi varia da 3/1 a 16/1. Il più recente modello interpretativo attribuisce alla BMS un’eziologia di tipo multifattoriale che prevede la compenetrazione di alterazioni neurologiche, endocrine e psicologiche. Obbiettivi dello studio Dal momento che non esiste ancora una terapia valida contro la BMS, lo scopo della presente revisione è quello di trovare all’interno della letteratura scientifica una o più terapie non farmacologiche che siano efficaci in termini di riduzione della sintomatologia dolorosa, urente, del miglioramento del profilo psicologico e che possano risultare dei corrispettivi alternativi, se non sostituti, alla terapia medica a lungo termine. Materiali e metodi È stata effettuata una ricerca bibliografica sul database elettronico di PubMed per l’identificazione dei trials e poi è stata portata avanti una ricerca manuale a partire dalla bibliografia presente nelle più recenti revisioni sistematiche sull’argomento, reperibili su PubMed. Gli articoli selezionati erano: trial clinici, randomizzati e non, in lingua inglese, inerenti alla gestione non farmacologica della BMS. Risultati La ricerca intrapresa ha permesso di ottenere un totale di 43 trials, suddivisi in 7 categorie di approcci terapeutici. Le terapie non farmacologiche maggiormente investigate sono state la fotobiomodulazione laser, l’acido alfa lipoico e la capsaicina mentre le altre sono state testate in singoli studi. In ogni caso, la terapia laser ha portato a miglioramenti statisticamente significativi in 7 dei 13 studi presi in esame. ALA ha dimostrato miglioramenti in 7 studi su 10, senza però provare efficacia a lungo termine. La capsaicina ha portato a blandi miglioramenti accompagnati da alcuni effetti collaterali temporanei. Dei sette studi sull’uso di composti a base di erbe solo due hanno dato risultati incoraggianti in termini di riduzione del dolore e sono stati quelli che hanno testato: Catuama e palmitoletanolamide micronizzata. L’agopuntura ha fornito risultati lievemente incoraggianti e una scarsa incidenza di effetti collaterali. Gli approcci neuropsicologici comprendevano 3 studi con diversi approcci specifici che hanno portato a incoraggianti prove di miglioramento dei sintomi nei pazienti BMS. Infine, le barriere fisiche hanno fornito evidenze contrastanti nel miglioramento del benessere complessivo dei pazienti. Conclusioni Tenendo presente i limiti che potrebbero aver portato a incompletezza nel presente lavoro, le conclusioni della maggioranza degli studi vanno valutate con cautela poiché nessun approccio non farmacologico sembra fornire risultati inequivocabili contro la BMS secondo la evidence based dentistry. I problemi maggiori riscontrati nei trials presi in esame sono: l’assenza di follow-up a lungo termine, sistemi di valutazione degli outcomes non standardizzati e la mancata analisi del ruolo dell’effetto placebo in questa patologia. Tuttavia, dato che non esiste ancora un approccio farmacologico valido contro la BMS, è importante proseguire con indagini più rigorose sulle terapie non farmacologiche. Queste, infatti, sono quasi totalmente prive di effetti collaterali e quindi più adatte ad una patologia cronica su pazienti spesso già sottoposti a regimi poli farmacologici e quindi più fragili.
Approccio non farmacologico al paziente con sindrome della bocca che brucia: analisi critica della letteratura
DE PAOLA, SIMONA
2019/2020
Abstract
Introduzione La sindrome della bocca che brucia (BMS) è una patologia di frequente riscontro in campo odontoiatrico e nella medicina orale. È caratterizzata da bruciore spontaneo localizzato alle labbra e alla mucosa orale, in assenza di segni evidenti di malattia. La prevalenza nella popolazione generale è compresa tra lo 0,7% e il 15%. Il sesso femminile è però il più colpito specialmente nel periodo della menopausa con una prevalenza tra il 18% e il 33%. Il rapporto femmine/maschi varia da 3/1 a 16/1. Il più recente modello interpretativo attribuisce alla BMS un’eziologia di tipo multifattoriale che prevede la compenetrazione di alterazioni neurologiche, endocrine e psicologiche. Obbiettivi dello studio Dal momento che non esiste ancora una terapia valida contro la BMS, lo scopo della presente revisione è quello di trovare all’interno della letteratura scientifica una o più terapie non farmacologiche che siano efficaci in termini di riduzione della sintomatologia dolorosa, urente, del miglioramento del profilo psicologico e che possano risultare dei corrispettivi alternativi, se non sostituti, alla terapia medica a lungo termine. Materiali e metodi È stata effettuata una ricerca bibliografica sul database elettronico di PubMed per l’identificazione dei trials e poi è stata portata avanti una ricerca manuale a partire dalla bibliografia presente nelle più recenti revisioni sistematiche sull’argomento, reperibili su PubMed. Gli articoli selezionati erano: trial clinici, randomizzati e non, in lingua inglese, inerenti alla gestione non farmacologica della BMS. Risultati La ricerca intrapresa ha permesso di ottenere un totale di 43 trials, suddivisi in 7 categorie di approcci terapeutici. Le terapie non farmacologiche maggiormente investigate sono state la fotobiomodulazione laser, l’acido alfa lipoico e la capsaicina mentre le altre sono state testate in singoli studi. In ogni caso, la terapia laser ha portato a miglioramenti statisticamente significativi in 7 dei 13 studi presi in esame. ALA ha dimostrato miglioramenti in 7 studi su 10, senza però provare efficacia a lungo termine. La capsaicina ha portato a blandi miglioramenti accompagnati da alcuni effetti collaterali temporanei. Dei sette studi sull’uso di composti a base di erbe solo due hanno dato risultati incoraggianti in termini di riduzione del dolore e sono stati quelli che hanno testato: Catuama e palmitoletanolamide micronizzata. L’agopuntura ha fornito risultati lievemente incoraggianti e una scarsa incidenza di effetti collaterali. Gli approcci neuropsicologici comprendevano 3 studi con diversi approcci specifici che hanno portato a incoraggianti prove di miglioramento dei sintomi nei pazienti BMS. Infine, le barriere fisiche hanno fornito evidenze contrastanti nel miglioramento del benessere complessivo dei pazienti. Conclusioni Tenendo presente i limiti che potrebbero aver portato a incompletezza nel presente lavoro, le conclusioni della maggioranza degli studi vanno valutate con cautela poiché nessun approccio non farmacologico sembra fornire risultati inequivocabili contro la BMS secondo la evidence based dentistry. I problemi maggiori riscontrati nei trials presi in esame sono: l’assenza di follow-up a lungo termine, sistemi di valutazione degli outcomes non standardizzati e la mancata analisi del ruolo dell’effetto placebo in questa patologia. Tuttavia, dato che non esiste ancora un approccio farmacologico valido contro la BMS, è importante proseguire con indagini più rigorose sulle terapie non farmacologiche. Queste, infatti, sono quasi totalmente prive di effetti collaterali e quindi più adatte ad una patologia cronica su pazienti spesso già sottoposti a regimi poli farmacologici e quindi più fragili.File | Dimensione | Formato | |
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