Nowadays, kidney transplantation is recognized as the best therapeutic strategy for treating patients with chronic renal failure. However, there is a discrepancy between the demand for organs and the availability of donors. This has led to broadening the classes of donors, thus also considering individuals with higher age and suboptimal function (extended criteria donors, ECD) or deceased from cardiac death (DCD). For various reasons, transplants from these new categories and particularly DCDs face a greater risk of success than those from standard donors. This issue has sped up the development and research of innovative perfusion and post-transplant drug treatment techniques, such as the lymphocyte costimulation inhibitor Belatacept, that can result in long-term transplant success for all possible donor classes. In this thesis, the efficacy of a post-transplant treatment protocol with Belatacept alternative to standard ones is retrospectively described in DCD recipients (with organs all undergoing pre-transplant oxygen perfusion) who develop delayed recovery of post-transplant function (DGF), a crucial factor in short- and long-term graft function. The results obtained in the 51 patients taken into account suggest that early conversion results in overlapping function at 24 months compared to DCD recipients without DGF (55.3 ml/min/1.73m2 [42-65.9] vs. 60 [50.8-63.4]; p=0.512) without organ loss, increased rate of infection or neoplasia. Furthermore, the presence of increased expression at biopsy of HIF1α suggests a pattern of improved response to hypoxia, hypothesizing a role of this marker in pre-conversion assessment.
Ad oggi, nella cura dei pazienti con insufficienza renale cronica il trapianto di rene è riconosciuto come la miglior strategia terapeutica. Tuttavia, c’è una discrepanza tra la richiesta di organi e la disponibilità dei donatori. Questo ha portato ad ampliare le classi di donatori, considerando quindi anche soggetti con età più elevata e funzione subottimale (donatori a criteri estesi, ECD) o deceduti per morte cardiaca (DCD). Per varie ragioni, i trapianti da queste nuove categorie ed in particolare i DCD sono più a rischio di riuscita rispetto a quelli da donatori standard. Tale problematica ha favorito lo sviluppo e la ricerca di tecniche di perfusione e di trattamento farmacologico post-trapianto innovative, quali l’inibitore di costimolazione linfocitaria Belatacept, che possano determinare una riuscita a lungo termine del trapianto per tutte le possibili classi di donatori. In questa tesi, viene descritta retrospettivamente l’efficacia di un protocollo di trattamento post-trapianto con Belatacept alternativo a quelli standard in pazienti riceventi da DCD (con organi tutti sottoposti a perfusione ossigenata pre-trapianto), che sviluppano una ritardata ripresa di funzione post-trapianto (DGF), fattore cruciale nel funzionamento a breve e lungo termine del graft. I risultati ottenuti nei 51 pazienti analizzati suggeriscono che la conversione precoce determini una funzione sovrapponibile a 24 mesi rispetto ai pazienti riceventi DCD senza DGF (55.3 ml/min/1.73m2 [42-65.9] vs. 60 [50.8-63.4]; p=0.512) senza perdite d’organo, aumento del tasso di infezioni o neoplasie. Inoltre, la presenza di maggiore espressione alla biopsia di HIF1α suggerisce un pattern di miglior risposta all’ipossia, ipotizzando un ruolo di tale marker nella valutazione pre-conversione.
Recupero della funzione renale dopo conversione ad inibitori della costimolazione linfocitaria nel trapianto di rene da donatore a cuore non battente sottoposto a riperfusione con severo e prolungato ritardo della ripresa funzionale
CEFALO, MARIA PIA
2023/2024
Abstract
Ad oggi, nella cura dei pazienti con insufficienza renale cronica il trapianto di rene è riconosciuto come la miglior strategia terapeutica. Tuttavia, c’è una discrepanza tra la richiesta di organi e la disponibilità dei donatori. Questo ha portato ad ampliare le classi di donatori, considerando quindi anche soggetti con età più elevata e funzione subottimale (donatori a criteri estesi, ECD) o deceduti per morte cardiaca (DCD). Per varie ragioni, i trapianti da queste nuove categorie ed in particolare i DCD sono più a rischio di riuscita rispetto a quelli da donatori standard. Tale problematica ha favorito lo sviluppo e la ricerca di tecniche di perfusione e di trattamento farmacologico post-trapianto innovative, quali l’inibitore di costimolazione linfocitaria Belatacept, che possano determinare una riuscita a lungo termine del trapianto per tutte le possibili classi di donatori. In questa tesi, viene descritta retrospettivamente l’efficacia di un protocollo di trattamento post-trapianto con Belatacept alternativo a quelli standard in pazienti riceventi da DCD (con organi tutti sottoposti a perfusione ossigenata pre-trapianto), che sviluppano una ritardata ripresa di funzione post-trapianto (DGF), fattore cruciale nel funzionamento a breve e lungo termine del graft. I risultati ottenuti nei 51 pazienti analizzati suggeriscono che la conversione precoce determini una funzione sovrapponibile a 24 mesi rispetto ai pazienti riceventi DCD senza DGF (55.3 ml/min/1.73m2 [42-65.9] vs. 60 [50.8-63.4]; p=0.512) senza perdite d’organo, aumento del tasso di infezioni o neoplasie. Inoltre, la presenza di maggiore espressione alla biopsia di HIF1α suggerisce un pattern di miglior risposta all’ipossia, ipotizzando un ruolo di tale marker nella valutazione pre-conversione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/2389